Il Re Leone, remake con la regia di Jon Fevreau in CGI dell’omonimo film d’animazione Disney, è ora disponibile in edizione home video. Il film ripropone specularmente la trama dell’originale del 1994, con qualche aggiunta e un margine a tratti esagerato di autoreferenzialità e auto-citazionismo, seppure l’utilizzo del motion capture costituisca un uso sapiente del fotorealismo e di applicazione della CGI, con un ottimo rendimento della fotografia.
IL RE LEONE E LE DUE VIE DELLA DISNEY
Nell’era del digitale, ormai, le versioni live-action più che sperimentali, sono necessarie. Così pare, soprattutto per l’universo Disney, che ormai da diversi anni sta rilanciando i suoi prodotti nella forma di una fiaba che è sempre meno fiaba e inquietantemente più reale. Il Re Leone, infatti, segue uno specifico binario insieme ad alcuni rilanci attualmente distribuiti dalla Disney. Di certo è noto che l’operazione messa in atto serve a prolungare i diritti d’autore che, mano a mano, stanno scadendo anche per il grande colosso. Tuttavia, questo grande gigante di ferro non è d’argilla, e per diretta conseguenza punta alla permanenza sul mercato, comprando, sbancando, imponendo.
E se da una parte l’infanzia ritorna prepotentemente nei remake, dall’altra questa viene brutalmente assassinata, mediante uno studio sempre più approfondito dei personaggi. La Disney indaga, scava nel vissuto del personaggio restituendo non la strega, ma la donna; non il principe, ma l’uomo. Entrambi, dunque, connotati da caratteristiche ambivalenti, personaggi altamente realistici, perché complessi. Nel frattempo, i poveri spettatori non sanno più da che parte stare in quanto empatizzano eccessivamente con la sofferenza di ogni personaggio.
Dall’altra parte, però, la Disney muove su un altro percorso, che è quello di riproporre in maniera precisa il classico. Questo è ancora intessuto in un mondo fiabesco, idillico, seppure in universo simbolico complesso. Così è stato per La bella e la bestia (Condon, 2017), per Aladdin (Ritchie, 2019).
Il Re Leone appartiene a questa categoria: i temi sono identici, le stesse canzoni, gli stessi personaggi, gli stessi luoghi, eppure quell’universo simbolico pare non esaurirsi mai nonostante il passare degli anni, dimostrando una potenza archetipica.
SIMBA E IL VIAGGIO DELL’EROE: HE LIVES IN US!
Il percorso dell’eroe vale ancora nella sua potenza evocativa di un viaggio interiore che muove dall’ombra alla luce e dalla luce all’ombra, fino alla riconquista del proprio posto nel “cerchio della vita”. Quello di Simba, come molti eroi disneyani, è un percorso di ricerca di senso, ma soprattutto di ricerca di sé che non può non passare da un allontanamento da grembo materno, per conquistare autonomia e individualità.
Psicoanaliticamente forti rimangono allora la figura del padre Mufasa, rappresentazione della suprema affermazione della legge, poi introiettata dal figlio solo alla morte del buon re; quella dello zio Scar che, amleticamente, realizza il complesso edipico del piccolo Simba uccidendo il padre e prendendone il posto al fianco della madre; quella di Rafiki, antropologicamente saggio custode della memoria collettiva e di una sapienza spirituale più alta.
E un viaggio dell’eroe Disney rimane per questo motivo il viaggio, lo stesso che all’esterno proietta il lavoro continuo di scavo che l’individuo compie per ritornare dialetticamente al punto di origine, ma in maniera più consapevole.
Così, il “colosso” genera quell’ambivalenza emotiva attraverso un utilizzo potente dell’immagine cinematografica, anche e soprattutto alle tecniche di motion capture. Questo potrebbe costituire tanto un punto di debolezza, quanto un punto di forza, perché l’impianto disneyano sa giocare con l’emotività dello spettatore, facendolo oscillare continuamente tra stati alternati, in un movimento enantiodromico che giunge sempre e comunque a un’estrema ed esaustiva catarsi.
Forse Il Re Leone non dice nulla di nuovo o forse dirà qualcosa alle generazioni contemporanee, ma sempre giocando sui concetti di provenienza, sviluppo e proiezione, in un messaggio che non si esaurisce nel tempo: redarguisce, sprona, e necessariamente si ripete, come avviene per ogni individuo alla ricerca di sé nel cerchio della vita.