Una storia apparentemente semplice, che si rivela in realtà insolita e controcorrente. Clint Eastwood ha voluto comunicare questo e molto altro nel suo ultimo film Il Corriere – The Mule, in sala dal 7 febbraio, distribuito da Warner Bros. Pictures. Alla soglia dei novanta, il regista e attore americano rende omaggio alla senilità, dispensando una grande lezione di cinema e di vita, dimostrando come si caratterizza alla perfezione un personaggio.
CLINT EASTWOOD NEI PANNI DI UN ANZIANO FLORICOLTORE IN BALIA DELLA CRISI ECONOMICA
Il suo Earl Stone è un uomo esile, con il volto solcato dalle profonde rughe che hanno lasciato traccia di una vita vissuta appieno, ma non per questo priva di fatica e dispiaceri. Fervente patriota e piccolo imprenditore dell’Illinois, il veterano Earl ha trascorso tutta la vita lavorando e viaggiando per gli States con un vecchio pick-up Ford. Se in passato la sua attività di floricoltore gli ha permesso di vivere più che dignitosamente, negli anni duemila l’e-commerce ha soppiantato la vendita di fiori al dettaglio, facendo sprofondare l’uomo in una profonda crisi economica.
Per quanto Earl nutrisse dei veri e propri sentimenti verso i suoi fiori, non è riuscito a mantenere saldi i rapporti con la sua famiglia, che nel corso degli anni ha messo del tutto in secondo piano. Quella fragilità di cui sono fatti i lilium si è riversata nella debolezza dei suoi legami familiari, tenuti insieme soltanto dalla nipote Ginny (Taissa Farmiga), la più giovane della famiglia e l’unica che ancora crede fermamente nel nonno. Quando Ginny decide di festeggiare il suo fidanzamento con tutta la famiglia Earl si offre di contribuire economicamente al matrimonio, attirando le critiche e lo sdegno della ex moglie Mary (Dianne Wiest) e della figlia Iris (interpretata da Alison Eastwood, vera figlia del regista), entrambe abbandonate dall’uomo e incapaci di offrirgli una seconda possibilità. Stretto da una morsa di debiti e pignoramenti Earl è comunque deciso ad aiutare la nipote e riscattarsi agli occhi della famiglia, così decide di accettare la proposta di un amico di Ginny: guidare il suo pick-up per conto terzi.
IN THE MULE UN INSOSPETTABILE NOVANTENNE DIVENTA IL CORRIERE DI UN CARTELLO DELLA DROGA
L’acuta intelligenza di Earl gli permette da subito di comprendere come dietro a quella semplice proposta si nasconda in realtà un traffico losco, ma l’uomo decide di andare avanti e in poco tempo si ritrova ad essere uno dei “muli” più prolifici d’America, un corriere insospettabile che trasporta armi e droga nel retro della sua auto per conto del cartello messicano di Sinaloa. Gli spostamenti di Earl, al servizio del trafficante Laton (Andy Garcìa), diventano un vero e proprio viaggio on the road, dove l’anziano incontra la provincia americana da nord a sud, con le tante contraddizioni, che risiedono intrinseche anche nel suo personaggio.
Ma il viaggio di Earl non è soltanto ricco di incontri e nuove amicizie ma anche di paura, specialmente quando si ritrova sia nel mirino della DEA, il corpo speciale dell’antidroga guidato dal detective Colin Bates (Bradley Cooper), che di un altro trafficante del cartello. Dalla sinossi ci si rende facilmente conto di come Clint Eastwood affronti tematiche e metafore molto profonde, sia sul ruolo del “padre di famiglia”, che sul tempo che scorre, in un’America in cui i valori e la società cambiano con il passare del tempo. La vita è proprio come uno dei fiori coltivati da Earl, splendida e turgida, se seminata con passione e tenacia, ma allo stesso tempo eterea.
THE MULE: UN FILM DOVE AZIONE, DRAMMA E IRONIA SONO FUNZIONALI A UN SOGGETTO FORTE
Clint Eastwood firma la sua quarantesima regia con un lungometraggio che omaggia la sua lunghissima carriera cinematografica dove ha raccontato, dal suo punto di vista e con il suo linguaggio, gli States. Il regista ne Il Corriere – The Mule riprende alcune delle caratteristiche del protagonista di Gran Torino Walt Kowalski, uno scontroso e razzista anziano veterano della guerra di Corea, un personaggio che vive dei suoi conflitti interiori e che si redime, a modo suo, compiendo una buona azione, ma in questo caso Earl Stone è un uomo ironico e aperto a nuove esperienze, seppur ancorato ad una società di stampo tradizionalista che lui stesso riconosce essere cambiata.
IL CORRIERE – THE MULE È ISPIRATO A UNA STORIA VERA
Tratta da una storia vera, pubblicata sull’articolo del New York Times Magazine “The Sinaola Cartel’s 90-Year-Old Drug Mule” di Sam Dolnick, la sceneggiatura è stata adattata per il grande schermo da Nick Schenk, che non a caso è anche l’autore dello script di Gran Torino. Caratterizzato da dialoghi pungenti e una buona dose d’azione, seppur alcuni momenti risultino un po’ stonati e fuori luogo, Il Corriere – The Mule è un film che si guarda tutto d’un fiato, dove un protagonista, più che anziano, riesce ad appassionare e commuovere, dove tutti i solchi dell’età presenti sul volto di Clint Eastwood che appare per quello che è, con i suoi rossori e la sua magrezza, hanno un senso. Anche il resto del cast fa un ottimo lavoro, seppur a parte Bradley Cooper e Dianne Wiest, gli altri attori siano delle figure puramente di contorno, in ogni caso il tutto risulta armonico e perfettamente in linea con la sceneggiatura. Il regista e protagonista dimostra ancora una volta che presentare agli spettatori una persona e non un personaggio sia una chiave di lettura vincente e che il cinema può emozionare anche senza artifici e patinature.