Nel 2018 Halloween, l’iconico cult di John Carpenter, festeggia il suo quarantesimo anniversario: la pellicola capostipite del genere slasher, che ha sconvolto generazioni di spettatori di tutto il mondo, ha rivoluzionato l’horror creando uno dei villain più spaventosi della storia del cinema, quel Michael Myers che ha ridefinito il concetto di serial killer sul grande schermo. Dopo ben otto film della serie, a cui si aggiungono i due prequel diretti da Rob Zombie, la saga di Halloween torna nelle sale con un nuovo lungometraggio (dopo l’anteprima alla 13. Festa del Cinema di Roma, uscirà in Italia il 25 ottobre su distribuzione Universal Pictures) diretto da David Gordon Green (Strafumati, Stronger) e prodotto, oltre che dallo stesso Carpenter, da Jason Blum, il Re Mida del cinema di genere indipendente americano del ventunesimo secolo.
MICHAEL MYERS TORNA A SEMINARE IL PANICO AD HADDONFIELD
A quarant’anni dagli eventi del primo Halloween, vediamo come Laurie Strode (Jamie Lee Curtis) sia rimasta profondamente traumatizzata dalla furia omicida di Michael Myers (Nick Castle): diventata ormai paranoica, la donna è talmente ossessionata dalla figura del serial killer che si prepara meticolosamente per il suo eventuale ritorno, rovinando in questo modo il rapporto con la figlia Karen (Judy Greer) e con la nipote Allyson (Andy Matichak). Quando però Michael Myers riesce nuovamente a fuggire, il giorno prima della festa di Halloween, Laurie è pronta per affrontare la follia del crudele assassino.
UN DIVERTENTE FILM D’INTRATTENIMENTO TRA ORRORE E CITAZIONISMO
Il compito affidato a David Gordon Green (un regista che non aveva mai diretto un horror) non era certamente dei più semplici: prendere le redini di un franchise storico come quello di Halloween, cercando in tutti i modi di non far rimpiangere lo storico film del 1978 (da questo punto di vista, la presenza dietro le quinte di Carpenter ha agevolato il lavoro di Green), era impresa difficilissima, in grado addirittura di compromettere la sua carriera.
Cominciamo subito dalle buone notizie: Halloween è un prodotto che diverte. Cercando di allontanarsi il meno possibile dall’originale (parleremo successivamente degli elementi di novità del lungometraggio), David Gordon Green, supportato in fase di script da Jeff Fradley e da Danny McBride, segue con diligenza un canovaccio narrativo collaudato che valorizza l’efferatezza di uno dei killer più spietati della storia dell’horror: Michael Myers torna in scena più cattivo che mai e, omicidio dopo omicidio, si prepara allo scontro con l’altra grande protagonista del film, Laurie Strode. Il regista di Strafumati dimostra di trovarsi a proprio agio con lo slasher (nonostante alcune forzature di troppo) e, se consideriamo i numerosi riferimenti legati ai capitoli precedenti della saga, si capisce come l’obiettivo di Halloween sia quello di intercettare, oltre ai giovani, i fan storici.
HALLOWEEN AI TEMPI DEL MOVIMENTO #METOO
Nelle sue ultime dichiarazioni, Jamie Lee Curtis ha affermato che l’Halloween del 2018 è un’opera che rispecchia alla perfezione il momento storico del #MeToo (anche Jason Blum ha sottolineato questo aspetto). In effetti, i personaggi femminili della pellicola di David Gordon Green sono ben diversi dalle scream queens degli anni ‘70/’80: coinvolgendo ben tre generazioni di donne, il lungometraggio mostra una Laurie Strode in versione vendicativa e badass che affronta senza paura Michael Myers assieme alla figlia e alla nipote.
L’horror, essendo un genere in continua evoluzione, ovviamente cerca di stare al passo con i tempi e, da questo punto di vista, la scelta da parte di Green e dei suoi collaboratori di mettere al centro la riscossa femminile è perfettamente giustificabile (anche per far breccia nel cuore delle spettatrici); tuttavia, soprattutto nel finale, la sensazione di trovarsi di fronte ad un’operazione studiata a tavolino, in linea con un mood che sta largamente contagiando l’industria audiovisiva americana, è molto forte.
I dati del box-office USA (nel primo weekend il film ha incassato la cifra monstre di 77 milioni di dollari) confermano la bontà del progetto: nonostante non possa neanche minimamente essere accostato al capolavoro di John Carpenter il nuovo Halloween offre un intrattenimento di qualità, il miglior risultato auspicabile.