Non ci resta che vincere è un film così importante che la Spagna ha deciso di designarlo come concorrente per il miglior film straniero agli Oscar 2019, lasciando fuori pellicole che sembrerebbero più “adatte” come Tutti lo Sanno di Asghar Farhadi. Sui social la pellicola di Javier Fesser viene pubblicizzata da Pau Gasol, leggenda del basket spagnolo e due volte campione NBA. Campeones (questo il titolo originale) va ben oltre la semplice trasmissione di un messaggio e di buoni valori: è un film divertente, leggero, girato, montato e recitato (da attori non professionisti) splendidamente.
Marco (Javier Gutiérrez) è il secondo allenatore dell’Estudiantes, importante squadra di pallacanestro di Madrid. Dopo una partita, in evidente stato d’ebbrezza, si mette alla guida e danneggia una macchina della polizia. Il giudice, per questo, oltre a ritiragli la patente lo condanna a tre mesi di lavoro socialmente utile. Grazie a queste circostanze, Marco si troverà ad allenare la squadra di basket dei “Los Campeones”, formata da ragazzi e ragazzi con disabilità mentale.
“I CANESTRI SONO ALTI COME A HICKORY”
Colpo Vincente (Hoosiers) è probabilmente il più importante film di pallecanestro di tutti i tempi, un cult così diffuso che gli Indiana Pacers, una squadra NBA, gli ha addirittura dedicato una maglietta in occasione del trentennale. In quello splendido film di David Anspaugh si racconta la storia vera della cavalcata trionfale della squadra di basket di Hickory, minuscola città dell’Indiana. Quel gruppo di ragazzi era allenato da Norman Dale (Gene Hackman), un professionista in uno stato depressivo alla ricerca di una rivincita.
Nella scena più bella del film, mentre la squadra entra impaurita nel Hinkle Fieldhouse, gigantesco palazzetto dell’Indiana, Norman Dale prende in mano un metro e comincia a misurare il campo e i canestri. “I canestri sono alti come a Hickory e il campo misura quanto il nostro.”, con questa frase coach Dale riesce a tranquillizare i suoi ragazzi, nervosi davanti ad un campo diverso, che sembra appartenere ad un altro sport.
Campeones – Non ci resta che vincere è un film che per certi versi ricorda Hoosiers. Entrambe le pellicole raccontano di una rivincita, di una seconda opportunità dopo i propri errori. Ciò che prova Marco quando entra all’interno della palestra e cerca di allenare i ragazzi “Campeones” è la stessa sensazione degli hoosiers quando entrano nella Fieldhouse: paura, nervosismo e la sicurezza di non essere adatti per il ruolo.
Eppure Marco capisce ben presto che i canestri dove tirano i ragazzi de “Los Campeones” sono alti come quelli dei professionisti e il principio dello sport rimane lo stesso: fare canestro.
Così si vengono incontro due mondi diversi: quello del professionismo e del dilettantismo, quello del grande palazetto della squadra professionistica e quello della palestra sgangherata di provincia. Non ci resta che vincere racconta perfettamente la distanza iniziale tra l’allenatore e i dilettanti, portando le reciproche difficoltà ad assottigliarsi sempre di più. D’altronde, nel campo dell’Estudiantes e nella provinciale palestra de “Los Campeones” i canestri sono alti uguali.
UN FILM POLITICAMENTE SCORRETTO
Campeones, sulla carta, potrebbe sembrare un ordinario “feel good-movie”, un film per famiglie insomma, che si occupi prima di tutto di trasmettere alcuni valori universali ed importanti. Ciò che invece riesce a fare Javier Fesser, grazie alla collaborazione degli autoironici protagonisti, è riempire il film di battute divertentissime e scorrette, spesso volgari e che non ci si aspetterebbe da un’opera simile.
Andate a vedere questo e riderete per il personaggio della “mosca rompipalle”, per il topo nella doccia e per i nomi che hanno le squadre che partecipano al campionato. Non ci resta che vincere è insomma un film esilarante che porta con sé un messaggio che raramente è stato importante come al giorno d’oggi. Attraverso il suo lavoro coi “Los Campeones”, Marco imparerà che “normale” è una parola che può avere diversi significati e che, soprattutto, non importa in quale palestra o con quali giocatori, i canestri sono sempre alti uguali.