Decadente, surreale e piena di contrasti è Roma, protagonista insieme a Giovanni (Antonio Albanese) e Monica (Paola Cortellesi) dell’ultimo lungometraggio di Riccardo Milani Come un Gatto in Tangenziale, in sala dal 28 dicembre.
La storia si basa sulle differenze ideologiche e culturali di due persone costrette a conoscersi a causa di una relazione sentimentale tra i figli adolescenti Agnese (Alice Maselli) e Alessio (Simone De Bianchi).
Due genitori ai poli opposti della società costretti a confrontarsi per il bene dei figli
Giovanni è un intellettuale, dirigente di un think tank che si occupa di gestire progetti europei per il rinnovo delle periferie, mentre Monica è una madre lavoratrice che deve occuparsi sia del figlio, che delle sorelle gemelle che vivono con lei.
Moglie di un pregiudicato (Claudio Amendola) Monica vive nella difficile periferia di Bastogi, un quartiere ai confini di Roma. Al contrario Giovanni è un uomo benestante, abita in centro ed è divorziato dalla prima moglie Luce (Sonia Bergamasco), una radical chic in trasferta in Francia per lavoro.
Uscire dai propri confini per conoscere da vicino la periferia più profonda
Giovanni si occupa per lavoro delle periferie ma trova l’opportunità di poterle studiare da vicino soltanto quando conosce la realtà di Monica, delle sue sorelle e del vicinato.
Tra situazioni divertenti, luoghi tanto surreali quanto realistici e personaggi sarcastici Giovanni e Monica dovranno confrontarsi per il bene dei loro figli, sfidando i pregiudizi e incontrandosi in una particolare e stimolante amicizia.
L’ironia come chiave interpretativa per analizzare il conflitto sociale
Sulla sceneggiatura di Furio Andreotti, Giulia Calenda, Paola Cortellesi e lo stesso Riccardo Milani, il regista propone una visione di commedia all’italiana di stampo monicelliano (di cui è stato un collaboratore) accentuando le caratterizzazioni dei personaggi senza esagerazioni e tenendo lo spettatore su un costante filo di sana ironia che non si limita alla risata goliardica ma induce alla riflessione. In questo film c’è molto spirito romano, quella capacità degli abitanti della Capitale di saper affrontare le difficoltà senza piangersi addosso, facendo leva sull’amicizia e sull’autoironia (il titolo ne è già un esempio) di cui si fa portavoce Monica.
Una caratteristica tipica soprattutto dei quartieri popolari, dove in passato la solidarietà tra vicini era il punto di forza delle relazioni sociali mentre oggi sta rischiando di scomparire in favore di una sempre più preponderante spinta all’individualismo e alla paura dell’altro.
Sembra essere proprio questo il cuore di Come un Gatto in Tangenziale, storia di una Giulietta e Romeo contemporanei, non palesemente ostacolati ma sottilmente spinti da entrambi i genitori a valutare le proprie differenze culturali e sociali.
La diversità diventa opportunità di ascolto, aiuto e conoscenza
Un elogio della “contaminazione” di cui il protagonista Giovanni fa la sua bandiera, oggetto del suo lavoro e delle convinzioni sociopolitiche ma anche uno specchio per comprendere le diversità, prenderne atto e accettarle, così come i propri difetti e pregiudizi.
Monica e Giovanni dovranno lavorare su loro stessi per fare in modo che la loro amicizia possa durare più tempo di un gatto in tangenziale, allontanando i vicendevoli pregiudizi e spingendosi l’una nel terreno dell’altro, scoprendo che le differenze sono una risorsa e non una barriera.
Paola Cortellesi e Antonio Albanese come coppia consolidano l’intesa nata un anno fa con Mamma o Papà?, commedia diretta dello stesso Milani e condividendo esperienze televisive in programmi storici come Mai Dire Gol riescono a rispettare i tempi comici con grande precisione e senza mai stereotipare i loro personaggi, rendendoli autentici.
In particolare la Cortellesi, romana doc e co-sceneggiatrice del film, interpreta un ruolo difficile poiché facilmente esposto al tranello della macchietta, in cui mostra la sua esperienza cinematografica e teatrale costruendo un personaggio realistico e malinconico e offrendo un’ottima performance, tra le migliori nel panorama della commedia italiana contemporanea.
Antonio Albanese, capace di creare personaggi enfatizzati e surreali come Epifanio e Cetto La Qualunque in questo lungometraggio è chiamato a lavorare su un uomo ordinario in cui trova la giusta chiave interpretativa per non sconfinare nello snobismo manageriale.
Entrambi i protagonisti costruiscono i loro personaggi su un confine sottile che si snoda sui molti contrasti proposti nella sceneggiatura dimostrando la capacità di saper strutturare due soggetti autentici.
Interessante anche il personaggio di Luce, interpretata da Sonia Bergamasco, donna apparentemente intellettuale, ma in realtà frivola e conservatrice, mentre il cameo di Claudio Amendola nei panni di Sergio, marito galeotto di Monica, appare come il personaggio più stereotipato senza aggiungere nulla alla storia.
Come un Gatto in Tangenziale esce in pieno clima festivo ma è tra le migliori commedie italiane degli ultimi anni, capace di far ridere e indurre una riflessione sulla società con intelligenza, la giuste dose di ironia e un cast equilibrato. Un esempio di come l’intesa tra regista e protagonisti e la scelta di una buona sceneggiatura produca un prodotto di qualità ma capace di parlare al cuore di un pubblico eterogeneo.