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Preceduto da incassi record e da un animatissimo dibattito in America, il 4 aprile arriva finalmente nelle nostre sale su distribuzione Universal Noi (titolo originale Us), secondo lungometraggio di quel Jordan Peele che aveva vinto l’Oscar per la miglior sceneggiatura non originale con il suo folgorante debutto Scappa – Get Out. Se nella traduzione italiana del titolo si perde il fondamentale gioco di parole che sovrappone il pronome personale di prima persona plurale alla sigla degli United States, guardando il film rimane comunque evidentissimo come Noi sia un ritratto straordinariamente complesso degli USA di oggi – e in una certa misura del vento populista che soffia in tutto l’Occidente.
«SI PUÒ AVERE PAURA DI UNA FAMIGLIA?» SÌ, SE SONO DEI DOPPELGÄNGER.
Adelaide ( Lupita Nuong’o, premio Oscar per 12 Anni Schiavo) e Gabe Wilson (Winston Duke, M’Baku in Black Panther) sono una coppia di americani benestanti che decide di andare in vacanza con i propri figli a Santa Cruz, una località marittima californiana cui la protagonista ricollega sgradevoli ricordi d’infanzia. Tutto sembra procedere per il meglio finché alla porta dei Wilson non si presentano quattro minacciosi sconosciuti con delle tute rosse, che si rivelano essere una perfetta copia malvagia di quella famiglia – bambini compresi. L’incontro sarà l’inizio di una discesa nel terrore ricca di colpi di scena.
JORDAN PEELE È MOLTO PIÙ AMBIZIOSO CHE IN SCAPPA – GET OUT, SIA NELLA FORMA CHE NEI CONTENUTI
Se in Get Out aveva utilizzato un contesto horror à la Blum per denunciare l’appropriazione culturale dei bianchi ai danni degli afroamericani, qui Peele, che torna nel doppio ruolo di regista e sceneggiatore, opta per un approccio quasi color blind e mira ‘semplicemente’ a utilizzare il cinema di genere per denunciare le ingiustizie e la rabbia che impregnano il martoriato tessuto sociale degli USA di oggi.
Rispetto al suo precedente lavoro però è evidente la grande maturazione estetica che va a tutto vantaggio di una stilizzazione memorabile (l’abbinamento di tuta rossa, guanto da guida, sandali e forbici dorate è già iconico), mentre il simbolismo facilmente fruibile del precedente lavoro, tutto sommato lineare, cede il passo a una struttura filmica e allegorica incredibilmente più complessa, che renderà quasi indispensabile una seconda visione della pellicola.
Il prezzo di tanta sfrenata ambizione è l’incapacità di raggiungere con immediatezza lo spettatore medio, che difficilmente riuscirà a districarsi nei labirinti di una storia che cambia completamente senso la seconda volta che la si vede; ma la grande potenza suggestiva dell’impianto scenico e alcuni magistrali coup de théâtre sapranno colpire anche quelli cui sfuggirà parte della ricchezza del messaggio politico.
Non mancano le forzature (ne riparliamo più avanti), e nel suo tentativo di esplicitare allo spettatore una dettagliata spiegazione logica Peele si impone da solo dei vincoli non indispensabili, rendendo evidente come alcuni elementi (a partire dalle ‘divise’ dei doppeglänger) siano inseriti in modo poco naturale nella concatenazione di eventi. Nonostante questo, la pellicola ha una sua integrità d’insieme che si sedimenterà nello spettatore chiarificandosi ogni volta che vi si tornerà col pensiero, e che permetterà alla maggior parte dei numerosissimi dettagli di avere un senso nel grande disegno dello script.
IN NOI (US) ELEMENTI DI REVENGE MOVIE E HOME INVASION INCONTRANO L’HORROR D’AUTORE
Noi (Us) ripropone, in un contesto e su una scala inusuale, alcune costanti del revenge movie e dell’home invasion, e il motore che dà il via a tutta la narrazione è racchiuso in un versetto biblico (Geremia 11:11) citato cripticamente da Peele:«Perciò ecco cosa dice Dio: Porterò loro un disastro cui non potranno sfuggire. Per quanto mi supplicheranno, non li ascolterò».
Il punto è che stavolta Dio non c’entra niente, e la violenza impietosa di cui sopra viene portata dal gemello malvagio, simbolo non tanto della nostra anima nera quanto di una società costruita sulla dualità (come sottolinea il simbolo ricorrente delle forbici). In un momento di forse eccessiva esplicitezza, quando vi è il primo confronto tra la famiglia Wilson e gli antagonisti, la figlia della protagonista sottolinea “siamo noi!”, mentre la madre chiede “cosa siete?”, sentendosi rispondere “siamo Americani”. Come d’altronde accade nell’era del Trumpismo, gli Stati Uniti di Peele sono raccontati metaforicamente come un paese diviso in due: massa contro individui, famiglie contro famiglie, fratelli contro fratelli.
LO SCRIPT È IL GEMELLO MALVAGIO DEL SOGGETTO: NE HA LA STESSA GENIALITÀ, MA IN UNA VERSIONE ‘CORROTTA’
Difficile parlare più dettagliatamente del film senza spoilerare elementi importanti del racconto, ragion per cui vi rimandiamo all’approfondimento in cui vi offriamo la spiegazione del significato del finale di Noi (Us). Quello che possiamo dirvi in questa sede è che se le intenzioni di Peele sono quelle di spingersi oltre i propri limiti, tale volontà è pienamente evidente ma che le ali del regista sono ancora tarpate da qualche limite nella sceneggiatura, che avrebbe certamente giovato di un aiuto più esperto alla scrittura. Il soggetto di partenza è geniale, ma Peele finisce a tratti per perderne il controllo.
Le contraddizioni nella storia sono decisamente troppe, e così gli spettatori si troveranno non solo a dover unire i puntini di una costruzione narrativa decisamente complessa ma anche a smarrirsi con incongruenze palesi e domande destinate a restare senza risposta; il tutto con furti fin troppo furbi (e non omaggi) dal miglior cinema dello scorso anno, dalla danza del Suspiria post-argentiano di Guadagnino ai conigli di Lanthimos. In compenso un’ironia molto più presente rispetto al precedente film aiuta non poco a far scorrere il metraggio.
È ancora presto per capire se Noi sarà destinato in qualche modo a far parte di una trilogia insieme a Scappa – Get Out o no – Peele, interpellato a riguardo, non si sbilancia e nemmeno lo esclude – ma certamente a un film di genere che ha l’ambizione di ritrarre l’Occidente di oggi e le radici marce che affonda negli anni ’80 va riconosciuto un grandissimo contributo al panorama contemporaneo. La seconda opera è generalmente la più difficile, ma la prova è superata e la carriera di Peele è potenzialmente spianata.
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Noi (Us) è ora disponibile in DVD e Blu-ray Universal Pictures Home Entertainment con i seguenti contenti speciali: I Mostri Dentro di Noi, Legati Fra di LoroFormano Il Nostro Doppio, scene eliminate, Ridefinire un genere: un horror firmato Jordan Peele, Moriremo Tutti, La Dualità di Noi, Siamo Quelli di Sopra, Siamo Quelli di Sotto: una Grande Danza a Due, Come Nasce Red, Esplorare le Scene.