A più di settant’anni dalla loro prima pubblicazione, le storie del Dr. Seuss (pseudonimo dello scrittore e fumettista statunitense Theodor Seuss Geisel) sono ancora oggi apprezzate per la loro modernità, ritenute da molti una colonna portante della letteratura dell’ultimo secolo. Fra queste Il Grinch è probabilmente la favola più iconica e conosciuta della cultura pop contemporanea, diventata un vero classico del periodo natalizio tanto quanto Il Canto di Natale di Charles Dickens.
Sorvolando sulle infelici commedie natalizie di discutibile qualità (nostrane e non), in questo particolare periodo dell’anno a predominare sono le pellicole d’animazione dedicate ai più piccoli che consentono alle case di produzione di realizzare quasi sempre notevoli guadagni non solo con gli incassi ma anche con gli introiti generati da gadget e giocattoli. In questo la Illumination Entertainment è maestra. Se da un lato non c’è nulla di male nel realizzare produzioni mainstream (dopotutto, i termini “commerciale” e “scadente” non sono sinonimi), è anche vero che le opere targate Illumination Entertainment sono tristemente note per la loro banalità e pochezza qualitativa, anche se premiate da un successo di pubblico stratosferico (secondo alcuni ingiustificato, soprattutto se paragonato a quello di altri film d’animazione di ben altro spessore). Un esempio è proprio Il Lorax, altra opera del Dr. Seuss adattata proprio dall’Illumination: lo studios è stato capace di stravolgerne il messaggio originario sostituendolo con uno più semplicistico attraverso una messa in scena piatta, piena di gag con riferimenti forzati alla cultura moderna.
Con questi precedenti, non sorprende che in molti fossero preoccupati dalla nuova versione de Il Grinch, che, a quasi due decenni di distanza dall’ultimo adattamento firmato da Ron Howard, era pronta ad arrivare in sala. Tuttavia, migliaia di film di Natale ci hanno insegnato una cosa: i miracoli possono accadere.
IL NUOVO FILM DEL GRINCH È FORTE DI OTTIME CARATTERIZZAZIONI
Fin dai primi secondi la regia di Yarrow Cheney e Scott Mosier ci catapulta nella fantastica città di Chinonsò, mai così splendente, fiabesca e pullulante di luci e vita. La cittadina ed i suoi abitanti, i Nonsochì, si stanno preparando all’arrivo del Natale sotto lo sguardo cinico del Grinch che, disgustato da quel calore, decide di rubare tutti gli oggetti riguardanti la festività una volta per tutte.
Sfruttando la forza dell’animazione 3D tutti i protagonisti si muovono in modo creativo e dinamico, creando ottimi esempi di commedia fisica ambientati in un mondo che grida Dr. Seuss in ogni suo centimetro (da Chinonsò alla casa del Grinch), zeppo di marchingegni ricchi d’inventiva ed originalità. Nonostante il design degli oggetti inanimati funzioni, sfortunatamente non possiamo dire lo stesso per quello dei protagonisti che sembrano fin troppo generici e con poca personalità, dando un’apparenza più standardizzata al lungometraggio che, di conseguenza, assume un aspetto meno “magico”.
Malgrado il nuovo look possa non convincere lo spettatore, le caratterizzazioni dei protagonisti rappresentano invece il punto forte della pellicola, soprattutto quella di un Grinch meno maligno e quella di Cindy Chi Lou (personaggio chiave della sua redenzione). Quest’ultima in particolare è sì la bambina dolce ed altruista che conoscevamo ma qui è anche una fanciulla grintosa, una sorella apprensiva ed una figlia amorevole di una madre single per cui desidera un po’ di riposo come unico regalo di Natale, dimostrando in questo modo una personalità estremamente moderna e non attaccata a vecchi stereotipi familiari. D’altro canto, il Grinch, doppiato nella versione originale da Benedict Cumberbatch e da Alessandro Gassman in italiano, è più umano ed empatico grazie ad un passato tragico e al comprensibile senso di solitudine ma tutte queste innovazioni sono però incoerenti e piegate al servizio delle gag che, quando non riguardano elementi puramente visivi e slapstick (che raggiungono l’apice durante lo splendido furto dei regali di Natale), rallentano l’andamento del lungometraggio; tuttavia, la narrazione pacata de Il Grinch, soprattutto nel finale, è in grado di esaltare tutti gli elementi di un microcosmo ben realizzato.
La nuova versione de Il Grinch magari non sarà un capolavoro degno del genio di Seuss ma è di certo un enorme passo in avanti per la qualità delle produzioni Illumination e un film di Natale riuscito, capace di intrattenere, divertire e anche commuovere nei frangenti in cui vuole essere più di un prodotto commerciale.
UN VERO TRIONFO DI CONTENUTI SPECIALI
Il Grinch, che è uscito in sala il 29 novembre su distribuzione Universal, arriva ora in versione home video arricchito da una moltitudine di contenuti speciali: oltre a 3 mini film, troverete le featurette La Realizzazione di un Mini Film, Dallo scherno allo schermo, Chi chi a Chissarà, I miei primi ricordi del Grich, il video di You’re a Mean One, Mr. Grinch con testo, canzoni da His Little Heart, I gadget del Grinch, Chiunque sappia disegnare: il Grinch, Max, Fred, Il Ceppo di Natale di Cindy-Lou e molto altro ancora.