Prendendo in prestito il titolo della canzone di Simon & Garfunkel The Only Living Boy in New York, l’ultimo film di Marc Webb è un comedy-drama dove ad essere protagonisti sono i sentimenti.
Opera che ha in comune alcune tematiche del primo lungometraggio di Webb, (500) Giorni Insieme, il nuovo lavoro del regista statunitense, presentato alla 12. edizione della Festa del Cinema di Roma, verte sul concetto di crescita e realizzazione personale raccontando la storia di Thomas Webb (Callum Turner), un giovane e privilegiato newyorkese che cerca il suo posto nel mondo.
UN RAGAZZO VIZIATO DELL’UPPER WEST SIDE INCONTRA IL MONDO REALE
Annoiato dalla sua vita borghese Thomas, dopo un lungo viaggio in Argentina, fa ritorno a New York in un appartamento del Lower East Side, quartiere frenetico e multietnico totalmente diverso dal signorile Upper West Side, dove vivono i genitori. Impegnato nel corteggiare l’amica Mimi (Kiersey Clemons), Thomas non vuole riflettere sul suo futuro che sembra essere scritto dal padre Ethan (Pierce Brosnan), un facoltoso editore. Nel mezzo di questa crisi esistenziale, come un deus ex machina, si manifesta il personaggio più interessante che Thomas abbia mai conosciuto: W. F. Gerald (Jeff Bridges), un vicino di casa dal bicchiere facile e dall’aspetto da senzatetto che possiede una grande conoscenza del mondo e delle persone. Thomas e W. F. impareranno a conoscersi, mentre il ragazzo viziato e solo all’apparenza sprovveduto intratterrà una pericolosa liaison con l’amante del padre, Johanna (Kate Beckinsale).
MARC WEBB RACCONTA UNA NEW YORK AFFASCINANTE E MISTERIOSA
Tra romantiche librerie ottocentesche, viali alberati e appartamenti inondati di luce, Marc Webb mette in scena una storia romantica nella New York del 2017 rifiutata dallo stesso protagonista, convinto dell’idea che si tratti ormai di una città che non esiste più.
Il regista e lo sceneggiatore Allan Loeb scelgono di rappresentare un determinato ceto sociale ma la pellicola parla alla maggior parte dei venticinquenni di oggi, affascinati da un passato che non hanno conosciuto e, allo stesso tempo, spinti a far parte della frenetica tecnocrazia che negli ultimi anni sembra essersi imposta come unica opportunità di vita e lavoro. Nel film non esistono app, startup o stressanti colloqui di lavoro ma libri, pensieri, donne da conquistare e una famiglia da riunire.
The Only Living Boy in New York potrebbe sembrare un’opera pretenziosa e snob ma apre una finestra sui rapporti umani, puntando l’obiettivo sull’intreccio di relazioni instaurate da Thomas che appare libero dalle costrizioni del mondo moderno.
UNA PRODUZIONE AMAZON CHE INCONTRA IL GUSTO DEGLI XENNIALS
La produzione di Amazon Studios offre un quadro realistico delle aspirazioni giovanili riuscendo ad incontrare i gusti della generazione degli Xennials (i nati tra il 1977 e il 1983), a metà strada tra il ricordo nostalgico di luoghi che oggi sono radicalmente cambiati a causa di un mondo ormai globalizzato e l’utilizzo sempre maggiore delle nuove tecnologie.
The Only Living Boy in New York è l’esempio perfetto di questa commistione, un film che vuole ritornare ad una descrizione più profonda delle relazioni interpersonali attraverso le vicende di un giovanissimo protagonista intrappolato in una contorta spirale di sentimenti e aspirazioni.
Oltre ad avere delle buone idee di sceneggiatura, anche se in alcuni frangenti sviluppate con superficialità, il lungometraggio vanta un ottimo cast a partire dal britannico Callum Turner, visto nella miniserie BBC Guerra e Pace e nel recente Assassin’s Creed, che interpreta benissimo il personaggio di Thomas, un gentleman d’altri tempi nella pelle di un millenial. Jeff Bridges, nominato sette volte all’Oscar (vinto nel 2010 con Crazy Heart), è perfetto nell’affascinante ruolo di W.F, un uomo che ha perso il senso della vita per seguire gli ideali intellettualoidi del gruppo di privilegiati amici artisti. Pierce Brosnan e Cynthia Nixon sono convincenti nella parte dei genitori di Thomas, ricchi intellettuali pieni di scheletri nell’armadio e poco inclini all’accettazione della nuova vita del figlio, mentre Kate Beckinsale è una credibilissima Johanna, seducente e misteriosa amante di Ethan.
Un cast di primo livello per un film che non ha la pretesa di stupire ma che rimane sempre nel substrato dell’intimità del racconto personale, basandosi sul contrasto tra l’essere e il diventare in una New York anch’essa osservata nel suo duplice aspetto, una città colta e all’avanguardia quanto tecnologica e massificata.
The Only Living Boy in New York unisce la visione alleniana di una metropoli sorprendentemente calda alla freddezza di una città che non lascia spazio alla coltivazione delle proprie aspirazioni, condizione incarnata da un ragazzo ricco, circondato dalla cultura ma ugualmente smarrito, che aspetta di abbracciare l’età adulta.