Favola e attualità si mescolano, contorcono e insidiano negli occhi dello spettatore in Border – Creature di Confine, disponibile in DVD e Blu-Ray Wanted – PFA – Valmyn con CG Entertainment. Adattamento cinematografico del racconto Gräns, scritto dal maestro dell’horror scandinavo John Ajvide Lindqvist – agli onori delle cronache letterarie con il suo best seller Lasciami Entrare, da cui Tomas Alfredson ha adattato l’omonimo, stupefacente film nel 2009. Secondo lungometraggio del regista svedese di origine iraniana Ali Abbasi, Border – Creature di Confine è stato candidato all’Oscar per il miglior trucco e ha vinto il premio Un Certain Regard all’ultimo Festival di Cannes.
Tina (Eva Melander) è una donna dotata di un fiuto eccezionale, di aspetto insolito e dai modi piuttosto rudi, svolge egregiamente il suo lavoro di agente doganale con cui si guadagna il rispetto di amici e colleghi. La donna ha un dono particolare, riesce a intercettare con il suo olfatto le emozioni delle persone, consegnando ogni sospettato nelle mani della polizia. Dal punto di vista personale Tina si accontenta di vivere con un uomo che non ama, ma che la rispetta per quello che è, non potendo avere rapporti sessuali a causa di una malformazione genetica. Tina riversa la sua profonda infelicità sentimentale nel lavoro, l’unico posto in cui si sente libera, pur comprendendo che, in fondo, quel mondo non le appartiene. Cresciuta in una famiglia tradizionale, la protagonista non sa che in realtà le sue percezioni sono reali e che veramente non appartiene al mondo degli umani, finché sul suo cammino non incontra Vore (Eero Milonoff) un uomo che, incredibilmente ha il suo stesso insolito aspetto. Inizialmente fermato alla dogana per uno strano presentimento, Tina si accorge presto che in realtà è lui l’uomo che ha sempre, inconsapevolmente, cercato. Insieme a Vore la donna inizierà a scoprire se stessa, indagherà sulla sua vera natura e comprenderà di essere un’entità di confine.
Border – Creature di Confine offre allo spettatore una visione insolita delle differenze sociali e culturali dei nostri tempi, allargando la prospettiva ad una narrazione di tipo favolistica. Sulla scia di vecchie tradizioni scandinave, che popolano i boschi di creature soprannaturali, i protagonisti di questa fiaba gotica contemporanea Tina e Vore, sembrano due Gargoyles che prendono vita per animare la vita urbana, che scorre nella calma apparente. Immobili nella loro condizione di disagio si animano quando si sfiorano tra loro, innescando una scintilla che brilla di luce propria, ma che, come un fuoco fatuo, si consuma non appena svela le verità nascoste. La sceneggiatura, scritta in collaborazione con lo stesso Lindqvist, allarga la narrazione rispetto al soggetto del racconto, introducendo elementi che permettono il collegamento con l’attualità, aumentandone la forza narrativa.
Il pregio più grande di Border – Creature di Confine è la capacità di regista e sceneggiatore di coordinare bene tutti gli elementi, che godono di una struttura solida e coerente. Cosa assolutamente non facile con un soggetto borderline come Tina, una protagonista che per tutta la vita ha lottato contro se stessa, ma che è capace di affermare i suoi principi anche di fronte alle situazioni più dolorose. Ambientato in un’isola della Svezia questo lungometraggio, è ricco di metafore e spunti di riflessione sulla condizione umana e sul concetto filosofico di confine, in vari significati. Alla regia il pregio di riuscire a rendere su schermo con grande realismo personaggi e immagini nati dalla fantasia di Lindqvist e la capacità di alternare i tanti momenti di silenzio e solitudine di cui i protagonisti hanno bisogno, con altrettante sequenze tanto realistiche da non lasciare spazio all’immaginazione.
Il lavoro di Göran Lundström al trucco, che gli è valso la candidatura agli Oscar 2019, è sorprendente così come l’ottima recitazione dei protagonisti Eva Melander e Eero Milonoff, che oltre a dover trasformarsi fisicamente hanno interpretato un nuovo genere, entrando nel ruolo di due personaggi fantastici, ma riuscendo a non distaccarsi completamente dall’essere umano. Un titolo complesso per un film che non ha precedenti e apre le porte ad un nuovo filone scandinavo, che attraversa e supera il concetto di genere letterario e cinematografico, per comunicare che le diversità non devono dividere ma unire.