Il cinema giapponese, si sa, è un universo sorprendente e straordinariamente eterogeneo: dalle pellicole più impegnate (un esempio è Un Affare Di Famiglia di Kore’eda Hirokazu, Palma d’Oro a Cannes nel 2018) alle opere di genere più trasgressive, un punto fermo per l’industria audiovisiva del Sol Levante è la rilevanza dei suoi grandi autori. Un cineasta che si è sempre distinto dalla massa, diventando col tempo un regista amato in tutto il mondo, è Sion Sono: il filmmaker di Toyokawa ha esplorato nel corso della sua carriera molteplici generi (dall’erotico all’horror, passando per la fantascienza) sempre in maniera personalissima e decisamente originale. Un film di Sono diventato fin da subito un cult è il musical Tokyo Tribe del 2014, ora disponibile in un imperdibile cofanetto DVD assieme a The Whispering Star (altro splendido lungometraggio del regista), grazie a CG Entertainment e Far East Film.
UN MUSICAL HIP-HOP AMBIENTATO IN UNA SURREALE TOKYO UNDERGROUND
La capitale giapponese, devastata dal crimine, è divisa in zone controllate da gang in lotta tra di loro. Tokyo è controllata dal temibile Buppa, gangster crudele e spietato, che appoggia Merra, leader della gang Bukuro Wu-RONZ che vuole cominciare una guerra con i Musashino Saru di cui fa parte Kai (suo ex amico diventato ora rivale). Merra in uno scontro uccide Tera, il capo dei Musashino Saru, provocando in questo modo la rivolta di tutte le altre gang contro l’assassino e Buppa.
TOKYO TRIBE È UN CULT CHE CONQUISTA FIN DALLA PRIMA SCENA
Sion Sono è un autore provocatorio che non ha paura di osare (film come Suicide Club, Strange Circus e Antiporno dimostrano ampiamente la straordinaria personalità del regista) e con Tokyo Tribe dimostra ancora una volta il suo eclettismo e il suo talento. Ispirato al manga Tokyo Tribe-2 di Santa Inoue, il cineasta prende spunto da West Side Story e da I Guerrieri Della Notte di Walter Hill per mettere in scena un lungometraggio unico nel suo genere. Un altro regista, con il materiale di partenza a disposizione, avrebbe rischiato di scivolare nel ridicolo ma Sono riesce a mantenere intatto lo spirito fumettistico dell’opera originale aggiungendo il suo riconoscibile tocco.
Tokyo Tribe ha un approccio dichiarato da b-movie (nel film non mancano violenza, nudità e un gusto per l’eccesso tipicamente nipponico) però la messa in scena dell’autore di Suicide Club, attraverso la suggestiva scenografia e l’utilizzo preponderante della tecnica del piano sequenza, elevano la pellicola in un prodotto iconico fin dalla prima scena.
Non possiamo inoltre non considerare un altro elemento centrale di Tokyo Tribe, ovvero la musica: un musical hip hop in giapponese agli occhi di un occidentale potrebbe apparire un’opera trash però, grazie ad una colonna sonora accattivante mescolata allo sguardo visionario di Sono, ogni sequenza del film è in grado di sorprendere (proprio per questo motivo il titolo di cult è ampiamente meritato).
Tokyo Tribe è un lungometraggio che gli appassionati del cinema orientale e di genere adoreranno all’istante ma, grazie anche alla sua capacità di intrattenere, può essere apprezzato da un pubblico più vasto.