Divino Amor, presentato con successo al Sundance e alla Berlinale, ha debuttato in Italia al Biografilm Festival. Il terzo film di finzione di Gabriel Mascaro è ambientato nel 2027 in un Brasile conservatore e ultra cristiano, nel quale il potere spirituale sembra avere lo stesso peso di quello temporale. Non è difficile leggere fra le righe una critica a Bolsonaro, personaggio controverso alla guida dello stato carioca dal 1 Gennaio. Non è neanche casuale la data, il 2027: se l’attuale presidente fosse rieletto, infatti, il suo mandato durerebbe proprio fino a quell’anno.
MASCARO IMMAGINA UN BRASILE CONSERVATORE MA TECNOLOGICAMENTE AVANZATO
Divino Amor racconta la storia di Joana (Dira Paes) e Julio Machado (Danilo), una coppia borghese di mezza età che sta cercando ossessivamente di avere un figlio. Lui fa il fioraio, mentre lei lavora come impiegato in un ufficio comunale. Joana crede profondamente in tre cose: in dio, nella burocrazia e nel matrimonio. Una “trinità” che ricorda, non a caso, il motto fascista Dio, Patria, Famiglia. Il Brasile raccontato da Mascaro è un regime edulcorato, nel quale certe cose e certi comportamenti non sono vietati ma semplicemente sconsigliati.
Per esempio, in Divino Amor le donne non sono mai bistrattate o trattate in modo inferiore. La disparità dei sessi non è presente, bensì il discrimine fra “esseri superiori” e “essere inferiori” sta nella maternità. Le donne che hanno un figlio hanno corsie preferenziali ovunque, vengono trattate con cura e coccolate in qualsiasi luogo in cui vanno. Nel film di Mascaro, infatti, ogni edificio pubblico possiede una sorta di “metal detector” all’ingresso che separa le donne incinte e le mamme dal resto della popolazione.
È questo il motivo per cui Joana passa la sua vita a convincere le coppie che stanno per divorziare a tornare sui propri passi. Nonostante la protagonista dovrebbe essere una semplice burocrate – colei che raccoglie i documenti e si assicura che tutto sia in regola – Joana invita i coniugi che hanno intenzione di separarsi a prendere parte alle riunioni di “Divino Amor”, un circolo nel quale si leggono delle preghiere e si pratica lo scambio di coppia.
DIVINO AMOR RACCONTA UNA RELIGIONE CHE NON HA PIÙ BISOGNO DEI LUOGHI DI CULTO
Nel Brasile del 2027 anche la religione si è evoluta. Joana e Julio fanno sesso – e tutti gli amplessi del film sono lunghi e parecchio espliciti – con altri partner e considerano peccato soltanto il fatto di avere un orgasmo con una persona che non sia il proprio partner. In Divino Amor il tradimento non è più peccato agli occhi di dio.
Mascaro racconta uno scenario tutto sommato verosimile, nel quale il suo paese, il Brasile, è schiavo di un potere spirituale che però non è quello che siamo abituati a vedere. Non ci sono prelati in Divino Amor e i luoghi di culto non esistono più. Le persone pregano comodamente a casa e si confessano in degli edifici a vetri che si trovano per strada e nei quali si entra in macchina per ricevere il perdono. I “confessionali”, insomma, sono diventati simili ai McDrive. Nemmeno le festività si celebrano più in modo “canonico”: il natale viene celebrato con una specie di festival di musica elettronica, nel quale le preghiere diventano canzoni techno e i fedeli ballano.
Tutti i protagonisti sono religiosi in modo “serissimo”. In una scena, per esempio, il ginecologo di Joana – un dottore, un uomo di scienza per eccellenza – le dice che l’unico modo per avere dei figli è pregare dio. Non vi spoileriamo nulla perché, fortunatamente, grazie a I Wonder Pictures il film verrà distribuito in Italia. Un’opera da non perdere.