Il conglomerato multimediale Viacom, che controlla la Paramount Pictures, ha deciso di compiere un’operazione ambiziosa di rebranding cambiando il nome del canale via cavo Spike in Paramount Network (a partire dal 18 gennaio 2018). La scelta dei vertici è giustificata dal fatto di voler favorire il legame tra la rete e gli studios cinematografici, voltando pagina soprattutto per quanto riguarda l’offerta di produzioni seriali originali (gli show di Spike come The Mist e The Shannara Chronicles sono stati una completa delusione). Ad inaugurare la nuova fase, caratterizzata da contenuti con un taglio più cinematografico, è la miniserie Waco, creata da John Erick Dowdle e Drew Dowdle (Quarantena, Necropolis – La Città dei Morti, No Escape – Colpo di Stato).
IL RACCONTO DI UNA VICENDA REALMENTE ACCADUTA
Lo show è incentrato sulla storia vera dell’assedio di Waco (cittadina del Texas), una sanguinosa operazione di polizia in cui persero la vita, nel 1993, molte persone. Da un lato abbiamo David Koresh (Taylor Kitsch), leader carismatico e controverso di una setta (dal nome eloquente, i Davidiani) che lo idolatra come se fosse il nuovo Messia; dall’altra parte invece abbiamo Gary Noesner (Michael Shannon), il capo del reparto dell’FBI che si occupa delle negoziazioni. I Davidiani finiscono sotto la lente di ingrandimento dell’FBI: Noesner si troverà a dover lavorare con Richard Rogers (Shea Whigham) e con Tony Prince (Glenn Freshler), agenti molto meno inclini al dialogo con i sospettati.
UN PRODOTTO TELEVISIVO DAL GRANDE IMPATTO EMOTIVO
Provenienti dal cinema di intrattenimento (soprattutto horror), i fratelli Dowdle si imbattono nel loro progetto più ambizioso mettendo in scena una pagina nera della storia recente americana. Sulla scia del grande successo ottenuto da American Crime Story, Waco compie la stessa operazione della serie targata FX ovvero analizzare il passato per parlare di tematiche di grande attualità. Due in particolare sono i punti nevralgici dello show: la realtà all’interno delle sette pseudo-religiose e l’interventismo violento da parte dell’FBI e dell’ATF (l’agenzia che si occupa delle armi e del traffico illegale di tabacco e alcol). Nel primo subplot gli showrunner si concentrano sulla descrizione dei Davidiani, un gruppo eterogeneo di persone che ha trovato in Koresh il proprio guru: la rappresentazione del capo della setta (interpretato da un bravissimo Taylor Kitsch) è uno dei grandi punti di interesse della miniserie, un personaggio affascinante ed ambiguo dal background oscuro. Michael Shannon invece è il protagonista della sottotrama più politicamente schierata di Waco, che evidenzia la deriva sempre più militarista delle forze di polizia federali a scapito della risoluzione pacifica delle operazioni più spinose (un cambiamento che mette in dubbio le certezze del character di Shannon). Nel corso dei sei episodi, il merito maggiore degli sceneggiatori è quello di dare spazio alle versioni di entrambi gli “schieramenti”: Waco infatti prende spunto dalle due biografie di David Thibodeau (uno dei Davidiani sopravvissuti all’assalto) e dello stesso Gary Noesner per offrire al pubblico il punto di vista più obiettivo e neutrale possibile.
L’assedio di Waco è stato un capitolo imbarazzante per gli Stati Uniti (morirono in quell’occasione 76 persone, tra cui 25 bambini innocenti) e, guardando il prodotto di Paramount Network, ci rendiamo conto di come la Storia, a volte, non sia in grado di insegnare nulla: nonostante i Davidiani vengano dipinti come una setta eticamente discutibile, l’abuso di potere da parte dell’FBI e dell’ATF sconvolge lo spettatore per la sua irrazionalità (già prima del 1993 c’erano stati casi molto simili, finiti anche questi in tragedia). Pur essendo uno show basato su una vicenda realmente accaduta, la costruzione di Waco è equiparabile a quella di un thriller/horror: i fratelli Dowdle, provenienti da quel mondo, utilizzano gli stilemi del genere per aumentare gradualmente la tensione di puntata in puntata, fino all’esplosivo finale.
Oltre alla realizzazione tecnica di buon livello (asciutta ed essenziale, senza fronzoli) e a due grandi interpreti, spicca anche lo straordinario supporting cast: Andrea Riseborough (Birdman, Black Mirror, Animali Notturni), Shea Whigham (grande caratterista che negli ultimi anni ha lavorato in alcune delle produzioni televisive e cinematografiche statunitensi più prestigiose), Paul Sparks (House of Cards, Boardwalk Empire) e Melissa Benoist (Supergirl).
Che Paramount Network stia diventando un nuovo player credibile nel panorama della Peak TV? È ancora prematuro fare un’affermazione del genere ma Waco fa intravedere segnali incoraggianti di un nuovo corso per il canale che potrebbe regalare grandi soddisfazioni. Lo show in Italia è disponibile anche in streaming sul sito di Paramount Channel.