Quando furono diffuse le prime immagini della nuova stagione di Black Mirror (la seconda prodotta negli USA), l’ambientazione fantascientifica vintage di uno degli episodi fece immediatamente discutere: l’idea che nell’universo distopico, maturo e grigio dello show potessero trovare posto toni pop e colorati che riportavano immediatamente alla mente la plancia dell’Enterprise di Stark Trek fece sorgere in molti il dubbio che lo showrunner Charlie Brooker fosse a corto di idee. Ora che però abbiamo potuto vedere in anteprima USS Callister, la puntata 4×01 della serie, possiamo dirvi che non solo lo script è capace di riservare molte sorprese, ma che le tematiche e le atmosfere perturbanti che hanno fatto il successo del brand Black Mirror sono la quintessenza stessa della puntata – per la cronaca, una delle migliori di questa stagione e tra le migliori della serie.
STAR TREK NON È MAI STATO COSÌ INQUIETANTE
Il Capitano Delay (Jesse Plemons, Breaking Bad) è l’eroico comandante di un’astronave con cui esplora lo spazio infinito in compagnia di un equipaggio che lo ammira ai limiti della venerazione. O almeno, è questo che sogna di essere il protagonista ogni qual volta si immerge nella realtà virtuale di Infinity – Space Fleet Mod, una mod da lui segretamente sviluppata e utilizzata che si basa sul celebre gioco virtuale che ha creato anni prima, riadattandolo all’ambientazione del suo telefilm preferito. Nella vita di tutti i giorni però l’uomo è si un ricco e talentuoso sviluppatore software, ma è anche un individuo piuttosto squallido, incapace di relazionarsi col prossimo e per questo pieno di rancore represso e frustrazione. Quello svago immersivo in cui fugge dalla realtà (una sorta di Westworld virtuale) sarebbe uno strumento perfetto seppur perturbante per fingere un’esistenza diversa, se non fosse che nel mondo di Black Mirror difficilmente la tecnologia è rassicurante e che a pagare il prezzo delle sue gesta spaziali ci sono delle vittime la cui natura è tutt’altro che banale (e che ovviamente non staremo a rivelarvi, in modo da lasciarvi il piacere di godere della puntata).
RISATE E ANSIA; AZIONE E TENSIONE
La regia di Toby Haynes è straordinaria e il talento del cast ha un ruolo fondamentale nel rendere credibile la messinscena (a fianco di Plemons troviamo la Cristin Milioti di How I Met Your Mother e il Jimmi Simpson di House of Cards). In circa un’ora di girato lo script di Brooker (per stavolta affiancato da William Bridges) riesce a spaziare in molteplici generi narrativi nonché in varie declinazioni della fantascienza, riuscendo a stupire per la sorprendente capacità di utilizzare l’ambivalenza di alcune scelte per divertire e turbare profondamente al contempo.
Dall’avventura pop della fantascienza televisiva d’altri tempi alla denuncia di un mondo in cui la fuga nel virtuale è una comoda e non necessaria scappatoia dalla vita vissuta, dagli inseguimenti tra gli asteroidi allo sfuggente concetto della consapevolezza del sé artificiale, dal thriller psicologico alla tematica del ricatto legato alla violazione del domicilio informatico, USS Callister si rivela come un piccolo miracolo narrativo in cui riescono a coesistere una pluralità di livelli di lettura – nessuno dei quali sacrificato o gratuito – all’interno di un mediometraggio televisivo costruito su un’idea non troppo innovativa ma certamente sviluppata in modo coraggioso.
UN EPISODIO CHE ANTICIPA IL FIL ROUGE DELLA STAGIONE
Poco importa se nello stesso passato di Black Mirror siano state sfiorate tematiche analoghe o se l’immersione nel gioco virtuale ricordi un celebre spot di Netlifx, Vista: il risultato d’insieme si regge su un mix originalissimo che non solo – grazie anche al solidissimo montaggio di Selina Macarthur – riesce a tenere incollati allo schermo, ma che pur non sviscerando ognuno degli spunti offerti regala allo spettatore suggestioni estremamente stimolanti e un finale non banale, proprio come da tradizione dello show. Da qualunque punto di vista si guardi l’impianto narrativo costruito da Brooker e Bridges, il futuro di Black Mirror continua ad essere più che mai inquietante e indesiderabile, e soprattutto, sarà con questo episodio che si affaccerà per la prima volta alla mente di molti spettatori un concetto fantascientifico quanto non così distante: l’idea di quanto possa esser detestabile l’abuso sulle intelligenze artificiali. Se vivere una vita finta può essere una prospettiva agghiacciante, vessarne una può essere infinitamente peggio, e in tal senso USS Callister introduce una tematica che, in forme diverse, riaffiorerà più volte nel corso della quarta stagione di Black Mirror, diventandone il vero leitmotiv.
Black Mirror tornerà su Netflix dal 29 dicembre.