Brady Blackburn è un ventenne che a modo suo sta per realizzare il suo sogno americano. Il ragazzo è la stella nascente di un’antica comunità che nel South Dakota si identifica con la passione per i cavalli. Nonostante la giovanissima età Brady si è già imposto in diversi rodei, guadagnando i primi soldi e tanta notorietà. Ma proprio mentre è lanciato al vertice di quel firmamento subisce un incidente: una rovinosa caduta da cavallo lo costringe a sottoporsi a un delicato intervento chirurgico alla testa che comporterà una lunga convalescenza e riabilitazione. Il desiderio di montare in sella quanto prima è totale perché totalizzante è quella vita, la vita che gli piace e che si è scelto.
Ma la placca che gli hanno messo in testa non prevede la partecipazione ai rodei e una parziale paresi alle dita di una mano ne compromette perfino le azioni di routine. Il padre Wayne e la sua sorellina Lilly cercano di fargli scudo, lui con i modi rudi di chi è cresciuto in un mondo concreto ma aspro come quello dei cowboy, lei con la sua innocenza, accentuata da una lieve sindrome autistica tanto da proteggersi reciprocamente, a volte magari solo per l’istinto che ha origine da un legame di sangue. Brady però vorrebbe non mollare; nel frattempo insegna le tecniche del rodeo ai più giovani, addomestica cavalli imbizzarriti e riprova perfino a cavalcare, ma la testa ancora non è pronta e cade di nuovo. Il sogno si frantuma.
THE RIDER DI CHLOÉ ZHAO: UNA POETICA SFIDA AL DESTINO AVVERSO
The Rider: Il Sogno di un Cowboy, nonostante il titolo (l’originale The Rider), non è un western, piuttosto un ibrido tra documentario e finzione sull’eroismo di un uomo a tu per tu con un destino diverso da quello che aveva immaginato, costruito e per il quale aveva lottato. Un film sulla conquista di una dimensione altra rispetto a quella che desiderava, che si era concretizzata e che gli altri gli riconoscevano. Brady sa di vivere in un modo duro e il suo amico Lane, che per una analogo incidente ha perso la parola e vive immobilizzato, glielo ricorda con la sua presenza ogni volta che lo va a trovare. Ma nonostante tutto i due amici, non potendo più cavalcare un cavallo “cavalcano il dolore”, così come si addice alla loro educazione, l’educazione dei cowboy.
Lo sguardo della regista cinese (ormai trapiantata in America) Chloé Zhao non è affatto indulgente verso il loro dolore, un dolore forse ancora più intenso perché messo in contrapposizione con i colori tenui ma strabilianti per bellezza del tramonto e dell’alba che scandiscono la storia e con la “corteccia” di Brady (ma anche di Lane) che protegge e difende la sofferenza. Chloé Zhao si muove tra la finzione e il documentario, dove per documentario in questo caso si intende la finzione che “documenta” il percorso di Brady dall’altare alla polvere, o, per meglio dire, dai sogni di gloria all’incubo dell’irrisolto. E nel gioco tra finzione e documentario non è affatto un caso che i quattro personaggi principali non siano attori professionisti ma siano persone reali che interpretano sé stesse.
La regista infatti conobbe Brady durante le riprese di un suo precedente film e si innamorò della sua storia. Ma non pensate di vedere all’opera di dilettanti. Brady Jandreau, Tim Jandreau, Lilly Jandreau e Lane Scott se la cavano egregiamente riempiendo la scena dall’inizio alla fine. Cosa che va ascritta ai meriti della Zhao, anche se nel finale la regista resta prigioniera di quella storia depotenziando un pochino il pathos dello spettatore. Tra le sue pieghe più profonde The Rider ci porta nelle dinamiche, nelle traduzioni, nei vizi e nelle virtù delle periferie americane più estreme, dove è in atto la lotta più antica del mondo che riguarda il genere maschile e che risponde alla domanda: cosa significa essere uomini? Per un sogno americano che si avvera c’è da chiedersi quanti possano essere gli incubi di chi invece non ce la fa. Ma non per questo deve rinunciare ad essere un uomo. The Rider, uscito in sala con Wanted Cinema il 29 agosto 2019, è disponibile in DVD e come digital release (vendita e noleggio digitale) CG Entertainment.