Venezia 76 al via, ma non mancano le polemiche. Dopo la bufera delle scorse settimane, si è riacceso il dibattito sulle “quote rosa” nel concorso principale e sulla presenza di Roman Polanski nel corso della conferenza stampa di presentazione delle giurie. E fanno rumore le dichiarazioni di Lucrecia Martel, presidente della giuria che assegnerà il Leone d’Oro. La regista dello straordinario Zama (qui la recensione), incalzata dai giornalisti, si è espressa così a proposito del maestro polacco naturalizzato francese: «Io non separo l’uomo dall’opera, mi sembra che l’aspetto interessante dell’opera emerge nell’uomo: ritengo anche che la presenza di Polanski con le news del passato mi abbia messo un po’ un disagio ma ho fatto una piccola ricerca e ho visto che la vittima di Polanski ha considerato il caso chiuso, non negando i fatti ma dicendo che aveva adempiuto a ciò che gli era stato chiesto».
VENEZIA 76, LA POLEMICA #METOO SU ROMAN POLANSKI
La Martel ha poi affermato che non prenderà parte alla cena di gala in onore del regista di Rosemary’s Baby: «Non mi posso mettere al di sopra di tutte le questioni giudiziarie, ma potrei essere in solidarietà con la posizione della vittima. Non sarà facile e non parteciperò alla cena di gala del signor Polanski perché non vorrei applaudire, poiché io sostengo in Argentina le cause di molte donne su questo tema». Finito nel mirino della stampa americana nelle scorse settimane, Roman Polanski è stato “difeso” dal direttore artistico Alberto Barbera: «Ho sempre detto che al di là delle considerazioni, si tratta di un tema complesso al quale non è possibile dare risposte univoche. Io sono convinto che si debba fare una distinzione tra l’artista e l’uomo: la storia dell’arte è piena di artisti che hanno commesso crimini, non per questo abbiamo smesso di prendere in considerazione e ammirare le opere che hanno prodotto». Non è tardata ad arrivare la replica di Lucrecia Martel: «Credo che questo dibattito sia molto importante: non separo l’opera dall’uomo e proprio per l’opera di Polanski, credo che meriti una chance».
MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA E QUOTE ROSA: MARTEL VS BARBERA
Come dicevamo, altro tema scottante è quello legato alla scarsa presenza di donne nel concorso principale del Festival. Anche in questo caso, la Martel è in controtendenza: «Non è mai soddisfacente il discorso delle quote, ma credo che non ci siano altre possibilità. Non credo ci sia una forma più pertinente. A me non piace questa formula, ma non conosco nessun altro sistema per obbligare questa industria a pensare in questa direzione». A stretto giro di posta la replica di Susanna Nicchiarelli, presidente della giuria di Orizzonti: «Non ha molto senso parlare di quote in un Festival. Il settore nel quale le registe vanno aiutate è nell’ammissione delle scuole di cinema e nell’accesso ai finanziamenti. Per i Festival, credo che sia la fine di un procedimento e sia delicato mettere delle regole».
Alberto Barbera ha confermato quanto detto un anno fa sempre sul tema: «Sono sempre stato contrario alle quote nella selezione che si fa per i festival. Credo che abbia ragione Susanna, bisogna pensare alle quote in altre situazioni. Da parte dei selezionatori non c’è pregiudizio nei confronti delle donne, sarebbe offensivo assegnare dei posti alle registe. Ci vuole del tempo, bisogna cambiare la mentalità dei decision maker. Forse dovremo arrivare a un cambio generazionale in un settore come quello della produzione, per arrivare a considerare uomini e donne sullo stesso piano. Ciò che conta è la qualità dei film, ma sono sicuro che la situazione cambierà in meglio». Evidenziando poco dopo: «Se avessimo trovato più film al femminile che secondo noi potevano competere nel concorso principale, li avremmo inseriti sicuramente. Ci sono anche un paio di film che non siamo riusciti ad avere – succede sempre per ragioni di marketing – ma sarebbe cambiata la situazione? No, Cannes ne ha avuti 4 e non credo che Fremaux non abbia fatto il possibile per averne di più. Ciascuno di noi spera di trovare il 50% di buoni film realizzati da donne da mettere in concorso». Partenza con il botto per Venezia 76, non soltanto per la qualità dei film però…