Un principe in calzamaglia, una principessa da salvare e un mondo fantastico, dove tutto ruota intorno a Djibi (Omar Sy), protagonista indiscusso della commedia. Il regista premio Oscar Michel Hazanavicius sceglie il linguaggio del fantastico ne Il Principe Dimenticato, commedia per tutta la famiglia disponibile in esclusiva su Amazon Prime Video. Il film ha bypassato l’uscita in sala a causa dell’emergenza Covid 19 ma stavolta non è necessariamente un male visto il pubblico di riferimento cui è destinato, principalmente famiglie e under 14, che possono vedere comodamente da casa un prodotto in primissima visione.
Ne Il Principe Dimenticato Omar Sy è un principe che lotta per non finire nel dimenticatoio
Il Principe Dimenticato racconta la storia di Djibi, un vedovo triste e piuttosto impacciato, che ogni sera si rifugia in un mondo immaginario con la scusa di raccontare una favola alla figlia Sofia. Nelle sue storie è un principe che vive in un mondo di fantasia, plasmato sul modello di un parco divertimenti in stile hollywoodiano popolato da attori, comparse e un entourage di macchinisti e operatori di scena. Protagonista indiscusso di tutte le scene, Djibi ha come scopo finale il salvataggio della sua principessa Sofia, ma andando avanti con gli anni e con il tempo il suo mondo immaginario si rivela essere un castello di carta, che crolla su se stesso nel momento in cui la figlia inizia a crescere e frequentare altri “principi”.
Per giustificare il passaggio al mondo degli adulti Djibi inventa gli “obliati”, figure che iniziano a scomparire nel momento in cui i ricordi iniziano a farsi sempre più lontani. Con la speranza di non finire nel mondo dei dimenticati e di mantenere un ruolo attivo nelle sue storie, Djibi comprende che con la figlia deve imparare a costruire un rapporto più maturo. Ad accompagnarlo nel viaggio verso la realtà sarà la sua vicina di casa Clotilde (Bérénice Bejo).
Dal regista di The Artist una commedia per famiglie che non funziona
Michel Hazanavicius è un regista noto per la sua discontinuità, capace di realizzare lavori che rasentano la perfezione, come The Artist, ma anche film decisamente meno interessanti come The Search. Nel biopic su Jean-Luc Godard Il Mio Godard è riuscito a mantenere uno stile e un punto di vista originale e coerente, nonostante si sia cimentato con la biografia di un maestro del cinema, ma in questo suo ultimo lavoro Il Principe Dimenticato è molto difficile riuscire a trovare tracce della sua personalità.
Il film risulta come un pastone di generi e stili, dove c’è un labile confine tra parodia e narrativa che non combacia con lo scopo della narrazione. La scrittura del protagonista Djibi è stereotipata e non fornisce spunti interessanti nell’interpretazione della realtà. Di giorno è un banalissimo custode e di notte si identifica con un principe la cui immagine è ripresa esattamente dai libri per bambini. Nonostante l’operazione sia fatta coerentemente con lo scopo di omaggiare diversi generi narrativi, non funziona e si conferma l’ennesima occasione sprecata per trasporre una buona idea in una chiave visiva originale e coerente con il pubblico di riferimento. Il ribaltamento di ruoli e figure, alla base del pretesto narrativo è debole e non riesce a far decollare il film che, se non per alcune battute tra Omar Sy e il suo amico immaginario Pritpou, interpretato dall’ottimo attore belga François Damiens, risulta di poco spessore.
Il Principe Dimenticato svolge la sua funzione di intrattenimento, soprattuto per i più piccoli, che si immergeranno totalmente nel mondo delle favole, ideato come un parco divertimenti fluorescente e imprevedibile. Michel Hazanavicius tenta un approccio narrativo che accompagna le fasi di crescita della coprotagonista Sofia attraverso il linguaggio delle favole classiche, del cinema e del gioco ma questa commistione di generi non è alleggerita da una sceneggiatura ben articolata e alla fine risulta pesante e poco incisiva, rendendo il film piuttosto noioso al pubblico adulto. La regia è sicuramente ben eseguita, ma da un premio Oscar è del tutto lecito aspettarsi di più.