L’oscillazione delle onde del mare simbolo delle gioie e dolori di una famiglia americana. Trey Edward Shults, dopo Krisha e It Comes the Night, scrive e dirige Waves, presentato al Telluride e Toronto Film Festival ma ancora senza una distribuzione italiana. Il lungometraggio prodotto dalla prestigiosa A24 – vera garanzia nel panorama statunitense – indaga le azioni dei membri di una famiglia afroamericana, dividendo nettamente la sceneggiatura in due atti. Ronald (Sterling K. Brown) e Catherine (Renée Elise Goldsberry) sembrano due perfetti genitori, entrambi apprezzati professionisti, vivono con i loro due figli Tyler (Kelvin Harrison Jr.) ed Emily (Taylor Russel) in una bella villa alla periferia di Miami. Tyler è una giovane promessa del wrestling, fidanzato con la hit-girl della scuola Alexis (Alexa Demie), ha un futuro roseo davanti a sé, ma una brutta lesione ad una spalla ed un evento inatteso cambiano le carte in tavola, facendolo sprofondare in una crisi di difficile risoluzione.
Waves: una famiglia modello in balia degli eventi
L’infortunio di Tyler apre il vaso di Pandora delle relazioni tra genitori e figli portando allo scoperto incomprensioni e risentimenti, sullo sfondo di una tragedia, che segna irrimediabilmente il destino di tutti. D’altra parte la sorella di Tyler, Emily cerca di vivere l’adolescenza a modo suo, con il suo ragazzo Luke (Lucas Hedges), che è caratterialmente l’opposto sia del padre che del fratello, visti dalla ragazza come esempi di machismo, più che di vita.
Trey Edward Shults non ci mostra lo stereotipato microcosmo di una famiglia ai margini della società, bensì di una perfetta famiglia americana i cui uomini si dimostrano incapaci di gestire le proprie emozioni. Le loro fragilità e incomprensioni si materializzano nel peggiore dei modi, facendo esplodere una bomba emotiva.
Waves è un film toccante, che mette a dura prova le emozioni dello spettatore
La caratteristica più interessante di Waves è la caratterizzazione dei personaggi, per nulla idealizzati e rappresentati con un linguaggio tra il realistico e l’onirico, ben orchestrato da un’interessante sinergia tra suoni e colori, molto vicina al linguaggio della videoarte. Shults dosa con originalità le palette grafiche, che oscillano come le onde del titolo, accompagnate da una colonna sonora che pompa i bassi sulle emozioni dei protagonisti. Le immagini frenetiche, soprattutto nella prima parte della narrazione, ricordano quel mood psichedelico che rimanda alla confusione mentale che attanaglia i protagonisti nel conflitto tra il sé e il mondo circostante. La seconda parte è invece graficamente rappresentata da colori caldi e dalle movenze leggiadre di Emily. Shults risulta molto capace nel definire i due scenari, nella scrittura e nella sua rappresentazione visiva, dimostrando ottime capacità sia come sceneggiatore che regista.
Sterling K. Brown, lanciatissimo nel panorama d’autore, si dimostra sempre un interprete capace, così come i due giovani protagonisti, coerenti con i loro ruoli. Sottotono l’interpretazione di Lucas Hedges, giovane attore avvezzo al dramma (Manchester by the Sea, Ben is Back) ma meno convincente del solito. Waves potrebbe sembrare il solito drammone a stelle e strisce, ma la buona sintesi del conflitto genitori-figli, il connubio originale tra effetti visivi e musica compensano alcuni difetti della regia,che in alcuni punti risulta poco coerente.