Michele Silenzi è cresciuto e la sua storia di adolescente con il potere dell’invisibilità diventa sempre più oscura. Gabriele Salvatores ritorna a dirigere Il Ragazzo Invisibile su soggetto e sceneggiatura di Alessandro Fabbri, Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo, stessa squadra del primo capitolo, uscito nel 2014. La storia riparte da dove si è interrotta, svelando la vera identità di Michele (Ludovico Girardello), figlio naturale di Yelena (Ksenia Rappoport) nel frattempo diventata il capo della coalizione degli Speciali, un gruppo di agenti russi dotati di poteri soprannaturali, rapiti da un’organizzazione paramilitare e scappati dalla prigionia con due neonati.
Il ritorno di Michele Silenzi con una nuova avventura
Michele, ormai sedicenne, è costretto a fare i conti con un tragico evento che sconvolge nuovamente la sua vita, già messa alla prova dalla scoperta del potere dell’invisibilità.
Ancora innamorato di Stella (Noa Zatta) è animato dalle tempeste ormonali e dalla voglia di raccontare al mondo la sua diversità. Schivo e chiuso in se stesso Michele trova nella sua nuova compagna di scuola Natasha (Galatea Bellugi) la chiave per risolvere l’enigma della sua vita. Insieme alla sua madre naturale Yelena e alla misteriosa ragazza, Michele è chiamato ad intraprendere una nuova avventura, unendosi come Speciale di seconda generazione (nato da genitori entrambi Speciali) al gruppo di supereroi guidato dalla stessa Yelena.
Michele dovrà superare le proprie paure e scegliere tra il bene e il male in un mondo surreale dove la divisione tra Normali e Speciali è sempre più netta.
Insieme al film usciranno in edicola e fumetteria il libro e la graphic novel
Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione si inserisce in un progetto legato alla crossmedialità, in collaborazione con Panini Comics e Salani Editore. Al cinema dal 4 gennaio e in edicola e libreria nello stesso giorno i tre diversi prodotti, film, graphic novel e romanzo.
Gabriele Salvatores tenta nuovamente di portare il linguaggio dei fantacomics nel cinema italiano con un prodotto dedicato prevalentemente agli adolescenti ma che strizza l’occhio ad un pubblico adulto, in particolare nell’approfondimento del rapporto genitori figli.
Seppur contornata da qualche esercizio di stile poco pregnante con la storia, la direzione del regista, premio Oscar per Mediterraneo, è ben congegnata e coadiuvata da un utilizzo degli effetti speciali notevolmente migliorato rispetto al primo capitolo.
Supervisionati da Victor Perez, che ha un’esperienza ventennale (e internazionale) nel settore, gli effetti speciali (VFX) hanno richiesto 19 mesi di lavorazione con un team di oltre 60 specialisti provenienti da diversi Paesi.
Tuttavia l’impegno che la produzione ha richiesto non compensa la sceneggiatura ancora arenata su molti stereotipi e sulla volontà di voler a tutti i costi replicare un modello cinematografico di stampo statunitense.
Emerge la capacità registica di saper attraversare differenti generi cinematografici
Salvatores, regista che ama la diversità di linguaggio nei suoi film, basti pensare a soggetti come Denti, Nirvana e Amnesia, ha deciso di cogliere la sfida de Il Ragazzo Invisibile, prestando la sua esperienza trentennale. Purtroppo però non basta avere un ottimo regista se tutta la costruzione dello script è arenata su una concezione dei supereroi che preferisce imitare la storia e la cultura dei fumetti americani piuttosto che inventare qualcosa di originale.
Viene molto difficile comprendere le motivazioni per cui si sia scelto anche per questa saga di identificare gli antagonisti con i russi, di riproporre una divisa in latex nero e di utilizzare i superpoteri degli Speciali per definirli con un nome specifico (Morfeo, Roccia, Cinetica, Elastica e così via). Una trovata che non può non definirsi in altro modo se non scontata e priva di inventiva.
Il protagonista Ludovico Girardello è molto cresciuto dal primo capitolo sia fisicamente che professionalmente, dando una prova discreta e sicuramente migliore rispetto al precedente film. Mentre ne Il Ragazzo Invisibile si dava più spazio all’azione dei Normali, con Valeria Golino come protagonista femminile, in questo sequel Ksenia Rappoport guida gli Speciali, mostrando prova della sua versatilità, interpretando un personaggio ambiguo e più sfaccettato rispetto agli altri membri del gruppo sovietico.
Un secondo capitolo che affronta il lato oscuro del protagonista
Ne Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione si predilige l’aspetto più oscuro legato sia all’adolescenza che alla scoperta di un nuovo potere.
Prendendo spunto dalla morale che impone al ragazzo la scelta tra il bene e il male, retorica che spadroneggia in molti fumetti, lo script si costruisce in particolare su un episodio specifico che vede nella lotta tra Normali e Speciali la chiave di lettura del film.
Il Ragazzo Invisibile – Seconda Generazione continua la storia senza aggiungere elementi che riescano seriamente a dare un’originalità a questa saga, migliorato nella recitazione e negli effetti speciali rispetto al primo capitolo, il sequel non convince per un uso eccessivo della retorica, la mancanza di originalità nella scelta dei costumi e nella costruzione dello script, troppo legato ad un universo fumettistico ben definito e realizzato da altre produzioni ben più imponenti.
Si riconosce il tentativo di approcciare un genere diverso, che riesca a parlare il linguaggio degli adolescenti con la metafora e l’utilizzo di effetti speciali qualitativamente superiori alla media dei film italiani, ma questo non basta a promuovere il film che rimane arenato nei luoghi comuni e in una sceneggiatura piatta e poco adrenalinica.
Probabilmente uscirà un terzo capitolo, in cui ci auguriamo che gli elementi riescano a combaciare meglio, consegnando un prodotto più interessante e innovativo.