Documentario di debutto di Mauro Colombo, italiano trapiantato in terra panamense, Tierra Adentro è presentato quest’anno in anteprima all’International Film Festival di Rotterdam nella sezione Bright Future, e disponibile in streaming su Festival Scope. Il filmmaker immerge il suo sguardo nella natura più selvaggia della foresta di Darién, impenetrabile luogo primordiale che diventa un paradossale crocevia di umanità al confine che separa Panama dalla Colombia. Un non-luogo dove l’uomo è elemento alieno e spesso ostile, un’anomalia che si approccia goffamente nei meandri di una realtà che sussiste da sé e trova la sua reale dimensione nel riconoscersi incontaminata ed inviolata.
Tierra Adentro, tra natura impenetrabile e uomo
Nell’inquadrare questo indecifrabile spazio naturale Colombo adotta un metodo di osservazione che si fa spesso liana, tronco e roccia, che segue il muoversi e l’inoltrarsi delle formiche-uomo nel labirinto della giungla che si frammenta e si colora di significato a seconda delle creature che lo popolano ed affrontano. Il regista italiano decide poi di spostarsi, di cambiare lato e di seguire lo sguardo di quelle donne, uomini e bambini che si rimpiccioliscono diventando oggetto di una re-semantizzazione del concetto di ri-conoscersi essere umano al cospetto di qualcosa che sovrasta l’individualità.
La foresta di Darién crocevia tra sacro e profano
E non importa se nel profondo cuore naturale di Darién (che è un po’ anche “cuore di tenebra” di konradiana memoria) vortichino spicchi di umanità che passano dai missionari agli allevatori, dai narcotrafficanti all’esercito, dai migranti a comuni escursionisti, ognuno in questa sconfinata striscia di terra subisce il peso dell’universale e lo razionalizza conducendolo a qualcosa di noto e accettabile, che possa essere Dio, la lotta alla droga o semplice lavoro per il sostentamento. Un (non)luogo dove convivono, allo stesso tempo, il sacro ed il profano, in una dimensione che non è quella dello scontro ma piuttosto dell’amalgama. Colombo (nato come direttore della fotografia) riesce nell’intento facendo anche estrema attenzione a porre sulla superficie del suo documentario un comparto sonoro intenso ed efficace, non filtrando l’assordante sinfonia della natura ma spostandola tutt’intorno allo spettatore, costretto a calarsi tra quei fitti alberi e spogliarsi della sua sicurezza antropocentrica.
Mauro Colombo immerge in una realtà primordiale
Tierra Adentro non dimentica mai di non dover peccare di presunzione nella rappresentazione di una realtà antica che è “altra” alla comprensione dell’uomo. Perciò rimane aderente al carattere mortale e limitato di chi possiede lo sguardo, ascoltando (ancora) i racconti di questi viaggiatori non richiesti che fluiscono come pensieri sparsi e intrecciati in un unicum che lega gli opposti e riconduce tutto a quel luogo sovraesposto e, probabilmente, eternamente incomprensibile.