Diciamola tutta: non ci sono Billions, Shannara, Legends of Tomorrow o American Crime Story che tengano. Il primo vero, grande evento di questo 2016 televisivo è Vinyl, la nuova serie HBO prodotta da Martin Scorsese, Mick Jagger e Terence Winter (che ne è anche lo showrunner). Le aspettative, come potete ben immaginare, già erano alle stelle ma poi, dopo aver appreso la notizia che il pilot sarebbe durato due ore (due ore!) e avrebbe avuto lo stesso Scorsese dietro la macchina da presa, il mio hype ha raggiunto i massimi livelli.
Non solo Vinyl non delude le attese, ma Scorsese si supera (per la televisione aveva già diretto il pur entusiasmante pilot di Boardwalk Empire) regalandoci uno dei migliori esordi televisivi degli ultimi anni.
Scritta da Terence Winter e George Mastras (uno degli autori della mitica “Writers’ Room” di Breaking Bad), la prima puntata, ambientata nella New York del 1973, ci introduce il personaggio di Richie Finestra (il bravissimo Bobby Cannavale), un produttore musicale italo-americano proprietario di un’etichetta discografica che versa in gravi difficoltà economiche e gestionali. Finestra è in trattativa con i tedeschi della Polygram per la vendita della label, e già da questo episodio sappiamo che Richie – ora tossicodipendente e in evidente crisi esistenziale – ha cominciando partendo dal nulla e per sfondare ha compiuto scelte molto spiacevoli (nello specifico, dei flashback ci raccontano il deterioramento del rapporto professionale e umano tra il produttore e un suo musicista). Il pilot presenta anche tutti i personaggi che ruotano attorno a Finestra, in particolare la moglie Devon (Olivia Wilde), con cui ha dei problemi coniugali, la sua crew capitanata da Zak Yankovich (Ray Romano) e una dipendente della label, Jamie Vine (Juno Temple), che per farsi notare segnala a Richie una sconosciuta band punk, un genere allora molto marginale (il tema centrale della serie sarà appunto l’ascesa del punk da fenomeno di nicchia a successo mainstream). Ci sarebbe molto altro da dire (nel pilot assistiamo ad almeno un paio di eventi che condizioneranno questa prima stagione) ma se non avete ancora visto la puntata eviteremo spoiler eccessivi. Piuttosto correte a recuperarla!
Ultimamente si abusa troppo spesso del termine ‘capolavoro’, ma non trovo altre parole per definire queste due ore di grande cin…, ehm, volevo dire televisione.
Sarebbe superfluo parlare della realizzazione (tutto perfetto: regia, cast, sceneggiatura) quindi mi limito a dire che Vinyl riesce a mescolare alla grande le atmosfere viste sia in American Hustle (anche se questo pilot il film di David O. Russel se lo mangia a colazione) sia nell’ultimo film di P.T. Anderson, Vizio Di Forma (nei momenti più psichedelici e grotteschi della puntata), arricchendole con uno stile di scrittura solidissimo tipicamente HBO (qui i modelli di riferimento sono The Sopranos e Boardwalk Empire, e non è un caso, dato che Winter ha lavorato nei due show). Ovviamente però la regina incontrastata della serie è la musica: da Otis Redding ai New York Dolls passando per i Black Sabbath, la puntata ha una selezione musicale davvero incredibile che non è solo un sottofondo ma parte integrante della storia che si sta raccontando (in alcuni punti sembra quasi di vedere un musical). L’unica piccola, insignificante pecca è che il personaggio interpretato da Cannavale sa un pò di deja-vù: un antieroe tossicodipendente bello e dannato con un passato non limpidissimo (un pò Don Draper, un pò Tony Soprano) non è proprio il massimo dell’originalità.
Dal punto di vista degli ascolti purtroppo l’esordio non è stato molto incoraggiante (in America ha totalizzato solo 760.000 telespettatori live) ma la HBO, nonostante tutto, crede a tal punto in questo prodotto che l’ha immediatamente rinnovato per una seconda stagione e questo perchè:
- domenica, oltre a Vinyl, ricominciava negli States The Walking Dead e contrastare una macchina macina-ascolti come la serie della AMC è impresa molto, molto ardua;
- essendo una premium cable tv (un servizio in abbonamento senza pubblicità), per la HBO gli ascolti live contano fino ad un certo punto (infatti per una rete del genere contano di più gli ascolti aggregati, basati sostanzialmente sull’on demand).
Il timore fondato è che una puntata del genere possa essere già l’apice qualitativo dello show, ma dato che esiste un precedente illustre (Boardwalk Empire) sono convinto che Terence Winter e il suo staff ci regaleranno una prima stagione superlativa. Ora diteci nei commenti le vostre impressioni su Vinyl!