È il 1932 quando Jean Grémillon con il suo mediometraggio Daïna la Métisse (51 minuti) confeziona una storia breve e intensa su quello che oggi chiameremmo un “assalto sessuale”. Ora quel film viene restaurato da Gaumont e presentato alla 74. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia nella sezione Venezia Classici.
Su una lussuosa nave da crociera diretta alle colonie si imbarcano Smith, un illusionista di colore, e sua moglie Daïnah, una creola. Durante una festa da ballo il macchinista Michaux nota la donna, e il giorno dopo la assale, venendo respinto e violentemente morso al braccio. Quando il comandante aprirà una vera indagine di bordo per far luce sull’accaduto, una fasciatura tradirà il molestatore.
La regia di Grémillon è di sconvolgente modernità, tanto nella messinscena quanto nella direzione degli attori. A colpire maggiormente è il tono della pellicola: gli elementi drammatici della storia si alternano infatti a momenti di febbricitante desiderio e a scene di alta tensione, in un mix che ricorda i più riusciti thriller contemporanei.
Momenti onirici come quello del prestigiatore o quello delle perturbanti maschere indossate dai passeggeri durante il gala contribuiscono al carattere dell’opera, che alterna immagini tutt’ora inquietanti alle rassicuranti musiche da sala da ballo.