Ben 16 lungometraggi, la maggior parte dei quali in anteprima italiana e provenienti dalle grandi rassegne internazionali di Cannes, Berlino e Sundance: mai come quest’anno l’offerta artistica del TOHorror Film Fest – tra i più longevi festival di cinema e cultura del fantastico in Italia – merita un’attenzione particolare per una selezione di titoli autorevoli ed attesissimi. Il filo conduttore di questa edizione (la diciannovesima), che si terrà a Torino dal 22 al 26 ottobre, è quello della “strana medicina, la scienza nel segno del fantastico e del mistero”: un modo per assimilare il cinema di genere come diagnosi (ma anche come cura) per i mali della società presente.
I film in concorso
E infatti il Concorso del ToHorror non si cristallizza su un genere distinto, ma preferisce attraversare differenti immaginari, contesti sociali e zone geografiche. Tanti i titoli da tenere d’occhio, ad iniziare dall’anteprima Italiana di It Comes diretto da Tetsuya Nakashima, uno dei più importanti autori giapponesi contemporanei e allievo stilistico di Sion Sono (il suo meraviglioso Confessions arrivò quasi ad essere nominato agli Oscar per il giappone nel 2011). Dal successo di pubblico e di critica del Fantastic Fest di Austin arrivano invece due esordi assolutamente imperdibili: The Nightshifter del brasiliano Dennison Ramalho e Why Don’t You Just Die! del russo Kirill Sokolov, opere che riescono a trasfigurare attraverso i codici dell’horror temi sociali e politici che stanno esplodendo nei rispettivi paesi di appartenenza (la violenza nella società brasiliana e la corruzione nella società russa). Non mancheranno nemmeno le filmografie dell’estremo oriente con almeno due titoli da cerchiare sul programma: lo zombie movie sudcoerano The Odd Family, godibilissimo divertissement sui morti viventi e il filippino Kuwaresma – The Entity che ibrida magistralmente la misoginia e le possessioni demoniache. Dagli Stati Uniti infine il sorprendente The Invisible Mother di Jacob Gillman e di Matt Diebler la cui sinossi dice tutto “come se Gilliam, Waters, Lynch, Jodorowsky, Argento, Gondry e Solondz girassero un film insieme (dopo aver assunto peyote)”.
Gli omaggi ai maestri
Anche Fuori Concorso il ToHorror offre una selezione notevole, soprattutto con una sorta di triplice omaggio ai maestri del genere. Iniziando da Fulci for Fake di Simone Scafidi (già autore di Zanetti Story), meta-biopic su Lucio Fulci presentato all’ultimo Festival di Venezia e che nel titolo cita volutamente l’ultimo lavoro di Orson Welles, F for fake (giocando anche su una certa somiglianza fisica fra i due registi). Un’opera ibrida fra il documentario e la fiction: la storia di un attore che deve interpretare Lucio Fulci in un film e che per questo decide di incontrare amici e colleghi del regista di Non si sevizia un paperino e di Zombie 2, da Enrico Vanzina a Paolo Malco, da Sergio Salvati a Michele Soavi. Proprio a Soavi, altra figura chiave del cinema italiano di genere, è dedicato invece il documentario Aquarius Visionarius diretto da Claudio Lattanzi mentre Bava Puzzle di Paola Settimini e Daniele Ceccarini omaggia doverosamente la cinematografia del grande Lamberto Bava.
I titoli più attesi: da Perfect a Hail Satan?
Accanto ai titoli italiani assolutamente da tenere d’occhio ci sono almeno quattro opere internazionali fra le più attese del Festival: Perfect di Eddie Alcazar mix di sci-fi e videoarte prodotto da Steven Soderbergh e con le musiche originali composte da Flying Lotus; Knives and Skin, thriller femminista della statunitense Jennifer Reeder già passato a Berlino al Tribeca e che racconta la scomparsa di una ragazza in una provincia del Midwest, con atmosfere a metà tra Twin Peaks e Il giardino delle vergini suicide; il brillante Horror Noire di Xavier Neal-Burgin, documentario sul ruolo degli afro-americani nel genere horror che indaga più di 100 anni di cinema (da Griffith a Get Out) ripercorrendo cambi di paradigma sociali e culturali; e per finire lo straordinario Hail Satan? il documentario diretto da Penny Lane sulle vicende del Satanic Temple e dei suoi atipici satanisti progressisti, una delle perle più acclamate all’ultimo Sundance Festival tanto da aver convinto la Magnolia Pictures a distribuirlo nelle sale americane.
Cortometraggi ed animazioni
Accanto ai lungometraggi anche una sezione competitiva di 33 corti dove fra le molte proposte provenienti da tutto il mondo si può trovare anche Please Speak Continuously…, presentato all’ultimo Cannes e diretto dal figlio d’arte Brandon Cronenberg. Ci sarà invece da ridere con Chowboys, nuovo parto del collettivo Astron-6, già autore di The Void. A contendersi il premio anche una nutrita schiera di giovani autori italiani: Daniele Barbiero, Lucio Laugelli, Alex Memento & Tuby Divorami e Jacopo Ramella Pajrin. Decisamente da tenere in considerazione anche la sezione animazioni, dove il Festival presenta, tra gli altri, il vincitore del Premio Goya Mum’s the Word e La Noria, presentato a Tribeca e premiato a Toronto.
Eventi speciali e Tohorror Offscreen
In tutto questo anche degli eventi speciali: tra gli altri la visione del capolavoro di Ridley Scott, Alien (che per l’occasione dei suoi quarant’anni verrà riproposto al pubblico con una proiezione in pellicola) e la sonorizzazione dal vivo di Frankenstein di James Whale in cui si cimenteranno il gruppo noise Ovo. Infine a margine degli spettacoli, tanti gli ospiti molto attesi negli incontri off-screen: il collettivo di scrittori Wu Ming ( autori di Q, ì54, Manituana e Giap!) e il fumettista spagnolo Miguel Ángel Martín, autore di molte opere provocatorie e dissacranti di enorme successo, come Brian The Brain, Psychopatia Sexualis: per il Times “il migliore disegnatore di fumetti europeo” mentre per la rivista The Face è nella classifica dei 50 più importanti fumettisti del secolo.