Per una volta, in via del tutto eccezionale, non parleremo di cinema o TV. Il mondo delle storie raccontate su schermo è comunque dietro l’angolo, visto che il nuovo romanzo del doppiatore e ‘cinefilo anonimo’ Edoardo Stoppacciaro (Mondo In Fiamme – Una Primavera di Cenere edito da La Corte Editore) è debitore tanto al Tolkien de Il Signore degli Anelli quanto al George R.R. Martin di Game Of Thrones (di cui Edoardo è stato anche doppiatore per la versione italiana). Non aspettatevi però qualcosa di troppo vicino alle storie che già conoscete: Mondo In Fiamme è un libro con un’identità forte e indipendente, che non vuole somigliare a nessuno. Ma ora leggiamo cosa ci ha detto a tal proposito l’autore quando l’abbiamo intervistato.
Da dove nasce l’idea di scrivere un romanzo fantasy?
Ho sempre avuto bisogno di raccontare. Fin da piccolo, la cosa che trovavo più gratificante era creare storie e far muovere in esse dei personaggi. Ho iniziato con i miei amatissimi giocattoli, e poi, quando sono arrivati i primi libri, il bisogno è “passato di livello”. Il primo a farmi nascere questa voglia incredibile è stato Tolkien con Lo Hobbit. Trovo che il fantasy (il BUON fantasy) abbia il potere di mostrarci la realtà attraverso immagini molto più potenti e universali di quelle che il mondo reale ci offre. Come accade per le favole, credo che un buon racconto fantasy possa insegnare molto, parlare a sensibilità diversissime tra loro ed essere ugualmente comprensibile per tutte.
Puoi anticiparci qualcosa della trama del libro? Qual è la storia?
Mondo In Fiamme – Una Primavera di Cenere parla di un mondo che si sta ancora riprendendo da una guerra atroce finita vent’anni prima della mia storia. Gli equilibri politici che si sono stabiliti fra i tre regni d’uomini del continente hanno creato una situazione di reciproca diffidenza, e mentre mercenari, miliziani, cavalieri, nobili e popolani cercano di trovare il proprio posto in una cornice pericolosissima, i sovrani si affannano per inseguire chi ambizioni sanguinarie, chi propositi di pace e chi ancora un improbabile bisogno di redenzione. Intanto, la Natura e i poteri posti a sua tutela iniziano a svegliarsi e a tornare in modo inquietante dall’oblio dei secoli perché una bambina dalla pelle tatuata ha, più o meno consapevolmente, innescato degli eventi che potrebbero portare alla fine del mondo.
Ci sono saghe o libri fantasy che hanno influenzato la tua opera?
Gli autori che più di altri hanno riempito i miei occhi di immagini sono sicuramente Tolkien e Martin. Il primo per la sua meravigliosa aderenza al panorama mitologico nordeuropeo e agli ideali cavallereschi di stampo arturiano; il secondo per aver scardinato l’ormai abusata lotta tra il bene e il male e per aver offerto un approfondimento dei personaggi pressoché inedito nel fantasy. Ho attinto molto alle culture scandinava e celtica, alle leggende della vecchia europa e a fatti e personaggi storici.
Mondo in Fiamme è un romanzo a sé stante o nasce come parte di una saga?
Il romanzo Una Primavera di Cenere ha una sua conclusione, ma lascia la storia aperta per una potenziale continuazione. Nella mia idea, la storia si articola in una trilogia.
La tua esperienza di attore e doppiatore ha influito in qualche modo nella stesura del romanzo?
In generale, la mia esperienza di attore mi ha aiutato nello scrivere i dialoghi: ho sempre avuto un’idea molto chiara di come i personaggi “suonassero” quando parlavano l’uno con l’altro, e questo è stato un vantaggio non indifferente. Mi sono divertito a giocare con i registri linguistici, perché il modo in cui un personaggio usa le parole racconta molto di lui.
Qual è il tuo personaggio preferito del libro? Ce n’è uno in cui ti rispecchi di più?
La prima risposta che mi viene in mente di darti è la più banale: c’è qualcosa di me in ogni personaggio, anche in quello più diverso. E scegliere il personaggio preferito è come dire a quale figlio vuoi più bene, quindi non credo di saper dare una risposta a questo. Quanto al rispecchiarsi nei personaggi, c’è molto di me in Rowen, il ragazzo che vuole diventare un guerriero: è uno che, malgrado le molte incombenze della vita quotidiana di un popolano, riesce ancora a vivere il proprio sogno e a lottare per realizzarlo. Mi ritrovo molto anche in ser Daryn Blacksmith e nel suo estenuante essere in bilico tra i doveri e le convenzioni imposte dal suo rango, e il bisogno di fuggire e lasciare che la propria irrazionalità prenda il sopravvento. E poi mi sento anche molto vicino a Khirdan, il bambino che riesce a vedere la realtà in un modo che nessun altro capisce, con una profondità e una libertà che forse hanno qualcosa di magico. Sì, forse mi sento più affine a lui: come Khirdan, penso che, anche se una cosa non la si vede tutti i giorni o non la si può spiegare, non significhi che quella cosa non esiste o è impossibile.
Mondo In Fiamme – Una Primavera di Cenere è reperibile nelle migliori librerie fisiche e online. Chissà, magari un giorno ne recensiremo l’adattamento cinematografico…