Gli spiriti del Natale presente, passato e futuro, Scrooge e il piccolo Tim hanno popolato l’infanzia di intere generazioni, diventando saldo patrimonio dell’immaginario collettivo; dapprima per mezzo dei libri e ancora di più con la settima arte, che negli anni ’80 ci regalò due memorabili adattamenti che sono ancora oggi dei classici (quello animato dalla Disney nel 1983, con Topolino e Paperon de Paperoni, e quello del 1988 con Bill Murray, in Italia intitolato S.O.S. Fantasmi).
Nel 2017, a oltre centocinquant’anni dalla pubblicazione di Canto di Natale (1843), la storia nata dalla penna di Charles Dickens torna ad essere protagonista delle festività natalizie. Dickens: l’uomo che inventò il Natale, pellicola firmata da Bharat Nalluri presentata in anteprima internazionale al 35. Torino Film Festival e nelle nostre sale dal 21 dicembre, ripercorre infatti alcuni momenti della celebre opera per raccontarne il grande autore.
LA NASCITA DI UN CAPOLAVORO
Il film, basato sul romanzo di Les Standiford The man who invented Christmas, ci permette di guardare Canto di Natale da una prospettiva diversa, mettendo in scena il processo creativo dietro la storia – dall’origine dell’idea alle decisioni a livello narrativo, passando per la rapidissima stesura e la pubblicazione, autofinanziata da Dickens stesso.
Siamo nel 1843, Dickens è un giovane scrittore di trentun anni, che, pur essendo reduce da successi strepitosi come Il circolo Pickwick e Oliver Twist, ha collezionato recentemente una serie di insuccessi, ed è paralizzato dal blocco dello scrittore. Sarà il racconto di una domestica irlandese che lavora in casa sua, avente come protagonisti gli spiriti del Natale, che trarrà improvvisamene Dickens fuori dalla paralisi immaginativa, portandolo a scrivere e pubblicare Canto di Natale in sole sei settimane di impetuoso lavoro.
UN DICKENS LONTANO DALLO STEREOTIPO
Protagonista della pellicola è l’autore, un Dickens interpretato in modo esuberante ed entusiasta da Dan Stevens (Dowton Abbey, Legion, La Bella e la Bestia), che porta in scena uno scrittore agli antipodi rispetto a quello che conosciamo: nessun atteggiamento composto, nessuna barba bianca e nessuna espressione saggia, ma brillanti occhi azzurri e un’esplosione vitale che trova la sua origine nella febbrile follia compositiva.
Il capovolgimento dello stereotipo, che tradizionalmente confonde lo spettatore, questa volta invece funziona: svecchia l’immagine di Dickens e lo ripropone in chiave moderna, pur ancorandolo a un’atmosfera fortemente vittoriana, evocata dai curatissimi se – gli stessi di Penny Dreadful. L’irrefrenabile istantaneità dell’ispirazione, punto di svolta del film, è personificata nell’apparizione improvvisa dei protagonisti di Canto di Natale.
I FANTASMI DELLA VITA DELL’AUTORE
Il non distinguere visivamente i personaggi che sono solo nella mente di Dickens da quelli che popolano la sua realtà materiale è la scelta che permette di saldare il reale e l’immaginario. I personaggi diventano tangibili, riflettendo e amplificando una risaputa verità storica: Dickens era solito dialogare veramente con i sui personaggi, considerandoli reali, e questa sua caratteristica era talmente accentuata che Kate Dickens, moglie dello scrittore, arriva ad esclamare, in una scena del film: “Pare che i tuoi personaggi siano più importanti della tua stessa famiglia”.
Gli effetti visivi digitali sono ridotti al minimo, anche nel caso degli Spiriti del Natale: “Abbiamo usato un sacco di trucchi della vecchia scuola”, afferma il regista, inseguendo ancora di più così la volontà di costruire qualcosa il più possibile vicino alla realtà. A mano a mano che la storia prende forma nell’immaginazione di Dickens, e davanti agli occhi degli spettatori, è sempre più evidente che i personaggi non sono altro che riflessi parziali del mondo dello scrittore, e frammenti della sua personalità. Lo stesso Scrooge (Christopher Plummer, premio Oscar come miglior attore non protagonista per Beginners) è un alter ego dello stesso Dickens: personifica, seppur con picchi di ironia, la parte più nascosta e oscura dello scrittore.
Dickens: l’uomo che inventò il Natale è un viaggio nell’intimo dell’artista, visto con gli occhi delle sue opere, che tuttavia non scompaiono dietro la figura dell’autore, mantenendo la propria forza narrativa all’interno della trama. Una riproposizione in chiave moderna e dinamica di una storia ultracentenaria che ancora, anche attraverso uno schermo, non cessa di emozionare lo spettatore, suscitando in lui la voglia di riscoprire il classico originale di Dickens. Un film perfetto per riempire le giornate del periodo natalizio, rievocandone l’atmosfera tra soffici fiocchi di neve e alberi di Natale che fanno la loro prima comparsa nelle case.