Federico Fellini (Fine Mai), presentato nella sezione Venezia Classici – documentari della 76a Mostra del Cinema di Venezia, è un documentario che sarebbe piaciuto parecchio al vero Federico. La pellicola di Eugenio Cappuccio – commissionata dalla Rai, la quale ha messo a disposizione il proprio immenso archivio – non procede per tappe cronologiche o di “spazio”. Piuttosto procede per intuizioni, spunti, come avrebbe fatto il vero Fellini.
UN VIAGGIO ERRATICO NELLA CREATIVITÀ DI FEDERICO FELLINI
Si parte da Rimini, la patria del grande regista de La Dolce Vita, poi si va a Roma, di nuovo a Rimini, a Los Angeles, a New York o sul set de E La Nave Va, del Casanova e di Giulietta degli Spiriti. Girato come un racconto personale – basato sulle memorie di Cappuccio, che con Fellini ha lavorato sul set di Ginger e Fred – Federico Fellini (Fine Mai) è alla fine un vlog, simile per certi versi al famoso programma di Pif, Il Testimone.
Federico Fellini (Fine Mai) deve fare i conti con un personaggio celeberrimo, del quale sappiamo già tantissime cose. Fellini è considerato uno dei più grandi registi della storia – non solo italiana – e pertanto è già stato studiato, analizzato e dibattuto decine di volte sin dal suo esordio. Fortunatamente, però, la categoria dei “documentari su Fellini” annovera perlopiù opere che si occupano di momenti precisi, di “dettagli” della carriera del regista di 8 1/2. Parliamo di Che Strano Chiamarsi Federico, il documentario toccante girato da Scola sul suo rapporto con Fellini o di Ultima Sequenza, l’opera di Mario Sesti che ricostruisce il finale alternativo proprio di 8 1/2.
Da dove partire, dunque? Eugenio Cappuccio comincia da Rimini e dal mitologico Grand Hotel, intervistando alcuni Riminesi “doc” in merito a Fellini e al suo rapporto con la città natia dove ha ambientato I Vitelloni e Amarcord. Scopriamo così che il “maestro” in città non ci tornava mai e che gli abitanti di Rimini sono ancora offesi da come li ha rappresentati nelle sue opere.
I FILM MAI NATI DI FEDERICO FELLINI E QUEL MISTERIOSO VIAGGIO IN MESSICO
Ma la parte più interessante del documentario, la quale avrebbe sicuramente meritato più attenzione, riguarda i film mai realizzati da Fellini. I due progetti che sono entrati in fase di pre-produzione senza essere girati sono Il Viaggio di Tulun e Il Viaggio di G. Mastorna detto Fernet. Del primo è uscito poi il soggetto sul Corriere della Sera, mentre il secondo è diventato un fumetto. Entrambi sono stati illustrati e realizzati in collaborazione con Milo Manara, grandissimo amico di Fellini.
Il film di Cappuccio indaga dunque sul misterioso viaggio messicano compiuto da Fellini, lo scrittore Andrea De Carlo e Maurizio Grimaldi. È una vicenda poco conosciuta, eppure è il più incredibile episodio legato al “mito” del regista. Fellini e i suoi collaboratori e amici, infatti, volevano incontrare lo scrittore Carlos Casteneda, il quale si era occupato di sciamanesimo e occultismo sudamericano. Tuttavia, come racconta Andrea De Carlo nel romanzo Yucatan, i tre cominciarono a ricevere telefonate misteriose e inspiegabili – non vi spoileriamo il resto di questa assurda storia, tanto assurda e magica da sembrare uscita dai sogni dello stesso Fellini.
Insomma, Federico Fellini (Fine Mai) è un documentario che dà parecchie cose per scontate e sicuramente non vuole essere un classico prodotto biografico sulla vita di un artista. Tuttavia, per gli appassionati di Fellini, è un piccolo gioiello da non perdere.