Nonostante la chiusura delle sale a causa dell’emergenza Covid-19, arriva finalmente in Italia il film francese più premiato dell’ultimo anno: I Miserabili, opera prima di Ladj Ly, oltre ad aver vinto il Premio della Giuria all’ultimo Festival di Cannes e ben quattro premi César (tra cui Miglior Film) ha anche ottenuto la candidatura, sia ai Golden Globe che agli Oscar, come Miglior Film Internazionale. La pellicola, distribuita nel nostro paese da Lucky Red, sarà disponibile il 18 maggio su Sky Primafila Premiere e su MioCinema.it, un nuovo portale online che non è una semplice piattaforma streaming ma una community per gli appassionati del cinema d’autore destinata, tra le altre cose, a supportare anche le sale convenzionate.
I MISERABILI UTILIZZA COME MOTORE NARRATIVO LE TENSIONI TRA POLIZIA E ABITANTI DI UNA BANLIEUE PARIGINA
A Montfermeil, zona periferica ad un’ora da Parigi dove Victor Hugo aveva ambientato il suo celebre romanzo, opera una squadra anticrimine composta da tre poliziotti: i due veterani Chris (Alexis Manenti) e Gwada (Djebril Zonga), dai metodi poco ortodossi, e il nuovo arrivato Stéphane (Damien Bonnard). La situazione nel quartiere, già difficile di suo, precipita rovinosamente dopo un furto che compromette ulteriormente i rapporti già precari tra la polizia e gli abitanti di Montfermeil.
LADJ LY, CON I MISERABILI, FIRMA UN ESORDIO FOLGORANTE ALLA REGIA
Ispirato al cortometraggio omonimo del 2017, il primo film di Ladj Ly colpisce subito nel segno descrivendo in maniera realistica un contesto sociale estremamente complicato. Guardando I Miserabili non si può fare a mano di notare alcune analogie con la pellicola-simbolo del racconto delle banlieue francesi, ovvero L’Odio di Mathieu Kassovitz (anche il cineasta originario del Mali ha cominciato la sua carriera come attore, proprio come il regista del cult del 1995). Tuttavia lo stile del lungometraggio di Ly è più ruvido ed asciutto: attraverso una camera a mano ossessiva entriamo nelle delicate dinamiche di un microcosmo che ha regole tutte sue, in cui lo Stato è visto come un intruso destabilizzante (nonostante gli abitanti di Montfermeil, come ci mostrano le scene iniziali, siano cittadini francesi a tutti gli effetti).
L’elemento più interessante della pellicola dell’emergente autore classe 1978, cresciuto proprio nel quartiere periferico in cui la storia si svolge, è la scelta di non rappresentare in modo manicheo i due fronti: lo sguardo di Ladj Ly, condizionato dal suo passato di documentarista, è molto distaccato (i personaggi del film, con alcune eccezioni, non sono etichettabili come buoni o cattivi). L’obiettivo del regista è quello di evidenziare le storture di un sistema incapace di tutelare i diritti dei soggetti più deboli ma non giudica mai le azioni dei protagonisti, evitando così una facile deriva retorica.
I Miserabili, pur essendo ben ritmato (grazie anche ad una durata che non pesa sulla visione, poco più di 100 minuti), non parte subito in quarta ma dà tempo allo spettatore di entrare nell’atmosfera della banlieue, per poi catapultarlo nell’adrenalinica seconda parte in cui la bomba sociale esplode con forza dirompente; anche nel casting Ly non sbaglia un colpo, trovando un mix perfetto tra attori professionisti (su tutti Damien Bonnard e Alexis Manenti) e ragazzi del posto alla loro prima esperienza sul grande schermo.
Primo capitolo di una potenziale trilogia (le altre due pellicole, secondo le dichiarazioni del regista, saranno ambientate nel passato), I Miserabili è un esempio di come sia possibile, per merito di un’idea di cinema ben chiara, coniugare l’intrattenimento con un messaggio politico importante.