Selezionato come rappresentante della Romania nella corsa per la nomination al Miglior Film Straniero agli Oscar 2018, Fixeur di Adrian Sitaru arriva finalmente nelle nostre sale il 22 marzo. Considerato uno degli astri nascenti del cinema rumeno, il regista quarantaseienne dirige un piccolo capolavoro, nonostante il budget esiguo a disposizione.
L’ETICA E LE VITE AL LIMITE
Radu (Tudor Aaron Istodor), apprendista giornalista che lavora in Romania per un’emittente francese, ha tra le mani la notizia che può dare una svolta alla sua carriera: uno scandalo su un giro di prostituzione minorile. Conoscendo il francese, Radu ha una posizione di vantaggio rispetto agli altri colleghi, e quando la minorenne Anca viene rimpatriata, si offre come interprete per due giornalisti venuti da Parigi, Axel (Mehdi Nebbou) e Serge (Nicolas Wanczycki). La ragazza viene affidata a un istituto di suore e da qui inizia la caccia di Radu e dei colleghi, ma il giornalista dovrà fare i conti con i suoi obiettivi, l’etica professionale e la pietà umana.
LA DENUNCIA RESTA IMPLICITA
Una trama con una forte struttura narrativa che non si risolve in un semplice film sul giornalismo, ma che vuole parlare del dualismo del sistema umano di valori. Un dilemma morale, tra il rispetto dell’individuo e l’ambizione, l’umanità e l’arrivismo. Come in Ilegitim, Sitaru tratta un argomento scottante in modo imparziale, coinvolgendo lo spettatore fino a fargli prendere una posizione. Il tema dello sfruttamento della prostituzione minorile nell’Europa dell’Est è delicato e il regista romeno riesce ad affrontarlo senza cadere nella retorica: una cruda lezione di vita per una generazione senza esperienza, che può essere distrutta dalle iene che stanno in agguato in una società dove non tutti sono animati da buone intenzioni.
L’ENNESIMA PIENA CONFERMA PER SITARU
La prima parte di Fixeur può sembrare un po’ lenta, ma con il progredire dell’azione lo spettatore avverte uno scossone, calandosi in una storia di vita ancorata alla realtà contemporanea. Tudor Aaaron Istodor offre un’interpretazione più che ottima, restituendo alla perfezione un ruolo dalle mille sfaccettature, così come fanno il talentuoso Mehdi Nebbou e Nicolas Wanczycki. Come già evidenziato nei lavori precedenti, la fotografia transilvanica di Adrian Silisteanu ben si sposa con le intenzioni di Sitaru, che si conferma eccellente dietro la macchina da prese per mezzi tecnici e stilistici. Difetti? Nessuno: un film assolutamente da non perdere, con Adrian Sitaru che può essere considerato ormai uno dei registi di punta dell’interessantissimo panorama romeno.