Se tra serialità televisiva e grande schermo le distanze si stanno sempre più assottigliando, tra YouTube e il cinema rimane ancora un gap incolmabile. Sono molti i videomaker di successo che hanno provato a fare il grande passo dalla piattaforma di streaming ai film, ma il risultato è stato il più delle volte deludente (a voler usare un eufemismo).
DAL WEB AL GRANDE SCHERMO: UN PASSAGGIO RISCHIOSO
Poco tempo fa abbiamo recensito A Funny Story di Michael Gallagher, che dimostra come per arrivare a un bellissimo film il giovane YouTuber abbia dovuto sbagliare diversi lungometraggi; ma in quel caso la consacrazione è arrivata quando l’autore si è sentito abbastanza sicuro (e libero) da raccontare una storia le cui tematiche non fossero in nessun modo legate al suo mondo di provenienza.
La stessa libertà non l’hanno avuta purtroppo i suoi colleghi italiani: The Pills, The Jackal e Il Terzo Segreto di Satira hanno infatti dovuto ricercare (più o meno naturalmente) il consenso del proprio pubblico del web con storie che hanno in comune il fatto di essere delle commedie coming of age – all’italiana, quindi collocate verso i 30 – che trattano in un modo o nell’altro il tema del precariato. Se all’ultima Festa del Cinema di Roma lo sci-fi dei The Jackal ha lasciato molti dubbi (nonostante un buon lavoro di scrittura e il coraggio di scegliere la strada del genere), lo stesso non si può dire per Il Terzo Segreto di Satira, che presentando nello stesso contesto la propria pellicola di debutto, ha invece dimostrato per la prima volta che anche per dei videomaker italiani c’è la speranza di un esordio che risulti più che apprezzabile.
Si Muore Tutti Democristiani, questo il titolo del film in uscita il 10 maggio nelle sale italiane, è infatti una commedia intelligente e a tratti estremamente divertente sullo scontro tra gli ideali e la necessità del compromesso (artistico, ideologico e a volte etico) che si accompagna al completo inserimento in un mondo del lavoro semi-disastrato.
UN’AUTOIRONIA VAGAMENTE AMARA CON UNA FATTURA MAI TRASCURATA
L’umorismo del gruppo di autori e registi che si nasconde dietro il progetto (Pietro Belfiore, Davide Bonacina, Davide Rossi, Andrea Fadenti e Andrea Mazzarella) è da sempre stato estremamente scritto e pensato, legato a un’analisi del contesto sociale e politico piuttosto che alle gag gratuite. A dispetto del formato brevissimo, concettualmente molto più vicino ai prodotti seriali che ai video per YouTube. È probabilmente proprio questo il motivo per cui nel passaggio alla forma filmica l’evoluzione sembra quasi naturale, e le tematiche tipiche del collettivo finiscono per trovare una dimensione che sembra congeniale alla riflessione che da sempre (con ficcante ironia) propongono.
La storia è autoreferenziale e meta-cinematografica (non senza una fastidiosa impressione di cercare l’ammiccamento verso la comunità dei follower), ma rimane comunque solida e funzionale: un gruppo di giovani videomaker squattrinati si trova davanti all’opportunità di una ricchissima commessa a dir poco sospetta, e cioè un documentario sul terzo mondo pagato una cifra esorbitante. I protagonisti scenderanno a patti con i propri ideali per avere una sicurezza economica e farsi una famiglia? Il percorso sarà tutto da ridere, ma non scevro di una certa amarezza.
Si Muore Tutti Democristiani non è perfetto e qualche momento – in particolare quelli che ritraggono la borghesia più snob – soffre di un’eccessiva stereotipizzazione. Sono comunque peccati più che trascurabili davanti a una pellicola con passaggi assolutamente esilaranti e una sceneggiatura attentamente limata (non a caso a firmarla con Il Terzo Segreto di Satira ritroviamo l’Ugo Chiti che tanto ha contribuito al successo del grandissimo Matteo Garrone). Gli interpreti sono volti noti agli spettatori del web – Massimiliano Loizzi, Marco Ripoldi e Walter Leonardi – e le interpretazioni dei tre sono sempre di altissimo livello (altra vera grande differenza con i lavori realizzati da altri fenomeni del web). Al loro fianco tanti piccoli grandi talenti, nonché la sempre fantastica Valentina Lodovini, un Francesco Mandelli che finalmente trova una sua perfetta dimensione e Paolo Rossi in un cameo memorabile.
IL PANORAMA POLITICO CAMBIA, MA CERTE COSE RIMANGONO UGUALI
L’unico problema della pellicola, che arriva in sala a troppi mesi dalla sua ultimazione, è che l’attualità politica si evolve così velocemente da rendere a tratti obsoleta la critica caustica ma partecipata che Il Terzo Segreto di Satira ha sempre rivolto all’ambiente culturale e politico della sinistra italiana. Le ultime elezioni politiche hanno infatti avuto un impatto così dirompente sui pesi dell’arco costituzionale, che l’assenza di un riferimento (comunque impossibile) al panorama attuale quasi accentua l’anacronismo di certi momenti. Nonostante questo, lo script ha comunque il merito di affrontare anche tematiche universali e una tendenza al compromesso che sembra atavica per l’elettore italiano, e quindi il richiamo alla DC del titolo non può che rimandare alla politica dei due forni e alla realpolitik con cui tanto si è dovuta misurare quella che nasce come la forza politica più antisistemica del panorama tricolore.
In conclusione Si Muore Tutti Democristiani non è solo il film di un gruppo di YouTuber, ma una pellicola con una sua meritatissima dignità, che unisce riflessione e divertimento in un lavoro i cui difetti sono assolutamente trascurabili nell’insieme. Ora parte il conto alla rovescia non per il prossimo divertentissimo micrometraggio web, ma per il nuovo film di questo gruppo che tanto bene si è saputo destreggiare in un passaggio di piattaforma tutt’altro che facile. Con la speranza che arrivi anche quel rinnovamento di tematiche che tanto ha rappresentato per il Gallagher di cui sopra.