Brood – La Covata Malefica, film scritto e diretto da David Cronenberg nel 1979, con Oliver Reed e Samantha Eggar arriva in edizione blu-ray CG Entertainment e Raro Video da un nuovo master HD. Il cult di Cronenberg, che manifesta un’evidente facciata da horror-splatter, nasconde uno sfondo tematico potente che si articola fra la complessità della triade relazionale padre-madre-figlio, l’incidenza del trauma e il problematico rapporto psiche-corpo.
BROOD – LA COVATA MALEFICA: UN HORROR SPLATTER A SFONDO PSICOANALITICO
Il protagonista Frank (Art Hindle) si trova ad affrontare un divorzio con la moglie Nola (Samantha Eggar), la quale è sotto le cure di uno psicologo (Oliver Reed) dai metodi poco ortodossi e altamente inquietanti. A subire la situazione sarà l’innocente figlia dei due (Susan Hogan), coinvolta in una serie di omicidi condotti da strane creature.
IL TRAUMA, IL CORPO E LA PSICHE
Se c’è un elemento di notevole rilievo in Brood è la stretta correlazione – tutta psicoanalitica – fra psiche e soma, e la derivazione delle malattie fisiche dal trauma psichico. Dunque quello di Cronenberg si presenta come uno stile cinematografico di rilievo già dai suoi esordi, in questo caso attraverso il sapiente utilizzo di un velo orrorifico per nascondere nuclei tematici a caratterizzazione psicologica.
L’idea di Brood – La Covata Malefica ha come evidente oggetto l’incidenza del trauma e la sua possibile “ereditarietà”, in questo caso reso da un insano rapporto madre-figlia. Sì, perché il trauma è potenzialmente trasmissibile, nel momento in cui il bambino, da adulto, ripropone atti e parole derivati da un modello genitoriale non corretto. Così succede a Nola, costretta a fronteggiare la verità del rimosso, sotto la guida disarticolata e forzata dello psicologo Hal Raglan.
Nel film di Cronenberg, il trauma manifesta un duplice e dannifico effetto: uno a livello psicologico, in cui le pustole sulla pelle rappresentano il frutto di una sofferenza psicosomatica; un altro effetto, invece, utilizza l’immaginario orrorifico, l’unico capace di rendere in senso scenografico l’esternazione e la proiezione delle sofferenze represse e generate dal trauma, da cui nascono i mostri pseudo-umani di Brood.
IL SONNO DELLA COSCIENZA GENERA MOSTRI(CIATTOLI)
Dunque, i mostriciattoli frutto della “malefica covata” si moltiplicano, rappresentando la concretizzazione della sofferenza psicologica di Nola. E quei mostri – che in una sequenza del film vengono identificati come creature “mai nate” in quanto prive di cordone ombelicale – proprio quei mostri diventano il modo in cui l’immaginario cinematografico di Cronenberg restituisce il perturbante, quella figura simbolica a metà fra il conosciuto e lo sconosciuto, fra l’umano e il non umano palese manifestazione scenica della potenza dell’inconscio.
E se nelle scene finali è offerta la possibilità di un’uscita dal vissuto traumatico, in realtà questo non accade per il fatto stesso che il conflitto si risolve con il protagonista che uccide la moglie malata. Così facendo è offerto un’ ennesimo, tenebroso “spettacolo” pronto a ri-generare il trauma nella figlia che – come lascia intuire uno degli ultimi fotogrammi – coverà in sé la sofferenza degli eventi vissuti ereditando il male.