Nonostante in Europa possa esser difficile averne sentito il nome, Yehonatan Indursky è uno di più apprezzati scrittori e registi per la TV in Israele, showrunner fra il 2013 e il 2016 della serie Shitsel, serie di grande successo nel paese mediorientale, capace anche di portarsi a casa nel 2013 il premio per la miglior sceneggiatura in una serie drammatica agli Award of the Israeli Television Academy. Un autore e regista che di gavetta ne ha fatta, approdando al grande schermo una prima volta nel 2014 con il documentario Ponevezh Time per poi tornare con questo Driver, presentato in anteprima mondiale al Tallin Black Nights Festival e presentato in anteprima nazionale al Lucca Film Festival e Cinema Europa 2018, adattamento per il Cinema del suo corto di fine corso alla Sam Spiegel Film School, tra l’altro selezionato per il Jerusalem Film Festival del 2011.
Ambientato nella comunità ortodossa di Bnei Brak, dove lo stesso Indursky ha studiato da bambino e uno dei centri più importanti per gli studi religiosi ebraici, Driver è una drammatica storia di sopravvivenza, in cui il protagonista Nahman Ruzumi (interpretato da Moshe Folkenflick) è un’autista, che accompagna i mendicanti a chiedere soldi alle più facoltose famiglie della comunità fornendogli storie drammatiche per convincerli a elargire grosse somme, annotandosi su un taccuino ogni spunto che gli permetta di imbastire ogni notte una nuova storia credibile e dividendosi parimenti gli incassi della serata, puntualmente reinvestiti nel gioco d’azzardo in una squallida bisca frequentata da suoi simili, truffatori di bassa lega sempre in cerca di qualche occasione, anche bizzarra, per racimolare qualche shekel. Nahman fa tutto questo per mantenere la sua unica figlia, Hani (Manuel Elkaslassy), costretto a volte a portarla a lavoro con lui e aprendogli così una finestra sulla miserabilità della vita dell’autista, costretto a partecipare assieme alla bambina a celebrazioni e funerali di perfetti sconosciuti pur di mettere qualcosa nello stomaco e trovare l’ispirazione per scrivere nuove storie da far raccontare ai suoi clienti.
Quello messo in scena da Indursky, autore della sceneggiatura oltre che regista dell’opera, è un dramma intimista, crudo ma allo stesso tempo pervaso da un’immensa tenerezza esplicata nel rapporto padre-figlia, che si propone di mostrare un lato inedito delle comunità ebraiche ultra ortodosse, solitamente rappresentate in situazioni religiose e qui invece mostrate nella loro quotidianità, attraverso gli occhi di chi è costretto a vivere di espedienti e del proprio ingegno, oltre che della benevolenza degli altri membri della comunità. Proprio questo senso di appartenenza comunitario, inizialmente sfruttato egoisticamente per guadagnare un po’ di soldi, diverrà piano piano nel film uno dei motori che andranno a innescare la crescita di Nahman, che si libererà dai propri demoni personali solo quando deciderà di aprirsi alla comunità, raccontando per la prima volta la sua storia personale a qualcuno.
Driver sarà proiettato al Lucca Film Festival e Europa Cinema 2018 alle ore 17:00 del 13 aprile presso il Cinema Centrale.