Keith, Becky, Gavin, Jana, Quentin e Joyce sono sei personaggi che hanno trovato un autore, un interprete e un regista. Classe 1974, australiano, Chris Lilley dopo essersi posizionato sul genere con i precedenti lavori Angry Boys e prima ancora con Summer Heights High, continua ora con Lunatics a mettere a nudo vizi e virtù delle nostre società attraverso una commedia dove l’umorismo si intreccia continuamente con il paradossale, l’imbarazzante, l’iperbolico, l’inopportuno. Nei dieci episodi della serie rilasciata da Netflix, Lilley, oltre ad interpretare i sei personaggi, ha fatto praticamente tutto: sceneggiatura, musiche e regia.
LUNATICS: UNA GROTTESCA GALLERIA DI PERSONAGGI IMPROBABILI
Keith Dick è un addetto alle vendite nel campo della moda. Dopo essere andato in pensione dall’atelier dove lavorava intraprende un’attività privata insieme alla moglie e alla figlia, due persone completamente oscurate dalla sua esuberanza. Keith si innamora degli oggetti, con i quali ha anche rapporti sessuali. Becky Douglas è invece una diciassettenne fisicamente “mostruosa” che si trasferisce insieme alla sorella gemella in un college californiano. Becky è alta ben oltre due metri, è grassa, gonfia, goffa, diversamente dalla sorella che è mingherlina, dai lineamenti delicati e verso la quale ha un atteggiamento di protezione. La stessa protezione che la diciassettenne riversa verso i suoi nuovi compagni di college. Ma la sua disponibilità sarà destinata a non essere ricambiata. Gavin McGregor è un dodicenne maleducato, indolente, odioso. Il ragazzo si trova improvvisamente catapultato in una contea inglese, ospite di una famiglia aristocratica, sua lontana parente, che attraverso le rigide regole del mondo dinastico e blasonato lo ha individuato come colui che dovrà essere a capo di cotanto lignaggio. Andando avanti troviamo Jana Melhoopen-Jonks, una lesbica che ha il dono della comprensione del linguaggio degli animali domestici. Jana lavora con i protagonisti dello star system che la chiamano come consulente per capire cosa pensano i loro cani e gatti. Quentin Cook è invece un trentenne dalla natiche esagerate, un tratto fisico di famiglia. Quentin è un agente immobiliare che vuole mettersi a capo dell’agenzia al posto del padre, ma la sua incompetenza è pari alla sua presunzione, nonostante sia appoggiato amorevolmente dalla madre; un vero “cocco di mamma”. Infine Joyce Jeffries, una ex pornostar che ha perso completamente il contatto con il reale. Vive isolata da tutti in una casa piena zeppa di oggetti e di peluche. Colleziona di tutto, getta le buste dell’immondizia per strada ed è osteggiata dai vicini.
UN RITRATTO SPIETATO E SOLO APPARENTEMENTE DEMENZIALE DELLA CONTEMPORANEITÀ
Chris Lilley, come detto, interpreta tutti i personaggi. Alcuni sono molto riusciti, altri un po’ meno, ma tutti sono a loro modo “credibili” per rappresentare l’unico filo conduttore: quello di guardarci dentro e allo specchio. Il “politicamente scorretto” che pervade la serie a qualcuno potrebbe dare perfino fastidio, va detto, ma il regista e attore australiano sembra sottoporci proprio una realtà scomoda: ciò che prima era una prerogativa del linguaggio dell’arte, ora è stato sdoganato nella vita di tutti i giorni. Lunatics è girato (molto bene) con la tecnica del mockumentary, un “falso documentario” sempre sul pezzo e ricchissimo di episodi, sfumature e colori che descrivono esaurientemente i sei personaggi. Se siete disposti a ridere e sorridere di alcuni tra i nostri mali che il regista australiano ci spiattella in faccia, Lunatics vi divertirà molto, anche perché la leggerezza del registro esilarante è ben dosata e sempre presente. Magari ponendo un occhio anche dentro noi stessi e scoprire che il lieto fine non è poi così impossibile.