Dopo il lungometraggio di Peter Bogdanovich su Buster Keaton The Great Buster: A Celebration, Venezia Classici celebra un’altra icona del cinema hollywoodiano ovvero Robert Mitchum: con il documentario Nice Girls Don’t Stay For Breakfast diretto dal fotografo Bruce Weber, presentato alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, viene rappresentato sul grande schermo il ritratto di uno dei “bad guy” della Hollywood degli anni ‘40 e ‘50.
IL RITRATTO INEDITO DI UN MITO DEL CINEMA AMERICANO
Rispetto ad un normale documentario biografico, in Nice Girls Don’t Stay For Breakfast non vengono mostrati solo i momenti salienti della vita e della carriera di Robert Mitchum ma anche le riprese effettuate da Bruce Weber negli anni ‘90, in cui il divo del cinema noir venne filmato nella sua vita privata: lo vediamo infatti mentre chiacchiera con amici e conoscenti al ristorante o in albergo ma soprattutto mentre incide, come cantante, alcuni brani per un album mai rilasciato dalla Capitol Records. Originariamente lo scopo del documentarista era solo quello di girare un ritratto sulla vita privata di Robert Mitchum; quando però l’attore morì nel 1997, il fotografo decise di riutilizzare il materiale ottenuto in quel periodo ed integrarlo in un’opera semi-biografica.
Ovviamente, chi conosce la vita del divo e soprattutto il suo atteggiamento smaliziato davanti alla macchina da presa e nella vita vera, sa che in questa pellicola viene mostrato un personaggio sempre sopra le righe anche nella vecchiaia (dimostrando una giovinezza senza tempo), un donnaiolo impenitente (nonostante sia sempre stato fedele alla moglie Dorothy Spencer) e anche un discreto cantante (le sue performance vocali nei film non sono mai state doppiate). Oltre ai filmati, sia quelli di repertorio che quelli girati da Bruce Weber, sono presenti varie interviste ad attori e cineasti che hanno lavorato al fianco di Robert Mitchum in cinquant’anni anni di carriera, tra cui il fratello John Mitchum, Benicio del Toro, Johnny Depp, Frances Fisher e tanti altri ancora.
In alcuni punti il documentario potrebbe apparire un po’ confuso e ripetitivo, specie per chi non conosce la figura di colui che è stato ribattezzato come “l’anima del cinema noir”; tuttavia, per i cultori di Robert Mitchum e dei suoi film, è una pellicola assolutamente da non perdere, capace di mettere a nudo (ma neanche troppo) un’icona del grande cinema hollywoodiano.