In concorso alla 13. Festa del Cinema di Roma, presentata anche al Toronto International Film Festival, Light As Feathers è l’opera prima dell’olandese Rosanne Pel; la regista sceglie la Polonia per raccontare un dramma familiare che ha per protagonisti due adolescenti sprovveduti di fronte alla vita e confusi nel momento di transizione e contrapposizione tra l’innocenza di quando si è bambini e la spregiudicatezza degli adulti.
L’autrice descrive gli ambienti familiari con un utilizzo quasi documentaristico della telecamera capace di indagare le emozioni che coinvolgono i due ragazzi senza dare un giudizio sulle difficili situazioni presentate, mantenendo però lo sguardo sempre attento sulla differenza tra desiderio e abuso e su quanto possa essere difficile per una madre tramandare tutta una serie di valori che a volte si danno per scontati ma, nella realtà, non lo sono affatto.
UN RAGAZZO COMPLICATO ROVINA LA VITA DELLA SUA GIOVANE AMATA
Eryk (Eryk Walny) è un quindicenne che vive con la madre Ewa (Ewa Markula) e la nonna in un villaggio nell’entroterra polacco. Eryk non studia e non lavora, dedicando la maggior parte del suo tempo alla palestra, agli amici e ai videogame. Ewa, al contrario, lavora tutto il giorno per mandare avanti la famiglia ma, pur avendo con il figlio una grande complicità, non lo educa correttamente nei sentimenti, privilegiando argomenti tendenzialmente negativi come la gelosia, l’imposizione delle regole e i lavori domestici.
Seppur sembri un ragazzo come tanti, Eryk cova una profonda e inquietante frustrazione che sfoga in comportamenti puerili anche quando decide di corteggiare la sua vicina di casa Klaudia (Klaudia Przybylska), una tredicenne timida e introversa. Eryk non riesce a gestire i suoi sentimenti confondendo l’amore con la gelosia e il possesso, la libertà di scelta con la forza e l’abuso. Klaudia, anche lei figlia di una madre single, seppur empatica e intelligente si troverà a subire le scelte del ragazzo, compromettendo per sempre la sua vita.
UN FILM D’AUTORE RICCO DI SIGNIFICATO MA PRETENZIOSO
Light As Feathers racconta una storia semplice ma ricca di significato, soprattutto da un punto di vista psicologico e comportamentale. La regista si pone l’ambizioso obiettivo di trattare l’argomento della violenza sulle donne prendendolo alla larga, partendo dall’educazione che le madri impartiscono ai figli maschi. Purtroppo però la pellicola non riesce a trovare una struttura solida su cui costruire una storia introspettiva e analitica così come non funzionano i protagonisti Eryk e Klaudia, che sembrano delle sagome di cartone, robotici e privi di espressività (non certamente per emulare le avanguardie del cinema polacco).
Questa staticità espressiva si ritrova anche nei movimenti di macchina che appaiono stanchi e poco incisivi, completamente privi di ritmica e intervallati soltanto dai racconti delle anziane del piccolo villaggio i quali costruiscono una sorta di cornice narrativa in cui si ritrovano le radici culturali di Eryk. Le piume a cui si riferisce il titolo appartengono alle oche di un allevamento dove il ragazzo lavora sporadicamente nel periodo dello “spiumaggio”, un’operazione brutale e allo stesso tempo delicata (esattamente come il nostro protagonista).
Il primo lavoro di Rosanne Pel si rivela dunque interessante e sofisticato nelle argomentazioni ma carente nell’esecuzione, sia in fase di scrittura che di realizzazione. L’analisi di stampo documentaristico richiede tempi scenici ben diversi, così come la composizione filmica necessita di un iter molto più complesso che deve comprendere quantomeno una colonna sonora in grado di seguire il movimento della narrazione.
Light As Feathers non riesce ad emozionare come dovrebbe e neanche ad indurre una riflessione sulle molestie sessuali, poiché il messaggio arriva al pubblico ma non è particolarmente incisivo. Questo lungometraggio è l’esempio di come la presunzione nella realizzazione di un film d’autore, che contiene al suo interno elementi e argomenti di un certo spessore, possa a volte danneggiare l’intento nobile di un cineasta.