Quello del caper è un genere che viene spesso confuso con l’heist, di cui invece è una variante in cui la componente della commedia ha un peso maggiore. Da quell’indimenticabile I Soliti Ignoti che nel 1958 propose per primo una lettura particolarmente leggera del topos del ‘colpo grosso’, di acqua sotto i ponti ne è passata tanta e tra le centinaia di pellicole appartenenti al genere che si sono succedute, la trilogia inaugurata con Ocean’s Eleven (remake di Ocean’s 11 del 196o) da Steven Soderbergh riveste un posto di assoluto rilievo.
Nel 2018 quella terna di film, diventata un metro di paragone per il caper moderno, riceve una sorta di reboot con Ocean’s 8, rilettura in chiave completamente femminile del franchise che, però, si ricollega ai film precedenti diventando quindi una sorta di spin off: la protagonista infatti (la Ocean del titolo) è Debbie, che ha il volto di Sandra Bullock ed è la sorella di Danny Ocean, che viene solo citato e che nella trilogia di partenza era interpretato da George Clooney.
In cabina di regia questa volta Soderbergh – che continua a produrre – non si fa vedere e al suo posto troviamo Gary Ross (Hunger Games), che scrive il soggetto e co-firma lo script con Olivia Milch (sceneggiatrice alle prime armi). La storia – come è lapalissiano – ha a che fare con un ambizioso furto: nello specifico quello di un collier vintage di Cartier dal valore di 150 milioni di dollari. Un’impresa apparentemente impossibile, da portare al termine durante quello che è probabilmente l’appuntamento mondano più importante nell’anno newyorkese, il Met Gala.
Se la compresenza di a-lister è stata una delle caratteristiche di primi Ocean’s, questo nuovo capitolo non è da meno: a dividere lo schermo con la Bullock troviamo infatti un cast se possibile ancora più ricco della versione maschile: Cate Blanchett, Anne Hathaway, Sarah Paulson, Helena Bonham Carter e Rihanna. Ad affiancarle anche le meno note Mindy Kaling e Awkwafina.
Il regista Gary Ross non riesce, com’era prevedibile, a eguagliare la classe e l’impatto dell’Ocean’s Eleven di Soderbergh, ma la missione della pellicola può comunque dirsi perfettamente centrata: un lavoro di intrattenimento che, facendo leva sul glam, si rivolge prevalentemente a un certo target femminile riuscendo però a risultare trasversale – grazie soprattuto all’innegabile appeal delle sue interpreti. Il mix di gioielli, abiti da sera, profumi e cosmetici (praticamente la trasposizione sul grande schermo della quintessenza di una rivista patinata) si unisce così alla grinta di un gruppo di criminali determinate a portare a termine il grande colpo, ammiccando con vaghezza alla nuova ondata femminista di Hollywood senza per questo rinunciare ai vecchi stereotipi ancora cari a buona parte del pubblico.
A pochi mesi dal suo debutto in sala, Ocean’s 8 arriva ora in edizione home video Warner Bros, che nella release Blu-Ray a un disco vede un porting di qualità e un buon assortimento di contenuti speciali. Presenti sul supporto infatti non solo diverse scene eliminate, ma anche le featurette A Heist In Heels, Ocean’s Team 3.0 e Reimagining The Met Gala. Fosse anche solo per vedere così tante star dividere lo schermo, un film che vale la pena di recuperare in home video.