Prima l’attivismo e il giornalismo investigativo, poi le grandi inchieste e infine un documentario: Zero Impunity, in concorso internazionale all’edizione 2019 del Lucca Film Festival e Europa Cinema, è un atto di denuncia sull’impunità degli autori di abusi sessuali nei conflitti armati, portando avanti una battaglia che va avanti da tempo e che non ha intenzione di fermarsi. Nicolas Blies e Stephane Hueber-Blies hanno dato vita a questo progetto transmediale per accendere i riflettori su quali sono gli oscuri meccanismi utilizzati per nascondere crimini sessuali e far tacere tutti coloro che sono sopravvissuti a tali abusi sessuali. Un documentario che si schiera apertamente e che ha un unico scopo: avere un ruolo, fungere da enciclopedia di un orrore troppo spesso celato, dando solidarietà e fornendo empatia a chi ha subito angherie di ogni tipo, fino alla violazione sessuale.
ZERO IMPUNITY, LA DENUNCIA DEGLI STUPRI E L’ACCUSA ALL’ONU
Le toccanti testimonianze di vittime e psicologi, gli atti d’accusa nei confronti dell’ONU ma anche le creazioni d’animazione di Olivier Crouzel, una scelta azzeccata per diluire la drammaticità – illustrando in maniera differenti gli eventi raccontati – e fornire un punto di vista diverso nel corso della narrazione. Storie che provengono da ogni parte del mondo e che riguardano tutti noi: dalle violenze sul fronte ucraino agli abusi sui bambini da parte di militari francesi nella Repubblica Centrafricana, passando per gli stupri avvenuti nella prigione americana di Baghdad. E, in riferimento a quest’ultimo dramma, è particolarmente tagliente la scelta di montare anche la smentita di Colin Powell e Condoleezza Rice nel corso degli incontri segreti con la Cia. Ma, come dicevamo, è l’Organizzazione delle Nazioni Unite a finire a più riprese nel mirino di Zero Impunity: i due registi hanno tenuto a precisare come nella stragrande maggioranza dei casi la violenza sessuale venga introdotta dai contingenti di pace, per poi non punire i crimini denunciati e molto spesso documentati.
IL SILENZIO NON RENDE GIUSTIZIA, MA IMPUNITÀ
Ascoltare è importante quanto parlare: Zero Impunity ha un messaggio ben preciso e i due registi hanno sottolineato quanto sia importante l’ascolto di tutte le voci, perché tutti possono svolgere un ruolo fondamentale all’interno della società. I sopravvissuti sono spesso isolati e devono fare i conti con governi che prediligono difendere i propri soldati, considerati come eroi nazionali. O semplicemente non vogliono intaccare la reputazione delle istituzioni. I racconti delle vittime – o, meglio, dei superstiti – lacera l’anima. Toglie il fiato. E provoca un sentimento di rabbia, ma il messaggio che Nicolas Blies e Stephane Hueber-Blies vogliono mandare è un altro: bisogna dare voce a chi subisce soprusi, a tutti coloro che hanno la vita segnata dalle violenze di chi rappresenta l’autorità e invece si trasforma in carnefice. Lo stupro è una violazione personale, intima, ed è una delle violenze più crudeli e potenti: il silenzio non rende giustizia ma impunità.