Nel 2012 Bart Layton (regista di American Animals) si era fatto conoscere con L’Impostore – The Imposter, una gemma indie a metà fra il documentario e il cinema di genere che ruotava attorno alla figura di Frederic Bourdin, un truffatore soprannominato “il camaleonte”. Di quest’opera ci ricordiamo perché al fianco di alcuni attori vi erano i veri protagonisti della vicenda.
American Animals, presentato al Sundance e poi passato in anteprima italiana alla 13. Festa del Cinema di Roma, ripropone questo trucco metanarrativo. Il film di Bart Layton si muove così fra il documentario e l’heist movie, dando voce (tramite delle canoniche interviste) ai quattro universitari che hanno cercato di rubare da una biblioteca due preziose edizioni di Birds of America di James Audubon e de L’Evoluzione della Specie di Charles Darwin.
«BASATO SU UNA STORIA VERA»
Nel 2003, uno studente di storia dell’arte del Kentucky, Spencer Rheinhard (Barry Keoghan), rimase particolarmente ossessionato dal fatto che la ricca biblioteca della Transylvania University non fosse propriamente messa in sicurezza. A proteggere libri dal valore inestimabile, infatti, non vi era altro che una donna anziana, la cui guardia era facilmente aggirabile. Determinato a compiere il colpo, Spencer mette insieme la sua squadra: per prima cosa convince il suo migliore amico Warren (Evan Peters) e successivamente recluta altri due studenti: Erik (Jared Abrahamson) e l’esperto pilota Chas (Blake Jenner).
Come in ogni heist, la prima cosa da fare è proprio radunare la banda. Tuttavia – e qui sta la peculiarità di American Animals – i quattro studenti non sono professionisti nella maniera più assoluta. Rispetto ad heist movie più seriosi come quelli della trilogia degli Ocean’s, il film di Bart Layton mette in competizione quattro scapestrati incompetenti e delle istituzioni impreparate. Basti pensare che quell’edizione di Birds of America è stata venduta all’asta per ben 7 milioni di sterline, mentre per quanto riguarda il libro di Darwin il valore è inestimabile.
Per quanto sia girato in modo serissimo, American Animals è pervaso da un senso di assurdità. I film di Soderbergh vedevano contrapposti dei rapinatori esperti e degli uomini ricchissimi dotati di misure di sicurezza costosissime. In questo film scordatevi le bombe, i travestimenti e gli inganni informatici. Qui, alla Transylvania University, basta un semplice taser.
UN HEIST MOVIE POLITICO
American Animals è inframezzato da interviste ai quattro studenti e alla bibliotecaria che nel 2003 furono protagonisti della rapina. La narrazione procede quindi con la rappresentazione (girata e scritta con precisione chirurgica) del “colpo” e con il riassunto fatto dai reali protagonisti. Ciò non fa che acuire il senso di assurdità della vicenda, dal momento che ci si chiede per tutto il film chi sia più inadeguato: se i quattro ragazzi, che non sono riusciti a eludere una bibliotecaria di sessant’anni, oppure le istituzioni americane che così poco si interessano della propria storia e del patrimonio culturale.
Come in Museo – Folle rapina a Città del Messico, l’ironia verso la politica di conservazione dei beni da parte delle istituzioni è il discorso nevralgico del film. Ancor più interessante è come Ruizpalacios e Layton siano due giovanissimi registi, esponenti di un modo di fare cinema che sta finalmente mutando. Il cinema di genere, in particolare l’heist, non è più soltanto una divertente e affascinante messa in scena dei criminali come negli Ocean’s, bensì un modo per raccontare le assurde falle dei propri paesi. Grazie a quattro fantastici giovani interpreti, American Animals è stato uno dei lavori più interessanti dello scorso anno.
American Animals è disponibile in edizione DVD, Blu-ray e streaming digitale CG Entertainment e Teodora Film.