Un uomo ossessionato da una donna, una gabbia e uno scantinato: la base di partenza non offre grandi speranze dal punto di vista dell’originalità, ma Pet di Carles Torrens ci smentisce. Reduce dall’horror Apartment 143, il regista spagnolo vira sul thriller psicologico e può fare affidamento sulla sceneggiatura di Jeremy Slater e su due protagonisti di ottima fattura: Dominic Monaghan (Il Signore degli Anelli) e Ksenia Solo (Il cigno nero). Pet, che arriva ora in versione blu-ray con booklet grazie a Midnight Factory, racconta la storia di Seth, dipendente che lavora in un canile e che vive una vita monotona e ordinaria. Un giorno incontra l’ex compagna di scuola Holly e da quel momento la sua esistenza non sarà più la stessa: come ai tempi del liceo, Seth si invaghisce e inizia a esserne ossessionato. Dopo un maldestro tentativo di corteggiamento, fallito per la sua goffaggine, inizia a pedinarla e a spiarla attraverso i social network. E, di fronte all’ennesimo rifiuto, perde la testa: Holly viene rapita e rinchiusa in una gabbia in uno scantinato del canile in cui lavora. Ma sarà la prigionia ad accendere i riflettori sul lato oscuro della bella ragazza…
PET, LA STORIA DI UN ‘AMORE’ MALATO
Guardando i primi minuti di Pet tutto lascerebbe presagire un film poco originale e ricco di sequenze già viste in altri lungometraggi. Ma così non è e il merito va alla sceneggiatura firmata da Jeremy Slater (premiata al Sitges – Festival internazionale del cinema fantastico della Catalogna): a differenza di altre opere – basti pensare a Saw – Seth non ha alcuna intenzione di torturarla o di ucciderla dopo svariate sevizie, ma il suo unico scopo è quello di salvarla. Il protagonista non è mosso dal desiderio di infierire sul corpo di Holly, che ha risposto con un secco no al suo corteggiamento, ma dall’amore: un ‘amore’ tossico, un ‘amore’ folle, un ‘amore’ come una gabbia. Una gabbia come quelle in cui sono rinchiusi i cani che vede quotidianamente e per cui prova affetto, un grande sentimento, e che diventa la nuova casa della sua amata.
CARLES TORRENS SFRUTTA INTELLIGENTEMENTE LE POCHE RISORSE A DISPOSIZIONE
Le prove di Dominic Monaghan e Ksenia Solo sono di ottimo livello: carnefice e vittima riescono a tenere alta l’asticella della tensione per tutta la durata del film, dando vita a una lotta psicologica su chi detiene il potere e il controllo della situazione. Un rapporto che cresce e si evolve, cambia e si assesta. E si modifica nuovamente, in un tourbillon estremamente accattivante. La sceneggiatura è uno dei punti di forza, come dicevamo, ma non è priva di imperfezioni: Jeremy Slater a volte sembra infatti preferire un maggior numero di colpi scena a una coerenza lineare della narrazione. Ma l’obiettivo è raggiunto ugualmente: tenere incollato allo schermo lo spettatore, le cui percezioni vengono continuamente ribaltate (seppur a volte in maniera difficilmente credibile). Una menzione speciale per il regista Carles Torrens che dirige con sapienza nonostante gli scarsi mezzi a disposizione: particolarmente stimolanti le sequenze girate negli spazi angusti dello scantinato.
Pet è un thriller psicologico godibile, non privo di difetti ma interessante per la sua capacità di smarcarsi dai clichè del genere e fornire allo spettatore 94′ godibili. Un’opera seconda riuscita.