Se c’è stato un periodo che ha cambiato completamente lo spirito della modernità è quello a cavallo dei primi anni 2000, ed è proprio in quegli anni che si colloca Sabrina, vita da strega, telefilm statunitense prodotto dal 1996 al 2003 (prima per ABC e poi per TheWB) e che da noi è andato in onda su Italia Uno a partire dal 1998. Sono molte ed autorevoli le voci di coloro che sostengono che con l’11 settembre 2001 l’Occidente abbia perso la spensierata incoscienza fiorita negli anni ’80, e il tono lieve e generalista di quella produzione su una streghetta teenager ben riassume la leggerezza della TV dell’ultimo decennio del ‘900, che con la mutata temperie storica era diventata ormai incapace di risultare incisiva.
Ci ha pensato pensato poi il fumettista e sceneggiatore Roberto Aguirre-Sacasa a riportare in vita il personaggio nel 2014, con un fumetto intitolato Chilling Adventures of Sabrina edito da Archie Comics, che ricolloca il personaggio negli anni ’60 e ne offre una lettura decisamente più gotica e cupa.
Era solo questione di tempo prima che Netflix cogliesse l’occasione, e così dal 26 ottobre debutta sulla piattaforma di Reed Hastings la nuova serie adattata dal suddetto fumetto, Le Terrificanti Avventure di Sabrina, di cui Aguirre-Sacasa (già sceneggiatore di Riverdale, Supergirl e Glee) diventa showrunner.
PER METÀ STREGA E PER METÀ MORTALE
Sabrina Spellman, interpretata da un’irriconoscibile Kiernan Shipka (già nota al grande pubblico per aver interpretato la figlia di Don Draper in Mad Men), è una strega mezzosangue, figlia di uno stregone e una mortale che si sono uniti violando le leggi arcane e poco dopo sono deceduti in un misterioso incidente. La teenager vive con due amorevoli zie (anche loro devote a Satana) e all’inizio della serie la ritroviamo che si prepara a un rito pagano di passaggio che la consacrerà come strega e rappresenterà l’inizio del percorso di pratica delle arti oscure cui è destinata da sempre. Divisa tra la sua natura umana e quella magica, tra gli amici di scuola e il suo futuro di sacerdotessa demoniaca, Sabrina vive con preoccupazione l’importante fase di passaggio che si appresta ad affrontare, senza rendersi conto che forze immonde si stanno armando contro di lei, e che le pagine più oscure del passato della sua famiglia sono pronte a reclamarla.
MOLTO PIÙ HORROR CHE YOUNG ADULT
Le Terrificanti Avventure di Sabrina di Netflix rappresenta il perfetto punto d’incontro tra il suo predecessore televisivo e il fumetto dalle cui pagine deriva: ambientato in una contemporaneità tanto evocativa da risultare quasi fuori dal tempo, lo show si regge su una protagonista che incorpora caratteri di entrambe le precedenti incarnazioni: l’abbigliamento e i modi ricordano la pagina stampata, mentre l’aspetto da ‘brava ragazza’, l’acconciatura bionda e la sottotrama sentimentale rimandano direttamente alla Melissa Joan Hart che per prima diede un volto al personaggio.
A colpire sin dall’inizio sono i toni decisamente più dark di questo reboot: le ambientazioni rurali, buie e nebbiose insieme ai costumi dalla foggia vagamente retrò riportano alla mente atmosfere quasi shyalaniane, mentre i continui riferimenti al demonio, la trama principale dai toni decisamente più epici rispetto al telefilm e alcuni momenti violenti fugano il campo da ogni dubbio sulla natura radicalmente diversa del progetto. A risultare particolarmente efficace – nonché rappresentativa del tono della narrazione – è ad esempio la lettura offerta del gatto Salem: un famiglio che altri non è se non una spaventosa e feroce creatura soprannaturale che Sabrina ha evocato nel bosco e che generalmente le si mostra con le rassicuranti sembianze di un felino d’appartamento.
Nella sua ricerca di un difficile equilibrio tra l’horror e il teen, inizialmente Chilling Adventures of Sabrina si attarda troppo sulla componente young adult e dedica più tempo del necessario a stabilire le relazioni tra la protagonista e il suo mondo affettivo (a volte a danno del ritmo). È però con il progredire delle puntate che la storia si libera del peso di introdurre il mondo di Sabrina e lascia fiorire la componente più gotica, regalando una moltitudine di spunti che promettono di fornire materiale particolarmente interessante per le future stagioni.
Si sa, Netflix non investe alla cieca, e sceglie di produrre prodotti che rispondano a precisi profili di telespettatori – ottenuti incrociando l’immane mole di big data di cui dispone. A volte l’operazione funziona e a volte no, ma in questo caso pare proprio che a Los Gatos abbiano un nuovo cavallo di razza su cui puntare, e che il pubblico non potrà che appassionarsi alle avventure di una strega adolescente.