A Voce Alta, Premio del Pubblico allo scorso Torino Film Festival) comincia con una interessante riflessione sul valore sociale della parola: non sono i nostri vestiti ad identificarci, bensì l’accento con cui parliamo o la forbitezza e l’eleganza del nostro linguaggio. Nell’incipit del documentario di Stéphanie De Freitas, infatti, un ragazzo della banlieue parigina racconta di come nel suo quartiere non fosse possibile esprimersi in un linguaggio aulico. Da lui, le parole servivano per dimostrarsi più forte e coriaceo degli altri.
Se da piccoli, noi europei, siamo cresciuti con i prodotti americani nei quali spopolavano le “gare di spelling” (che già sembravano strane), allora ci appare ancora più peculiare il fatto che in Francia, a Saint Denis, si tenga ogni anno Eloquentia, una gara di retorica e di discorso pubblico. Come si giudica, tuttavia, un buon oratore? Soprattutto, come ci si prepara ad una gara di retorica?
I giovani studenti universitari che vengono seguiti in A Voix Haute (questo il titolo francese) si allenano come dei veri e propri sportivi. Hanno un “vocal coach” che cerca di migliorare il loro modo di parlare, un insegnante di recitazione che lavora sulla loro gestualità, poi un poeta che coordina i giovani nella scrittura e nel ritmo della parola e infine un avvocato che li prepara al “foro” e al dibattito erudendoli sulle fasi di preparazione di un’arringa, dall’esposizione iniziale della propria tesi fino alla perorazione di essa (la parte cruciale).
Se da un lato A Voce Alta cade un po’ nel retorico quando comincia a raccontare approfonditamente le storie dei protagonisti, è pur vero che qualche accenno biografico aiuta lo spettatore a calarsi in una realtà – quella della periferia francese – che è da sempre al centro del cinema e dell’informazione d’oltralpe. Nell’opera di De Freitas però i ragazzi non cercano il riscatto attraverso sogni impossibili o difficilmente realizzabili (come diventare un musicista o un calciatore professionista), bensì trovano una via di fuga dalla realtà tramite il semplice stare insieme. Discutono, dibattono, scrivono e recitano. L’esercizio della parola e della ars retorica insomma funge da collante fra i ragazzi, i quali se ne servono per mettersi in gioco e migliorarsi.
A Voce Alta sarà nelle nostre sale dal 17 settembre su distribuzione Wanted Cinema.