Un collegio in disuso, un gruppo di giovani ballerini, l’alcol, la droga e l’inferno: il visionario Gaspar Noè firma l’ennesimo capolavoro del suo cinema conturbante con Climax, presentato alla Quinzaine des Realisateurs del Festival di Cannes 2018 e presentato in Italia all’apertura del ToHorror Film Fest. Il regista franco-argentino continua il suo viaggio nella sperimentazione, alzando se possibile l’asticella rispetto a Enter the Void e Love. Al centro della pellicola un gruppo di ballerini, tra cui la bellissima Selva (Sofia Boutella), che allestiscono una festa dopo le ultime prove in una palestra di un collegio in disuso. Felicità e estasi però mutano progressivamente in violenza e incubo, quando una sangria nella quale è stato disciolto dell’LSD inizierà a sortire i propri effetti…
Come in Irreversible i titoli di testa citano i crediti completi, come fossero dei titoli di coda, ma questa non è l’unica scelta chiaramente in continuità col linguaggio di Noè: basti pensare ai corridoi stretti e claustrofobici che si avvicinano molto al dramma con Monica Bellucci e Vincent Cassel. E c’è anche spazio per le fonti di ispirazione: nella lunga sequenza iniziale delle interviste ai personaggi trasmesse in un vecchio televisore, è possibile notare un mobile libreria dove sono visibili VHS di film e registi che hanno influenzato il regista di Buenos Aires: da Suspiria di Dario Argento a Zombie di Lucio Fulci, passando per Querelle di Rainer Werner Fassbinder e Un Chien Andalou di Luis Bunuel. E Climax si presenta come una summa dello stile di Gaspar Noè, scavando nelle tematiche ricorrenti del suo cinema (droghe, sesso e violenza) e sfruttando all’ennesima potenza il talento innato dietro la macchina da presa.
UNA DANZA MACABRA CON UN COMMENTO SONORO IPNOTICO
La droga consente la scoperta di un mondo parallelo nella vita dei giovani ballerini: dopo aver consumato la bevanda allucinogena, emergono conflitti sopiti tra i membri della crew. Molti di loro devono fare i conti con frustrazioni sentimentali e sessuali che diventano progressivamente violente, in un’escalation che consuma lo spettatore e lo trascina con sé. Una danza macabra con coreografie straordinarie e, soprattutto, un commento sonoro ipnotico e a tratti assordante: Pascal Meyer veste i panni del sarto e cuce addosso a Climax e al suo sviluppo un commento musicale dance (forte anche di brani di Daft Punk e Giorgio Moroder) che riflette il disturbo e la follia brutale dei protagonisti, con Supernature di Cerrone a rappresentare la ciliegina sulla torta.
CLIMAX, EROTISMO E VIOLENZA ESTREMA
Seppur lontano dagli eccessi di Love, Gaspar Noè racconta ancora una volta il sesso e l’eros con il suo marchio di fabbrica, tra pulsione ed eccesso. Nessun compromesso invece sulla violenza: non mancano le scene dure, pugni allo stomaco per lo spettatore, ma che rappresentano alla perfezione gli step della storia raccontata. La brutalità e la sete di morte che esplodono contro tutto e tutti, i demoni di ognuno di noi che prendono il sopravvento arrivando al turpe e al detestabile. E la regia del cineasta classe 1963 è un gioiello: basti pensare al piano sequenza della scena del ballo collettivo, che andrebbe insegnata nelle scuole di cinema. La macchina da presa segue e insegue i ballerini, ossessionata dai corpi sinuosi e bellissimi, con un utilizzo sapiente dello spazio.
Climax non è un film per tutti, questo è chiaro – come del resto le altre pellicole di Noè – ma è senza dubbio una delle esperienze cinematografiche più distruttive e intense degli ultimi anni. Sarà nelle nostre sale dal 13 giugno grazie a Mial Vision e Europictures.