Siamo nelle Filippine del 1997, in piena Crisi Finanziaria Asiatica. Horacia Somorostro (Charo Santos-Concio), una volta maestra elementare, ha passato trent’anni in carcere da innocente, nei quali nonostante il duro contesto ha trovato un suo spazio, arrivando addirittura a insegnare agli altri prigionieri a leggere e a scrivere. Quell’equilibrio faticosamente raggiunto, fatto di determinazione e rassegnazione, viene però sconvolto quando il vero colpevole confessa l’omicidio che le era stato ascritto.
Rilasciata, la donna si ricongiunge con la figlia ma scopre al contempo che il marito è morto e il figlio è scomparso. Contestualmente viene a sapere che a incastrarla è stato Rodrigo, facoltoso esponente dell’élite filippina nonché suo vecchio amante, che ora è costretto a vivere asserragliato nella propria villa per scampare all’ondata di sequestri che sta funestando la classe dirigente del paese. Amareggiata dalle proprie vicende personali e dalla corruzione che continua a imperversare intorno a lei, Horacia decide che è arrivato il momento di agire e vendicarsi.
UN GRANDE CINEMA DESTINATO A UN PUBBLICO RISTRETTO
Quando The Woman Who Left – La Donna Che Se Ne È Andata (titolo originale Ang Babaeng Humayo) vinse il Leone d’Oro alla 73. Mostra del Cinema di Venezia, fummo i primi a sottolineare quanta distanza ci fosse tra quella giuria che lo aveva votato e il pubblico che poi va effettivamente al cinema e decreta o meno il successo di un film. D’altronde nessuno si aspettava che, una volta annunciato il prestigioso riconoscimento, gli spettatori si accalcassero in sala per una pellicola in filippino, firmata da un autore che spesso ricorre ad attori non professionisti e che di certo non fa dell’attenzione al dettaglio tecnico il suo forte, in bianco e nero, e della sesquipedale durata di tre ore e tre quarti.
Però, nonostante distribuire un film del genere potesse sembrare un’impresa impossibile, qualcuno ci provò pure; ma quella piccola casa di distribuzione – oberata da precedenti scelte artisticamente coraggiose ma commercialmente suicide – fallì ancor prima di riuscirci. Fu così che uno dei più importanti film del celebrato cineasta Lav Diaz, che era stato citato a caratteri cubitali dai titoli di tutti i più importanti giornali, per il pubblico rimase per l’appunto solo un titolo; un’opera impossibile da vedere; un film amato dalla giuria di uno dei più importanti festival al mondo ma destinato a non avere un pubblico.
È qui che subentra l’importanza dei canali di distribuzione secondari, quelli che generalmente vengono dopo le release cinematografiche, ma che a volte diventano l’unica possibilità per i cinefili di accedere a film che non nascono per entusiasmare le masse, ma che non per questo non rappresentano esperienze cinematografiche di primissimo livello.
DA UN RACCONTO DI TOLSTOJ UN FILM INTIMO MA POLITICO
È proprio questo il caso di The Woman Who Left – La Donna Che Se Ne È Andata, che ora arriva finalmente nelle nostre case grazie alla versione in DVD regalataci dell’illuminata gestione di CG Entertainment e il cui acquisto è a nostro modo di vedere un importantissimo segnale a un’industria troppo spesso pavida e incapace di ascoltare una comunità di appassionati della settima arte (esercizio che invece a CG riesce sempre egregiamente). Il film di Lav Diaz infatti, pur con le incertezze tipiche di un cinema pauperista dai mezzi a dir poco artigianali, è nel suo genere comunque un capolavoro.
Questa potente opera, evidentemente adatta solo a spettatori particolarmente preparati e motivati, rilegge il racconto di Tolstoj Dio vede la verità ma non la rivela subito e lo attualizza nella corrotta realtà delle Filippine degli anni ’90, facendone un film d’autore meditativo e intimo ma anche un inesorabile ‘revenge movie’ sui generis dai ritmi dilatati ma in continuo climax crescente. Un’opera difficilmente incasellabile per lo spettatore occidentale, nella quale l’esotismo di una cinematografia periferica riesce a dar vita a un lavoro che colpisce per la sua originalità, affrontando turbamenti psicologici, denuncia sociale e una complessa macchina narrativa.
Il nome di Lav Diaz non è certo di quelli che godono di preclara fama, ma i cinefili sanno bene quanto il filippino sia amato dai festival di tutto il mondo – tanto da aver concorso a Cannes e da aver vinto a Venezia, Berlino e Locarno – e quanto sia a suo modo una garanzia. Considerato che The Woman Who Left – La Donna Che Se Ne È Andata rappresenta senza alcun dubbio uno dei suoi film più importanti, non vi rimane che andare che acquistare un DVD che non può mancare nella vostra collezione.