Amazon, attraverso Prime Video, ha lanciato il guanto di sfida nei confronti di Netflix: tra il 2017 e il 2019 le sue produzioni originali sono diventate sempre più ambiziose grazie a serie di straordinario livello come Homecoming, The Marvelous Mrs. Maisel e Too Old To Die Young di Nicolas Winding Refn (in attesa di Carnival Row e, soprattutto, dell’adattamento televisivo de Il Signore Degli Anelli). Tra le novità più interessanti proposte quest’anno dalla piattaforma streaming c’è sicuramente The Boys, show creato da Eric Kripke, Seth Rogen ed Evan Goldberg che rilegge in chiave irriverente e spietata il genere supereroistico; la prima stagione, composta da otto episodi, sarà disponibile in Italia a partire dal 26 luglio.
UN GRUPPO DI SUPEREROI SENZA MORALE VIENE MESSO IN CRISI DALLA MORTE DI UNA PERSONA INNOCENTE
La Vought International è una società privata che si avvale delle prestazioni di un gruppo di supereroi, amati dalla gente per le loro gesta. L’apparenza però a volte inganna: in realtà i Sette, guidati dal carismatico Patriota (Antony Starr), sono personaggi tutt’altro che raccomandabili perché sfruttano la loro grande popolarità solo per il proprio tornaconto personale. La morte di una ragazza ad opera di un membro del gruppo dei supereroi tuttavia spinge il fidanzato Hughie (Jack Quaid), un commesso di un negozio di informatica, a muoversi per ottenere giustizia e, proprio per questo motivo, incontra sulla sua strada Billy Butcher (Karl Urban), un agente sui generis che vuole fermare lo strapotere dei Sette.
DAI CREATORI DI SUPERNATURAL E PREACHER UN MUST SEE ORIGINALE E DIVERTENTE
Basata sul fumetto omonimo di Darick Robertson e Garth Ennis (lo straordinario autore di Preacher), la nuova serie Amazon, concepita originariamente per Cinemax, non solo dissacra la figura del supereroe buono e coraggioso ma prende anche di mira l’impatto mediatico, sempre più rilevante, delle nuove icone della cultura popolare contemporanea. Se nella trasposizione televisiva di Preacher Evan Goldberg e Seth Rogen non hanno potuto, per ragioni editoriali legate al canale via cavo AMC, riproporre sul piccolo schermo tutti gli eccessi che caratterizzano l’opera di Ennis e Steve Dillon, in The Boys lo showrunner Eric Kripke (diventato famoso grazie a Supernatural) ha grande libertà di manovra, non risparmiando allo spettatore violenza e contenuti espliciti.
Da un grande potere derivano grandi responsabilità, diceva lo zio Ben a Peter Parker nel primo Spider-Man di Sam Raimi: ecco, qui i supereroi si comportano in maniera diametralmente opposta. I Sette, un gruppo più simile ad un’associazione a delinquere che agli Avengers, sono una vera e propria casta al di fuori della legge che si sente autorizzata a fare di nascosto ciò che vuole (orge e omicidi compresi), grazie ad un ruolo sociale conquistato negli anni che li rende insostituibili agli occhi dei cittadini americani. Uno dei punti di forza di The Boys è nella sua capacità di raccontare, attraverso un soggetto surreale, una storia più realistica e verosimile di quanto si possa immaginare: oltre a trattare tematiche non banali (come, ad esempio, l’attività di lobbying da parte di società private per quanto riguarda il settore delicato della sicurezza), la costruzione psicologica dei supereroi è credibile perché emerge il lato più umano di persone dai poteri quasi divini (anche se nell’accezione negativa dell’homo homini lupus). Inoltre lo show è caratterizzato da uno humour nero scorrettissimo che tende a smitizzare i protagonisti (i membri dei Sette vengono scelti tramite casting in stile reality show mentre i “buoni” sono un gruppo sgangherato ed improvvisato chiamato a svolgere una missione quasi impossibile) ma soprattutto a ridicolizzare l’ossessione per i supereroi, diventata planetaria per merito della Marvel Cinematic Universe.
Gli episodi, dal buon ritmo e dalla regia brillante (uno dei registi coinvolti nel progetto è Dan Trachtenberg, 10 Cloverfield Lane e Black Mirror), mescolano dramma, commedia e fumetto egregiamente e il lavoro degli attori scelti, tra cui spiccano Karl Urban, Jack Quaid (il figlio di Dennis Quaid e Meg Ryan) e Antony Starr (il Lucas Hood di Banshee), regalano al pubblico personaggi difficili da dimenticare (segnaliamo anche la presenza nel cast di Simon Pegg). Già dal pilot The Boys colpisce per il suo stile ironico, disincantato e privo di filtri capace di tenere incollati davanti allo schermo ma, andando avanti con la visione, ci si rende conto di avere di fronte non solo la novità televisiva dell’estate ma anche una delle serie più interessanti del 2019.