Nell’era della peak TV (cioè quella in cui l’offerta televisiva seriale statunitense si è fatta sproporzionatamente sovrabbondante) le serie TV hanno raggiunto un livello quantitativo e qualitativo senza precedenti: ogni settimana escono nuove proposte e per gli appassionati diventa sempre più difficile recuperare questa mole impressionante di show. A dispetto della vastità dei prodotti a nostra disposizione, anche durante lo scorso anno abbiamo coperto il maggior numero possibile di serie per avere il polso del mercato, e ora vogliamo stilare una classifica per proporvi il meglio della serialità televisiva del 2017, in 20 titoli.
Per scegliere e classificare le due decine di prodotti più prestigiosi tra quelli distribuiti in Italia, abbiamo cercato di adottare un metro di valutazione il più ‘oggettivo’ possibile, operando una selezione basata su un giudizio qualitativo sulla realizzazione (scrittura e regia dei singoli episodi, recitazione, comparto tecnico) e poi pesandola sull’originalità d’insieme del risultato e sulla sua capacità di avere un impatto sull’immaginario collettivo. Nonostante il grande impegno, non sono mancate le esclusioni eccellenti.
Ci sono infatti grandi show che abbiamo valutato ma che, per vari motivi, abbiamo a malincuore escluso dalla ventina (nomi consolidati come The Americans, Homeland, Silicon Valley, Rick & Morty, per citarne alcuni); ci sono nuovi prodotti molto interessanti per i quali sospendiamo però il giudizio fino alla stagione successiva (Babylon Berlin, Ozark, Legion, I Love Dick, Atypical, 13, American Vandal, The Marvelous Mrs. Maisel), e show degnissimi di lode che però non hanno ancora avuto una distribuzione italiana ufficiale (Feud, Halt and Catch Fire, la terza stagione di Mr. Robot). Abbiamo poi deciso di escludere gli show divisi in mid-seasons, le miniserie (ad esempio Godless, L’Altra Grace e Mindhunt: Unabomber) e abbiamo tenuto fuori dalla Top 20 il pur notevole Sherlock per via del limitatissimo numero di puntate.
Ecco di seguito i primi dieci posti della top 20 delle migliori serie tv del 2017.
20. PEAKY BLINDERS (BBC Two/Netflix)
Pur non toccando le vette dello scorso anno, Peaky Blinders si conferma una delle serie inglesi più importanti nel panorama seriale. La quarta stagione dello show BBC Two mette gli Shelby in grandissima difficoltà, gettando ombre inquietanti sulla stessa sopravvivenza della famiglia. Il prodotto creato da Steven Knight, grazie anche alle interpretazioni di grandi attori del calibro di Cillian Murphy, Helen McCrory e Tom Hardy, è in grado di competere con le produzioni americane più blasonate. Ormai un cult sempre più apprezzato dal pubblico di tutto il mondo. (Giuseppe Sallustio)
19. DARK (Netflix)
Inizialmente scambiata per uno “Stranger Thing più oscuro”, in realtà Dark è qualcosa di completamente diverso: è un racconto labirintico sul tempo, capace di capovolgere continuamente se stesso e le aspettative del pubblico. Ancora più di questo, la prima produzione tedesca di Netflix (che ha riscosso un grande successo nel resto del mondo) è la dimostrazione di come nel cuore dell’Europa si possa confezionare un prodotto con un’identità forte, un linguaggio debitore al cinema del Vecchio Continente, degli attori tedeschi che recitano in lingua tedesca in Germania, e che però possa rivendicare un fortissimo appeal internazionale. Più di ogni altra serie dell’anno, Dark dimostra che il dominio dei prodotti anglofoni non è affatto inattaccabile. (Luca Ciccioni)
18. ORANGE IS THE NEW BLACK (Netflix)
Orange Is The New Black vive la sua quinta stagione come un esperimento che ha colto molti impreparati: il tropo del “something completely different” non rimane limitato a una puntata ma viene esteso a un intero ciclo narrativo. I 13 episodi della stagione sono interamente dedicati a raccontare una rivolta di soli 3 giorni (ispirata a quella di Attica del 1971), e questa inusuale espansione dei tempi narrativi ci accompagna in un microcosmo in cui prendono corpo i sogni e gli incubi delle detenute, che nel loro attimo di libertà rivendicano tutta l’individualità che la serie ha suggerito sin dall’inizio. Una narrazione mai così ambiziosa, nella quale il personaggio della protagonista finisce addirittura per risultare marginale, e che rivoluziona lo show preparandolo per le sue due ultime stagioni. (Luca Ciccioni)
17. FARGO (FX/Sky Atlantic)
Nel 2017 Fargo non riesce a mantenersi sullo stesso livello delle prime due stagioni. Nonostante ciò, la serie FX ispirata all’omonimo film dei fratelli Coen ha comunque regalato 10 episodi di grande qualità grazie alla splendida messa in scena, alla scrittura sopraffina di un importante showrunner come Noah Hawley e allo straordinario cast (Ewan McGregor, Carrie Coon e Mary Elizabeth Winstead, per fare alcuni nomi). Da sottolineare la presenza quest’anno del villain più carismatico della storia dello show, il V.M. Varga interpretato da un gigantesco David Thewlis. (Giuseppe Sallustio)
16. GLOW (Netflix)
La novità più divertente del 2017. La serie Netflix racconta le vicende di un gruppo di donne che, convinte da un regista di B-movie, cercano la fama attraverso il wrestling femminile. GLOW sfrutta il trend nostalgico degli anni ‘80 per mettere in scena una comedy che gioca sugli stereotipi (ogni personaggio ha una caratterizzazione ben precisa all’inizio) per poi rimetterli in discussione evidenziando tutta l’umanità di questa banda di reietti. Grazie anche all’interpretazione piena di energia di Alison Brie, lo show coinvolge lo spettatore dall’inizio fino alla fine, senza perdere mai il suo spirito. (Giuseppe Sallustio)
15. STRANGER THINGS 2 (Netflix)
Probabilmente la proprietà Netflix più riconoscibile; un lovemark per cui sarebbe stato molto facile riproporre una seconda stagione ricalcata sul successo della precedente. E invece, nonostante il risultato sia perfettibile, Stranger Things 2 rientra nella nostra classifica proprio perché i Duffer hanno il coraggio di osare e modificare la formula che ha decretato il successo della loro serie. Viene superata la struttura narrativa del gruppo coeso di bambini che se la deve cavare senza l’aiuto degli adulti; il mondo dei grandi e quello dei piccoli si confondono e i personaggi diventano più indipendenti; all’insondabile mistero inizia a sostituirsi una mitologia più strutturata e riconoscibile, e viene infine capovolto il paradigma Lovecraftiano: abbiamo esseri arcani che disturbano anziché esser disturbati. (Luca Ciccioni)
14. AMERICAN GODS (STARZ/Amazon Prime Video)
American Gods è lo show cult di cui la premium cable americana STARZ aveva disperatamente bisogno. La serie creata da Bryan Fuller (Hannibal, Star Trek: Discovery) e Michael Green (Logan, Blade Runner 2049) è visivamente uno dei prodotti televisivi più ambiziosi e visionari dell’anno. Nonostante una prima stagione introduttiva, lo stile inconfondibile e i personaggi che popolano l’universo di American Gods riescono fin da subito ad ammaliare lo spettatore. L’abbandono prematuro dei due showrunner e di un’attrice carismatica come Gillian Anderson avrà conseguenze sul futuro della serie ma la speranza è che Neil Gaiman possa intervenire in prima persona per non snaturare questo progetto originalissimo. (Giuseppe Sallustio)
13. THE LEFTOVERS (HBO/Sky Atlantic)
Quando HBO aveva annunciato che la terza stagione di The Leftovers sarebbe stata l’ultima, non era difficile prevedere un calo qualitativo sul piano narrativo. Gli otto episodi finali sono sicuramente un passo indietro rispetto al passato ma lo show di Damon Lindelof dimostra ancora una volta di rappresentare un unicum nel panorama televisivo recente per la capacità rara di rappresentare l’umanità in tutte le sue sfumature. La presenza di grandissimi interpreti come Justin Theroux e Carrie Coon ha permesso allo spettatore di vivere assieme a loro questo meraviglioso viaggio, conclusosi con un finale memorabile. (Giuseppe Sallustio)
12. BIG LITTLE LIES (HBO/Sky Atlantic)
Nell’anno in cui le donne sono state le grandi protagoniste all’interno della serialità televisiva, non potevamo non considerare lo show HBO Big Little Lies. Se il soggetto alla base non è tra i più originali (un omicidio sconvolge la vita di una comunità all’apparenza molto tranquilla), la serie utilizza il pretesto narrativo del giallo (chiunque potrebbe essere il potenziale colpevole) per far luce sul lato oscuro delle piccole realtà borghesi. Il cast fantastico (Reese Witherspoon, Nicole Kidman, Laura Dern, Shailene Woodley e Alexander Skarsgård) e la regia di Jean-Marc Vallée sottolineano il valore di un prodotto che agli Emmy ha sbancato nelle categorie riservate alle limited series. (Giuseppe Sallustio)
11. MASTER OF NONE (Netflix)
La comedy è un genere che in questi anni si sta evolvendo negli States. Seguendo l’insegnamento di Woody Allen, si sono affacciati sulla scena televisiva comici che si sono dimostrati autori raffinati come Louis CK (travolto nel 2017 dagli scandali sessuali) e Aziz Ansari. Con Master Of None l’attore americano di origini indiane fa il salto di qualità, soprattutto nella seconda stagione: lo show Netflix è diventato molto più ambizioso e Ansari mostra una maturità artistica sorprendente. Probabilmente una delle dramedy migliori in circolazione. (Giuseppe Sallustio)