Update: ora è disponibile anche il video dell’intervista:
In occasione della presentazione alla 75. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia di Il Mio Capolavoro, nuova commedia di Gaston Duprat (Il Cittadino Illustre) che sarà nelle nostre sale da 24 gennaio con Movies Inspired, abbiamo incontrato il regista Duprat e gli interpreti principali: Guillermo Francella e Luis Brandoni. Ecco cosa ci siamo detti:
IL MIO CAPOLAVORO PARLA DI ARTE O C’È DI PIÙ?
Francella: Io ti direi che l’arte in fondo è un pretesto, perché potremmo essere in ogni ambito della vita o lavorativo nel film c’è una critica al sistema, sullo sfondo ci sono tematiche sociali, ma con ironia, con emozione, sostanzialmente è un mix di generi nella nostra carriera noi per fortuna abbiamo sempre lavorato, ma so della crudeltà che esiste quando non si viene ingaggiati per l’età, per l’espetto… In un’epoca con una certa estetica se un uomo si ingrassa non lo chiamano, o magari se non sei più giovane hanno paura per la tua memoria senza fare nemmeno una prova… Il sistema è crudele in tanti modi diversi, quindi provo empatia, però noi due come attori non la sperimentiamo, se non per circostanze fortuite… La pellicola parla di questo e di molto altro.
IN CHE MODO AVETE LAVORATO AI PERSONAGGI CON GASTON DUPRAT?
Brandoni: Prima di tutto abbiamo provato molto. Questo ci ha permesso di avvicinarci ai personaggi dal punto di vista del regista e di risolvere alcuni problemi di linguaggio colloquiale di cui ci siamo resi conto. Le prove ci hanno permesso di arrivare sul set sapendo cosa avremmo dovuto fare e prevedendo il cambiamento che hanno i personaggi durante il film.
Francella: È stato molto utile provare tanto, perché ti fai subito un’idea del personaggio ma è importante capire il tono che serve al regista per il film… È stata un’ottima esperienza con Duprat: è un uomo veramente democratico, che ti ascolta, che fa valere la sua personalità quando è necessario farlo, ma era anche molto utile il nostro modo di parlare, quei tempi che abbiamo, quella chimica che c’è tra noi due e che abbiamo già sfruttato tante volte in programmi televisivi di grande successo, ma questa volta si tratta di cinema. Questa chimica gli è piaciuta, il ricorso alle pause, ai silenzi… Senza stravolgere la sceneggiatura però abbiamo cambiato qualche parola e qualche frase per rendere una familiarità che valeva la pena di mantenere.
COSA NE PENSATE DI NETFLIX E DELLE NUOVE FORME DI DISTRIBUZIONE?
Francella: È un po’ quello di cui parla il film: i formati televisivi e cinematografici hanno cambiato il nostro modo di vedere. Per un attore si suppone che ci siano più possibilità di lavorare essendoci più contenitori: Netflix, streaming, televisione, teatro, cinema tradizionale… ma in Argentina ancora non è così.
Brandoni: Però credo sia vada verso una sovrabbondanza di offerta, ce n’è troppa, e puoi vederla dove ti pare giorno e notte, e questo non permette allo spettatore di concentrarsi, non come il cinema: il cinema è un momento che la gente si regala, che dedica a sé stessa, e quella predisposizione che hai in una sala cinematografica non ce l’hai a casa in ogni momento. Quindi quando dico che quello cui aspiriamo è in sostanza regalare un bel ricordo al pubblico, mi pare che questo accada molto più nel teatro o nel cinema che in questi nuovi medium che sono un cinema ininterrotto 24 ore su 24.
L’ARTE È UN TEMA COSTANTE DEI SUOI FILM, GASTON DUPRAT?
Duprat: L’arte è l’ambito in cui si svolgono le storie nonostante l’arte non ne sia sempre il fulcro… ma sì, è la geografia in cui succedono. Ad esempio ne Il Cittadino Illustre volevamo raccontare la storia di una celebrità che tornava al suo paesino e dopo abbiamo deciso che fosse uno scrittore. Nel caso de Il Mio Capolavoro volevamo raccontare la storia di un’amicizia di due uomini con un passato in comune, molto forte, e che nel presente troviamo in posti molto diversi, in universi ben distinti. Dopo abbiamo a dove dovesse succedere questa storia, e abbiamo pensato a un gallerista e un pittore, nell’ambito dell’arte, per riflettere anche sul tema dell’arte; però credo che il tema principale abbia a che fare con l’amicizia dei due personaggi.
ANCHE SE SPESSO LEI TOCCA TEMATICHE SERIE, L’IRONIA È SEMPRE PRESENTE…
Duprat: È come se non potessi fare altrimenti, perché è l’unico tono di cui sono capace. A volte ho provato a fare storie più formali e senza ironia, ma l’ironia finisce sempre per esserci. Quindi la mia conclusione è che sia per il mio modo di guardare il mondo un po’ sarcastico, anche nei film, è il mio tono personale. Non dico “voglio fare un dramma” o “voglio fare una commedia”, è il mio tono naturale, fare dramedy che facciano pensare e divertano. Mi dà tanta soddisfazione quando la gente ride, mi piace.
È STATO IMPEGNATIVO DIRIGERE PER LA PRIMA VOLTA DA SOLO E NON A 4 MANI CON COHN?
No, ma salto il prossimo film. Per Il Cittadino Illustre, che ha avuto molto successo e al quale abbiamo lavorato 6 anni, con Mariano Cohn abbiamo detto facciamo due film poi. Essendo stati anche produttori abbiamo avuto più possibilità poi, e allora abbiamo deciso che in futuro uno avrebbe prodotto e uno avrebbe diretto, e ne film successivo ci saremmo scambiati i ruoli: lui avrebbe diretto e io avrei prodotto. Il Mio Capolavoro è il primo dei due: io dirigo e Mariano produce e nella prossima, che gireremo nel 2019 e sarà intitolata 4×4, lui sarà regista e io produttore. Tutto questo per metterci meno tempo a girare i film. Stavolta ero a mio agio perché il film era già ben definito, ben delineata, e sul set ho semplicemente dovuto dirigerla come fosse uno spartito.
QUANTO È IMPORTANTE PARTECIPARE ALLA MOSTRA DI VENEZIA?
Venezia è stata di grandissimo aiuto: c’è stato un prima e un dopo. A partire dal successo a Venezia, Il Cittadino Illustre ha ottenuto 32 premi internazionali ed è stato distribuito in 60 paesi. Era impensabile per noi prima di Venezia. È stato sia per la vetrina che rappresenta il festival, ma anche per come è andato il film, che è stato primo nella votazione del pubblico e che ha avuto un applauso di 10 minuti alla fine della proiezione.