Extremely Wicked, Shockingly Evil and Vile è il titolo originale di Ted Bundy – Fascino Criminale, lungometraggio sul feroce quanto affascinante serial killer che ha scosso l’opinione pubblica americana alla fine degli anni ’70. In sala dal 9 maggio il film, diretto da Joe Berlinger, è tratto dal libro autobiografico di Elizabeth Kendall (pseudonimo di Liz Kloepfer) The Phantom Prince: My Life With Ted Bundy.
ZAC EFRON È TED BUNDY, IL FEROCE SERIAL KILLER DAL FASCINO DISTURBANTE
Ad interpretare il mostro dal bel sorriso è un sorprendente Zac Efron, che momentaneamente lascia la commedia per confrontarsi con il ruolo più difficile della sua carriera, che inevitabilmente è destinata a cambiare rotta. Presentato all’ultima edizione del Sundance Film Festival, il film ha scatenato molte polemiche negli Stati Uniti dove la figura di Bundy è da sempre oggetto di controversie morali e sociali.
Il regista Joe Berlinger, noto documentarista e già autore della serie Netflix, Conversazioni con un killer: il caso Bundy, nel lungometraggio affronta la questione dal punto di vista della compagna Liz (interpretata da Lily Collins), che condivise con il killer una relazione durata sei anni. Il lungometraggio si snoda sulla personalità di Bundy prima, durante e dopo il processo, lasciando da parte sia la sua storia personale, che l’esecuzione materiale degli omicidi. Scritto e diretto come un classico procedural, il suo punto di forza risiede nelle ottime interpretazioni di Zac Efron e Lily Collins, più che nella struttura generale dello script, che risulta molto classica, dai tempi statici e con pochi e annunciati colpi di scena.
Liz è una giovane segretaria e madre single che si innamora di Ted, uno studente di legge, particolarmente amorevole e dotato di personalità e fascino al di fuori del comune. La loro storia sembra essere perfetta, fin quando Ted viene arrestato nello Utah (il poliziotto che lo interroga è interpretato da James Hetfield dei Metallica) con l’accusa di rapimento e omicidio. Incredula Liz sostiene il compagno e fatica a credere che possa essere l’artefice anche di altri omicidi, che sembrano essere collegati a lui. Depressa e afflitta per la sorte di Ted, Liz innesca dentro di sé una dolorosa lotta tra il bene il male, che la porterà ad affrontare la dura realtà.
Dall’altra parte Ted Bundy, forte del suo fascino e della sua preparazione come avvocato, prende alla leggera i processi, inscenando fughe e ottenendo persino privilegi mai concessi ad altri presunti colpevoli di omicidio. Appoggiato e difeso a spada tratta da molte donne, tra cui Carole Ann Boone (Kaya Scodelario), che diventerà persino sua moglie, Ted affronta le accuse di omicidio come una rock star, difendendosi da solo in quello che diventerà un maxi processo in diretta televisiva, condotto dal giudice Edward Cowart (John Malkovich), che sentenzierà dei delitti compiuti da Bundy come “Estremamente malvagi, crudeli in maniera scioccante e ripugnanti” – definizione da cui deriva il titolo originale.
IL CASO BUNDY, UN PERICOLOSO CONNUBIO TRA CRIMINE E SPETTACOLO
Di bell’aspetto, colto e perfettamente integrato nella società, Ted Bundy e il processo per i suoi omicidi plurimi, furono al centro di numerose discussioni che scossero l’opinione pubblica a causa del connubio tra spettacolo, violenza e fascinazione. Il suo processo fu il primo nel mondo ad essere trasmesso in diretta televisiva e Bundy fu oggetto di numerose avances da parte di un variegato pubblico femminile che sosteneva la sua innocenza.
Dal punto di vista psicologico per l’essere umano è difficile comprendere come, un brillante studente di legge, ex volontario in un centralino anti-suicidi e amorevole padre adottivo sia in realtà uno spietato maniaco sessuale, vile predatore e capace di compiere delitti tanto efferati contro le donne. Il criminale al di fuori degli stereotipi genera un problema di identificazione, che in questo film Joe Berlinger ha cercato accuratamente di evitare, proponendo il protagonista dal punto di vista della sua compagna e accennando ai delitti soltanto ai fini processuali.
IL FILM NON LASCIA IL SEGNO, MA MERITANO MENZIONE LE INTERPRETAZIONI DI ZAC EFRON E LILY COLLINS
Zac Efron, considerato “troppo sexy” per interpretare un serial killer, non ha potuto certamente nascondere la sua bellezza naturale, ma nell’interpretazione rimane del tutto fedele allo scopo del film, che certamente non è glorificare un criminale, ma ripercorrere i fatti e andare in profondità nella psiche di un soggetto fuori dall’ordinario. Efron riesce con grande professionalità a tirar fuori la freddezza emotiva che caratterizzava Ted Bundy, la sua capacità ancestrale di mentire in ogni occasione, di mantenere un profilo adeguato in ogni circostanza. L’attore americano interpreta con molta coerenza, un uomo camaleontico, diabolico, animalesco riuscendo a coglierne i tratti più turpi, attraverso una mimica facciale studiata nel dettaglio e un’attenzione ai particolari degna di nota.
Lily Collins, al contrario del protagonista maschile, interpreta una donna estremamente fragile, innamorata e psicologicamente in bilico tra la caduta libera nella più cupa disperazione e la liberazione dalle catene che la legano all’uomo più importante della sua vita. Se gli aspetti psicologici di entrambi fossero stati ancor meglio articolati, la sceneggiatura ne avrebbe sicuramente giovato, risultando meno piatta. Purtroppo il taglio troppo documentaristico di Berlinger, non riesce a dare quella spinta necessaria alla buona riuscita del lungometraggio, arenandosi in una linearità che appiattisce la trama.
Ted Bundy – Fascino Criminale è un film riuscito a metà, sicuramente da vedere per il clamore suscitato dall’interpretazione di Zac Efron (alle prese con un ruolo complesso), capace di rendere appieno la personalità disturbante del protagonista.