Presentato in anteprima nazionale al Lucca Film Festival e Europa 2018, The Marriage della regista kosovara Blerta Zeqiri è una pellicola che vuole mettere in luce le contraddizioni presenti ancora oggi nella società balcanica, e si propone di farlo utilizzando l’amore omosessuale come canale narrativo.
Bekim (Alban Ukaj) è il proprietario di un bar e si sta per sposare con Anita (Adriana Matoshi), vegetariana orfana di guerra che attende da 15 anni di ritrovare ciò che resta dei corpi dei propri genitori. La loro quotidianità viene spezzata improvvisamente dall’arrivo da Parigi di Nol (Genc Saihu), amico di vecchia data di Bekim con cui ha condiviso gli orrori della guerra che ha devastato il Kosovo nel 1999. Nol dichiara presto di aver perso “l’amore della sua vita”, lasciando ben intendere fin dalle prime scene quale sia la vera natura del suo rapporto con Bekim, e trascinando lo spettatore all’interno di un dramma privato a triplice faccia.
Presentato per la prima volta al festival di Tallin, The Marriage è una brutale storia d’amore non corrisposto, in cui la vergogna per il proprio orientamento sessuale e l’asservimento a una tradizione vetusta soffocano il sentimento; è un feroce ritratto di un amore impossibile, inserito in un contesto come quello kosovaro ricco di contraddizioni e in cui le scorie del conflitto di fine millennio ancora avvelenano i rapporti.
Un mosaico, quello composto da Blerta Zeqiri (anche autrice della sceneggiatura insieme a Kreshnik Keka Berisha) che offre spunti molto interessanti legati alla recente storia kosovara – come ad esempio la sottotrama legata alla ricerca dei resti dei parenti di Anita – ma che presto li sacrificai per lasciare tempo e spazio al triangolo composto da Bekim, Anita e Nol.
È infatti la storia dei due amanti il fulcro centrale della macchina narrativa, che ne segue gli sviluppi da quando condividevano la stessa silenziosa camera in un rifugio durante la guerra, fino all’amaro ritrovamento, quando non c’è più spazio per le loro passioni, e fra di loro si inserisce l’incolpevole Anita (anche lei vittima di quelle contraddizioni e limitazioni tipiche del paese balcanico e messe in evidenza dal lavoro di una regista giovane e preparata).
Nonostante il montaggio curato dal co-sceneggiatore Berisha funzioni meglio in alcune parti che altre – rendendo il ritmo della pellicola troppo compassato in molti punti – l’uso della camera a mano dona al film un tono quasi documentaristico, che ben si sposa con lo stile della pellicola, creando una forte connessione empatica fra lo spettatore e i tre protagonisti. Proprio loro rappresentano il vero punto di forza della pellicola: l’interpretazione di Ukaj, Mashi e Saihu è di una potenza emotiva straordinaria, e riesce a donare ai loro personaggi uno spessore indispensabile per evitare una serie di stereotipi triti e ritriti. Il ritratto invece portato in scena dai tre protagonisti – tanto interconnessi l’uno con l’altro da aver ricevuto insieme un premio speciale al Festival di Tallin – è insieme drammatico e commovente.
The Marriage è una pellicola ben girata e con una scrittura solida che non mostra però particolari intuizioni, o meglio, decide coscientemente di non svilupparle, preferendo concentrarsi sulle interazioni dei tre protagonisti, che riescono a donare all’opera una potenza narrativa dirompente.
The Marriage sarà proiettato al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 alle ore 18:30 del 10 aprile presso il Cinema Centrale.