«Questa è Taelor R. È meglio conosciuta come “Craytay” (“la pazza Tay” n.d.r.). È anche conosciuta come la Paris Hilton di Montrose. Questa ragazza è la più grande bugiarda che abbia mai conosciuto. Parla di continuo di come si debba essere gentile con le persone, di avere dei principi morali, e di come la natura “animale” delle persone della sua età le fa ribrezzo. Prima di tutto, è difficile pensare che abbia solo vent’anni. Sembra ne abbia un po’ più di trenta. Non solo è stata con ragazzi fidanzati, ma persino con quelli sposati. Forse se non fosse sempre fatta di pillole sarebbe in grado di capire i danni che provoca a chi le sta attorno. Ah, lo sapevate che è sposata?»
Se cercate Taelor Ranzau su Google non vi apparirà quasi nulla. Solo Il suo profilo Instagram, dove sembra una normale mamma, magari soltanto appariscente, e poi questa dichiarazione risalente al 2013, che abbiamo tradotto dalle pagine di un blog. Vedendo questa piccola perla di documentario, Southern Belle, presentato in concorso in anteprima nazionale al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018, ci si domanda perché una donna del genere non sia diventata, almeno sui social, una piccola star. Il film di Nicolas Peduzzi, già presentato al Festival del documentario di Marsiglia, segue Taelor in una sua ordinaria giornata di vita.
Se infatti non vi fosse l’etichetta di genere, ovvero di ‘documentario’, Southern Belle potrebbe benissimo essere un film indie del nostro secolo. Andrea Arnold, Harmony Korine, Larry Clark o lo Sean Baker de Un sogno chiamato Florida. Ognuno di loro potrebbe aver girato una cosa del genere. Il film infatti racconta di una donna di ventisette anni che si comporta come una adolescente, gironzolando con un gruppo di amici tossici e che consumano droga davanti alla telecamera senza alcun pudore. La telecamera di Peduzzi li inquadra, durante la notte, mentre sparano incessantemente. A Montrose, ghetto dorato del Texas, il passatempo preferito è, letteralmente, sparare.
Tuttavia, la protagonista rimane lei: Taelor. La sua storia è incredibile: figlia di un miliardario texano, perde il padre a soli 14 anni, ereditando una grande fortuna che si rivelerà una condanna. La sua vita prosegue fra dipendenza da droga e centri di recupero, dentro i quali affronta il mondo da sola. “CrayTay”, sconfitta la dipendenza, si ritrova senza il becco di un quattrino. Si ritrova a reinventarsi di continuo, dovendo però far fronte ad una personalità vulcanica e ad una vita senza alcuna regola. È una provocatrice: in una delle prime scene del film si fa riprendere appena uscita dalla doccia, con indosso un asciugamano che sembra fra scorrere in basso di proposito.
La sua è una esistenza malinconica, una quotidianità che esiste nei karaoke vuoti, nelle feste, nel consumo di droga del marito e dei suoi amici. Southern Belle racconta il mondo “trumpista”, o perlomeno degli elettori del Tycoon americano. Il Texas è storicamente preso in giro, vittima di parodie e di caricature, in tutti gli show e i cartoni televisivi. Sono quelli che chiameremmo amichevolmente “zotici”, persone semplici, talvolta maleducate e sguaiate, che vivono in uno stato profondamente conservatore. Ogni tanto è persino difficile seguire i loro discorsi, l’accento è complicato e difficile da comprendere. La grande qualità della regia di Peduzzi è che non aggiunge commenti alle gesta dei protagonisti, nemmeno si sente in dovere di sottolineare ciò che fanno; li inquadra.
Facendo così, squadrando i personaggi con una telecamera a mano precisissima, viene fuori tutta la malinconia e la disperazione di Taelor, la “bella del sud” a cui fa riferimento il titolo. Un documentario da vedere se si vuole conoscere più profondamente l’America e il modus vivendi della gran parte dell’elettorato di Trump.
Southern Belle sarà proiettato al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 in anteprima nazionale l’8 aprile alle ore 17:00 al Cinema Centrale.