Il cineasta armeno naturalizzato canadese Atom Egoyan si è costruito nel corso degli anni una filmografia di tutto rispetto, riuscendo non solo a lavorare con grandi attori ma guadagnando anche l’apprezzamento degli addetti ai lavori (l’autore, tra le altre cose, ha ricevuto nel 1998 due nomination agli Oscar per Il Dolce Domani). Il suo ultimo lavoro Guest Of Honour, presentato in concorso alla 76. Mostra del Cinema di Venezia, indaga sulle dinamiche familiari e sui nefasti condizionamenti che il senso di colpa può creare nelle esistenze degli individui.
I SEGRETI INCONFESSABILI TRA UN PADRE E SUA FIGLIA
Guest Of Honour racconta il difficile rapporto tra Jim (David Thewlis), un ispettore sanitario che in passato ha gestito ristoranti, e la figlia Veronica (Laysla de Oliveira), una giovane insegnante di musica del liceo che, a seguito di uno scherzo mal riuscito, si ritrova in galera con l’accusa di aver abusato di un suo studente minorenne. Nel corso del lungometraggio assistiamo allo svelamento di alcuni segreti che hanno condizionato (e, in parte, compromesso) la vita dei due protagonisti.
UN GIALLO SUI GENERIS DI STAMPO HITCHCOCKIANO DI BUONA FATTURA
Il cinema di Egoyan, per atmosfera e messa in scena, deve molto ad Alfred Hitchcock. Anche Guest Of Honour non fa eccezione in questo senso: il film è un giallo sui generis che affronta in maniera efficace il tema del rimorso. Attraverso una sceneggiatura che gioca sapientemente con i piani temporali, il regista di Exotica e Remember realizza un’opera in cui la tensione è creata dai ricordi distorti e dal non detto.
Grazie anche ad una durata non eccessiva (105 minuti), il ritmo della pellicola rimane costante dall’inizio alla fine; con uno stile registico estremamente classico, Egoyan riesce a coinvolgere emotivamente pur non spiegando tutti le motivazioni e i risvolti delle azioni dei protagonisti (lasciando allo spettatore il compito di interpretare alcuni sviluppi). L’autore classe 1960, pur non realizzando un capolavoro, sa bene come costruire un film basato sostanzialmente sulla scoperta e sulla psicologia dei personaggi e in Guest Of Honour gli ingredienti per una buona pellicola (dalla colonna sonora fino alla realizzazione tecnica) ci sono tutti. Importante è anche il contributo dato dal cast, soprattutto da Laysla de Oliveira e dal grande David Thewlis (indimenticabile nella serie TV Fargo e nella saga di Harry Potter): se Veronica è una donna complessa che ancora non è riuscita a superare i traumi della sua infanzia, il padre Jim è un uomo pieno di rimpianti che tenta disperatamente di ricostruire il rapporto con l’amata figlia (Luke Wilson invece, che interpreta qui un prete, ha un ruolo marginale).
Nonostante qualche sbavatura, in Guest Of Honour si percepisce la mano di un autore che segue coerentemente il suo modo di fare cinema senza mai snaturarsi; non ci troviamo ai livelli delle migliori pellicole di Egoyan ma il suo ultimo lungometraggio è l’ennesimo tassello di una carriera fin troppo sottovalutata.