Paramount Network, canale statunitense di proprietà del conglomerato mediatico Viacom, recentemente ha voluto puntare su un’offerta seriale di qualità: oltre alla miniserie Waco e American Woman il network è salito alla ribalta grazie al suo prodotto di punta, Yellowstone. Lo show prodotto dall’emittente che, fino al 2017, era nota col nome di Spike ha suscitato enorme interesse per merito del suo creatore: stiamo parlando infatti di Taylor Sheridan, uno degli sceneggiatori americani contemporanei più brillanti. Famoso per aver firmato gli script di Sicario, Soldado e Hell Or High Water, continua a raccontare l’America più profonda dopo il suo primo lungometraggio da regista (I Segreti Di Wind River) con una saga familiare che vede come star il premio Oscar Kevin Costner. La serie, dopo ben due anni, arriva finalmente in Italia su Sky Atlantic a partire dal 13 marzo.
UNA POTENTE FAMIGLIA DEL MONTANA SOTTO MINACCIA
John Dutton (Kevin Costner) è un ricchissimo proprietario terriero del Montana abituato a dettare legge nella sua contea ma alcuni agenti esterni vogliono mettere in discussione il suo potere, tra cui un imprenditore edile (Danny Huston) che in quel territorio vorrebbe costruire un polo ricreativo per ricchi anziani. Lo show offre una panoramica approfondita sulla famiglia Dutton, in particolare sui figli del patriarca: il figlio maggiore Lee (Dave Annable), la donna d’affari Beth (Kelly Reilly), l’avvocato con vocazioni politiche Jamie (Wes Bentley) e Kayce (Luke Grimes), la pecora nera della famiglia.
YELLOWSTONE E LA POETICA DI TAYLOR SHERIDAN
La serie, in gran parte scritta e diretta da Taylor Sheridan, è una sorta di estensione della Trilogia della Frontiera cinematografica dello showrunner: Yellowstone infatti mette in scena un’America che segue regole ben diverse rispetto al resto degli States. In un luogo come il Montana, dove il tempo sembra scorrere lentamente, il personaggio di Kevin Costner non è in grado di esercitare la sua influenza come nel passato.
John Dutton è un uomo che, sotto un aspetto apparentemente bonario, nasconde un carattere ruvido ed oscuro: questo lo capiamo da alcuni indizi ma soprattutto dal rapporto con il figlio Kayce, un ragazzo che pur di allontanarsi dalla famiglia ha accettato di arruolarsi e, successivamente, di andare a vivere in un altro ranch lontano dai Dutton. La struttura di Yellowstone è quella del family drama ma lo show analizza anche un microcosmo conservatore che tenta di resistere tenacemente agli assalti di una modernità sempre più inesorabile.
Sheridan è capace, in maniera convincente, di alternare momenti intensi a descrizioni narrative necessarie per portare avanti la storia efficacemente, nonostante qualche lungaggine molto poco televisiva (il pilot, ad esempio, dura ben un’ora e mezza); lo show, che può vantare un cast di ottimo livello (una su tutti, la splendida Kelly Reilly), si sofferma in maniera particolare sul vero protagonista di Yellowstone, quel Montana che viene rappresentato in tutta la sua selvaggia bellezza.
Apprezzata dalla critica e straordinariamente amata dal pubblico americano (nel 2018 è stata una delle serie basic cable più viste negli USA), Yellowstone, grazie al talento di un autore sempre più riconoscibile, si appresta a conquistare gli spettatori italiani, anche grazie ad uno straordinario protagonista (un Kevin Costner in forma smagliante).