Figli: è questo il titolo tanto semplice quanto ricco di significati dell’ultimo film scritto dal compianto Mattia Torre, geniale co-sceneggiatore di Boris prematuramente scomparso nel 2019, e diretto da Giuseppe Bonito. Disponibile in DVD e blu-ray CG Entertainment / Vision o in streaming su CG Digital, Figli è l’interpretazione cinematografica del monologo I figli invecchiano, recitato da Valerio Mastandrea, che è anche il protagonista del film insieme a Paola Cortellesi. La storia, sembra apparentemente semplice, proprio come il titolo, ma l’essenzialità nasconde un intricato tessuto di rapporti umani e sociali capace di descrivere l’intera generazione dei quarantenni di oggi.
Figli, ovvero quando la nascita del secondogenito è una bomba a orologeria
Sara (Cortellesi) e Nicola (Mastandrea) sono una coppia di sposi ben collaudata, casa in affitto, lavoro poco più che precario e figlia seienne particolarmente indipendente. Felici e innamorati hanno trovato un equilibrio quasi perfetto, finché non giunge la notizia di un secondo figlio in arrivo, capace di distruggere l’armonia familiare. Il piccolo Pietro si presenta come l’iceberg che ha fatto naufragare il Titanic, stravolgendo le vite di genitori, nonni e della sorella Anna. Sara e Nicola si trovano davanti una serie di sfide che si presentano sotto ogni improbabile forma e che invogliano continuamente alla fuga. Tra nonni egoisti, babysitter stravaganti, chat di classe e feste di carnevale, i due protagonisti dovranno affrontare la loro nuova vita restando uniti, perché in fondo I figli ti invecchiano, ma d’altra parte il tuo cuore non è mai stato così grande.
Paola Cortellesi e Valerio Mastandrea interpretano una coppia simbolo dei tempi moderni
Figli parte dalla storia di tutte le famiglie, una coppia di innamorati, per intraprendere un percorso di analisi dell’attualità particolarmente sagace e ironico. Torre ha sicuramente preso spunto dalla sua esperienza personale per descrivere con grande lucidità le dinamiche che si instaurano sia all’interno della coppia, che nelle relazioni con amici, parenti e sul luogo di lavoro. Questo suo ultimo scritto è un ritratto abbastanza cinico della situazione attuale: in un Paese a crescita zero dove fare un figlio è una follia, il secondo rappresenta l’inevitabile orlo del baratro, una finestra sempre aperta dove potersi lanciare verso l’ignoto. I due protagonisti sono rappresentati come dei coraggiosi moderni supereroi, che non fanno altro se non vivere un’ordinaria quotidianità. Con sottile ironia (nemmeno tanto implicita) Torre ha il coraggio di descrivere uno scenario familiare che è tutt’altro che idilliaco, fatto di neonati pestiferi, amici pressoché inesistenti e nonni attualissimi, che preferiscono andare a fare pilates più che guardare i nipoti.
La sceneggiatura utilizza l’espediente degli scenari per dare ritmo alla storia e descrivere le varie tipologie di coppie e figli che rappresentano oggi le famiglie in Italia. Ogni capitolo è anche un passo avanti nella vita del genitore, che si evolve giorno dopo giorno, superando una serie di ostacoli che inizialmente sembrano insormontabili, ma che diventano deboli quanto più la coppia riesce a consolidarsi. Gli idealtipi di padre sono interpretati da Valerio Aprea, Paolo Calabresi e Andrea Sartoretti, nel film insieme a Stefano Fresi, Carlo De Ruggieri, Massimo Di Lorenzo e Cristina Pellegrino, attori che hanno avuto un ruolo in qualche opera di Mattia Torre, da Boris a La Linea Verticale. Una precisa scelta registica e autoriale per rendere omaggio allo sceneggiatore, scomparso a soli 47 anni il 19 luglio 2019.
Figli si distingue per uno script che risulta ironico ma con una punta di cinismo
Figli parte in sordina per poi evolversi in una commedia drammatica che si discosta dalla linearità del genere, soprattutto nella filmografia italiana, per abbracciare un linguaggio fresco e moderno, dove la battuta è satirica e mai parodistica, i personaggi vessati da una quotidianità ansiogena, ma mai sconfitti. Torre non lascia spazio alla tristezza ma ad una rabbia costruttiva, che mette in luce gap generazionali, dissidi familiari e drammi risolvibili con amore e dedizione. Figli è un messaggio di speranza, un racconto non edulcorato, fatto per chi continua a lottare ogni giorno in un Paese alla deriva, una sorta di testamento artistico scritto da un autore brillante, scomparso troppo presto.